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Fashion Show

Front Row: quanto è lungo il paradiso delle fashion victim?

Che piaccia o meno la sua monotona riproposizione di uno stile ‘macchietta’ della maison stessa, Karl Lagerfeld con l’allestimento dell’ultima sfilata Chanel FW 2016 ha realizzato uno dei sogni proibiti di coloro che presenziano a questo tipo di eventi, soprattutto giornalisti, blogger e influencer che ad ogni fashion week si scannano per occupare il front row di qualunque sfilata.

Sarò più specifico.

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È inutile nasconderlo, per ogni settimana della moda si ripete la stessa identica storia, dopo le preghiere per riuscire ad avere gli inviti alle sfilate (ma dopo 6 anni di blogging, anche no!), la frase di rito da parte dei colleghi una volta varcata la soglia della location è: “Ciao tesoro, amore, da quanto tempo… sei SITTING o STANDING?” Personalmente tale divisione non mi è mai interessata, sono alto 185cm e riesco a vedere tutto anche stando in piedi in mezzo alla folla, perciò ritengo sia davvero uno dei pochi casi della mia vita in cui l’importante sia partecipare. Anche perché, se sei dotato di reflex con teleobiettivo, non solo ti godi lo show, ma fai anche foto pazzesche, da qualsiasi posizione occupi nella stanza. Ovviamente questo mio pensiero è condiviso da chi presenzia per ‘vedere lo show’. Mentre, la distinzione standing/sitting assume un significato totalmente diverso per coloro che presenziano per ‘farsi vedere durante lo show’, ragionando quindi in termini di ‘casta di visibilità’. È palese infatti che più il posto sarà a ridosso della passerella, maggiore è la loro importanza nell’infinito marasma del vigente pressappochismo contenutistico contemporaneo. È un dato di fatto.

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Tutte le volte che mi confronto con i colleghi su questo tema, la conclusione da parte mia è sempre la stessa: è inutile prendersela se non si ha un posto a sedere, le logiche, le variabili e i criteri di scelta sono tantissimi. E poi sappiamo bene che più l’ufficio stampa è selettivo, più posti vuoti ci saranno (non so perché, ma è come fosse una legge del contrappasso) e quindi ‘gli standing’ vengono letteralmente pregati di sedersi o addirittura piazzati in front row all’ultimo secondo, pur di non avere buchi vuoti e fare brutte figure con il cliente designer che li paga profumatamente.

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Ovviamente, che sia per una questione di prestigio o di qualità delle foto da condividere sui social, a tutti piacerebbe essere in front row; ma se gli uffici stampa dovessero accettare ogni richiesta che ricevono, le passerelle sarebbero lunghe svariati chilometri. Ecco allora Karl Lagerfeld che con il setting per la sfilata Chanel FW 2016 ci viene in soccorso, o almeno, in soccorso di coloro che non sono stati gentilmente scartati con la mail che dice: ‘a causa del limitato spazio della location, ci dispiace non poter accogliere la vostra richiesta’ (il Grand Palais… chiamalo limitato!).

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Questa volta Kaiser Karl ha infatti riproposto l’atmosfera dei defilé nell’atelier ai tempi di Coco Chanel, quando le clienti e la stampa selezionata erano disposte in poche file di seggiole e Mademoiselle spiava le loro reazioni dalla cima dell’iconica scalinata di specchi senza esser vista. Quelle poche file per poche persone, oggi sono diventate un’unica fila per il popolo degli adepti del logo con le C incrociate, che vengono trattati allo stesso modo con un’esperienza da front row di lusso. La disposizione dei sitting infatti non prevedeva i parterre a gradinata, ma una lunga e tortuosa passerella fiancheggiata da un’unica fila di sedute su entrambi i lati. Un modo originale per presentare l’utopia della fila chilometrica e non far torto a nessuno, perché se deve essere il front row più lungo ed esclusivo del mondo, che sia almeno di classe A!

Alessandro Masetti – The Fashion Commentator

Ph credits: nowfashion.com

Italian architect into fashion. Art curator in love with books, flea markets and interior design.

2 Comments on “Front Row: quanto è lungo il paradiso delle fashion victim?

  1. Secondo me la maggior parte degli uffici stampa non ci capisce più niente. Essere rimbalzati per poi trovare alle sfilate i personaggi più improbabili – presenti solo per pavoneggiarsi in un ridicolo e infantile rituale autoreferenziale senza capire o minimamente interessarsi a quello che stanno per guardare – non ha prezzo.
    Standing, sitting, ma annatevene af…..lo

  2. Bhè ti dirò, alla fine non l’ho trovata una brutta idea questa della lunga fila di front row, tanto essere alla sfilate di Chanel è già per pochi eletti, quindi tutta gente abituata alla prima fila! E poi si, ricordava molto le sfilate di Mademoiselle, quindi mi è piaciuto molto questa cosa!
    Io lo ammetto, vedere le sfilate in prima fila mi piace, ovviamente vedi benissimo i capi, riesco a fare fotografie decenti (soprattutto ora che sono sprovvista di grandi apparecchiature e le faccio con il telefono) e un po’ di fa sentire vip, ma non rinuncerei mai ad una sfilata solo perché ho ricevuto il posto standing, né mi lamenterei..per me ogni volta che ricevo un invito è un piacere, anche se bisogna pregare troppo per averli, nonostante i nostri lunghi anni di gavetta!

    XOXO

    Cami

    Paillettes&Champagne

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