Finalmente
siamo giunti al termine del ciclone creativo delle Fashion Week,
tanti sono stati i contrasti e le querelle a bordo passerella, ma cerchiamo di
non perderci. La settimana Parigina si è confermata come un grande
caos di idee e culture dovuto alla varietà dei paesi di provenienza
e di formazione degli stilisti. Innumerevoli anche i debutti ufficiali di giovani designer a capo di maison dai nomi altisonanti come ad esempio il duo
di Opening Ceremony,
Carol Lim e Humberto Leon,
successori di Marras per Kenzo. In una collezione hanno cambiato
totalmente lo stile delicato dello stilista sardo, prediligendo forme più
funzionali con giochi di contrasti cromatici ed effetti grafici. Una
scelta non poi così vincente, considerando che dello spirito del
marchio non è rimasto niente, e anche se può essere apprezzabile il
tentativo di non voler recuperare materiale d’archivio, almeno non si
infanghi il nome di un innovatore della moda francese con del banale
street style americano leggermente raffinato per l’occasione.
Dopo il
successo della cruise collection dei mesi scorsi, ha debuttato
ufficialmente per Balmain il giovanissimo Olivier
Rousteing,
portando avanti l’idea di una donna androgina e rocker introdotta dal
suo predecessore Decarnin nel 2007. Tra pantaloni superslim e giacche
biker, luccicano i ricami e le applicazioni su giacche e microgonne.
Una donna piena di contrasti dalla linea essenziale e allo stesso
tempo eccessiva; ma anche dallo spirito aggressivo e allo stesso
tempo dolce, come traspare dagli elaborati disegni lavorati.
Grande
flop per il rapper Kanye West che ha voluto celebrare il suo
passaggio alla moda, davanti ad uno spietato parterre di cantanti e
fashion editor da tutto il mondo. La giovane star dell’hip hop ha
sbagliato a puntare su una fashion week importante come questa,
avrebbe più umilmente dovuto scegliere le tende di Bryant Park nella
cara New York. La sua collezione è ancora molto acerba e nonostante
l’uso di materiali preziosi e cenni di linee eleganti, non riesce a
trovare una vera e propria definizione. Non c’è un messaggio, ma
solo prodotto da vendere per chi subisce il fascino da bling bling.
Ben altra storia per Manish Arora, nuovo direttore creativo di Paco
Rabanne, che ha creato una donna musa e interprete delle meraviglie
architettoniche, artistiche e naturali dei nostri giorni. Abiti
scultura, effetti cromatici, brillantezza, leggerezza e solidità
contraddistinguono questa prima collezione dello stilista orientale,
che ha saputo creare un filo conduttore con i capi chiave del
marchio: gli abiti di maglie metalliche.
siamo giunti al termine del ciclone creativo delle Fashion Week,
tanti sono stati i contrasti e le querelle a bordo passerella, ma cerchiamo di
non perderci. La settimana Parigina si è confermata come un grande
caos di idee e culture dovuto alla varietà dei paesi di provenienza
e di formazione degli stilisti. Innumerevoli anche i debutti ufficiali di giovani designer a capo di maison dai nomi altisonanti come ad esempio il duo
di Opening Ceremony,
Carol Lim e Humberto Leon,
successori di Marras per Kenzo. In una collezione hanno cambiato
totalmente lo stile delicato dello stilista sardo, prediligendo forme più
funzionali con giochi di contrasti cromatici ed effetti grafici. Una
scelta non poi così vincente, considerando che dello spirito del
marchio non è rimasto niente, e anche se può essere apprezzabile il
tentativo di non voler recuperare materiale d’archivio, almeno non si
infanghi il nome di un innovatore della moda francese con del banale
street style americano leggermente raffinato per l’occasione.
Dopo il
successo della cruise collection dei mesi scorsi, ha debuttato
ufficialmente per Balmain il giovanissimo Olivier
Rousteing,
portando avanti l’idea di una donna androgina e rocker introdotta dal
suo predecessore Decarnin nel 2007. Tra pantaloni superslim e giacche
biker, luccicano i ricami e le applicazioni su giacche e microgonne.
Una donna piena di contrasti dalla linea essenziale e allo stesso
tempo eccessiva; ma anche dallo spirito aggressivo e allo stesso
tempo dolce, come traspare dagli elaborati disegni lavorati.
Grande
flop per il rapper Kanye West che ha voluto celebrare il suo
passaggio alla moda, davanti ad uno spietato parterre di cantanti e
fashion editor da tutto il mondo. La giovane star dell’hip hop ha
sbagliato a puntare su una fashion week importante come questa,
avrebbe più umilmente dovuto scegliere le tende di Bryant Park nella
cara New York. La sua collezione è ancora molto acerba e nonostante
l’uso di materiali preziosi e cenni di linee eleganti, non riesce a
trovare una vera e propria definizione. Non c’è un messaggio, ma
solo prodotto da vendere per chi subisce il fascino da bling bling.
Ben altra storia per Manish Arora, nuovo direttore creativo di Paco
Rabanne, che ha creato una donna musa e interprete delle meraviglie
architettoniche, artistiche e naturali dei nostri giorni. Abiti
scultura, effetti cromatici, brillantezza, leggerezza e solidità
contraddistinguono questa prima collezione dello stilista orientale,
che ha saputo creare un filo conduttore con i capi chiave del
marchio: gli abiti di maglie metalliche.
Finally
the Fashion weeks’ creative storm has ended, lots of contrasts and
controversy aboard the catwalk, but let’s not get lost. In this
Parisian edition there have been many new designers’ debuts as CEO of
big fashion houses, such as Carol Lim and Humberto Leon (Opening
Ceremony) for Kenzo. In just one collection they have totally changed
the delicate style of Marras, choosing functional shapes with
contrasting colors and graphic effects. This is not a successful
choice, because there’s no continuity with the originary spirit of
the brand. It can be appreciated the attempt of not retrieve archival
material, but is better not to disgrace the name of such an
innovative fashion designer with the banal American street style
slightly refined for the occasion.
After the success of the cruise
collection, the young Olivier Rousteing made his official debut for
Balmain, pursuing the idea of an androgynous and rocker woman
(introduced by Decarnin in 2007), with embroidered biker jackets,
shining micro-skirts and superslim trousers. A woman full of
contrasts: minimal and aggressive, but also sweet and baroque at the
same time, as reflected in the elaborate applications’ designs.
In
the end, the big fail of Kanye West. The rapper who wanted to
celebrate his moving to fashion, in front of an unforgiving audience
of singers and fashion editors from all around the world. The young
hip-hop star was wrong to participate at an important fashion week as
this. He should have humbly chosen the Bryant Park tents in New York.
His collection is still very immature and despite the use of precious
materials and elegant cuts, we can not find a real definition. There
is no message, but only a product to sell to those who are fascinated
by the bling bling.
Definitely another kind of story for Manish Arora, new
creative director of Paco Rabanne, who created a woman muse and
interpreter of the architectural and artistic marvels of the
contemporary world. Sculptured dresses, color effects, brightness,
lightness and strength are the characteristics of this first
collection, which has created a link with the key item of the brand:
the metal mesh clothes.
the Fashion weeks’ creative storm has ended, lots of contrasts and
controversy aboard the catwalk, but let’s not get lost. In this
Parisian edition there have been many new designers’ debuts as CEO of
big fashion houses, such as Carol Lim and Humberto Leon (Opening
Ceremony) for Kenzo. In just one collection they have totally changed
the delicate style of Marras, choosing functional shapes with
contrasting colors and graphic effects. This is not a successful
choice, because there’s no continuity with the originary spirit of
the brand. It can be appreciated the attempt of not retrieve archival
material, but is better not to disgrace the name of such an
innovative fashion designer with the banal American street style
slightly refined for the occasion.
After the success of the cruise
collection, the young Olivier Rousteing made his official debut for
Balmain, pursuing the idea of an androgynous and rocker woman
(introduced by Decarnin in 2007), with embroidered biker jackets,
shining micro-skirts and superslim trousers. A woman full of
contrasts: minimal and aggressive, but also sweet and baroque at the
same time, as reflected in the elaborate applications’ designs.
In
the end, the big fail of Kanye West. The rapper who wanted to
celebrate his moving to fashion, in front of an unforgiving audience
of singers and fashion editors from all around the world. The young
hip-hop star was wrong to participate at an important fashion week as
this. He should have humbly chosen the Bryant Park tents in New York.
His collection is still very immature and despite the use of precious
materials and elegant cuts, we can not find a real definition. There
is no message, but only a product to sell to those who are fascinated
by the bling bling.
Definitely another kind of story for Manish Arora, new
creative director of Paco Rabanne, who created a woman muse and
interpreter of the architectural and artistic marvels of the
contemporary world. Sculptured dresses, color effects, brightness,
lightness and strength are the characteristics of this first
collection, which has created a link with the key item of the brand:
the metal mesh clothes.
Tra
i grandi nomi parigini, sicuramente ha fatto discutere Karl
Lagerfeld. Non tanto per la collezione bon ton di Chanel dominata da
colori pastello, cipria e qualche accento caldo nella riproposizione
dei quadri di Kandinskiy, ma per la stoccata
nei confronti della moda italiana. “Troppo sfarzo si addice
forse al premier italiano, non al paese reale” ha detto
rispondendo a un’intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung. ”A
Milano in primavera si sono disegnati costumi pieni di strass e cose
del genere, questo corrisponde forse a Berlusconi, non al Paese
reale. Io invece ho proposto cose che le donne italiane possono usare
tutti i giorni”. Lo sappiamo che il Bel Paese è sulla gogna
mediatica internazionale grazie al penoso scenario politico che
possiamo vantare, ma non penso che la moda rispecchi affatto lo stile
di questo governo. L’oro visto in passerella è un chiaro messaggio
positivo e anti-crisi, è un richiamo alla bellezza di un tempo, a
quella ricchezza estetica che ha sempre contraddistinto l’Italia e
che non vuole sottostare ai lustrini, ai top e i volant da quattro
soldi degli show televisivi di quarta categoria. Oro come Bellezza e
non come potere (o bellezza del potere).
i grandi nomi parigini, sicuramente ha fatto discutere Karl
Lagerfeld. Non tanto per la collezione bon ton di Chanel dominata da
colori pastello, cipria e qualche accento caldo nella riproposizione
dei quadri di Kandinskiy, ma per la stoccata
nei confronti della moda italiana. “Troppo sfarzo si addice
forse al premier italiano, non al paese reale” ha detto
rispondendo a un’intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung. ”A
Milano in primavera si sono disegnati costumi pieni di strass e cose
del genere, questo corrisponde forse a Berlusconi, non al Paese
reale. Io invece ho proposto cose che le donne italiane possono usare
tutti i giorni”. Lo sappiamo che il Bel Paese è sulla gogna
mediatica internazionale grazie al penoso scenario politico che
possiamo vantare, ma non penso che la moda rispecchi affatto lo stile
di questo governo. L’oro visto in passerella è un chiaro messaggio
positivo e anti-crisi, è un richiamo alla bellezza di un tempo, a
quella ricchezza estetica che ha sempre contraddistinto l’Italia e
che non vuole sottostare ai lustrini, ai top e i volant da quattro
soldi degli show televisivi di quarta categoria. Oro come Bellezza e
non come potere (o bellezza del potere).
Among
the Parisian big names, Karl Lagerfeld certainly did discuss. Not
because of the bon ton Chanel collection dominated by pastel colors,
powder-pink and the revival of some Kandinskiy paintings, but for his
judgement on the Italian fashion. “Too much glitz is perhaps
suited to the Italian prime minister, not to the real country,”
he said in response to an interview with the Frankfurter Allgemeine
Zeitung.
“In Milan, Spring collections are full of rhinestones
and similar stuff, this is perhaps Berlusconi, not the real country.
I have suggested things that Italian women can use every day. “.
We know that Italy is on the pillory of the international media
thanks to the painful political scene that we can boast, but I don’t
think that Italian fashion reflects the style of this government. The
Gold seen on the catwalk is a positive anti-crisis message, it is a
reminder of the beauty of the past, it is a tribute to the aesthetic
richness we have and that do not want to be bound by the costumes of
trashy Berlusconi-Tv’s programs. Gold as the Power of beauty and not
as Beauty of the power.
the Parisian big names, Karl Lagerfeld certainly did discuss. Not
because of the bon ton Chanel collection dominated by pastel colors,
powder-pink and the revival of some Kandinskiy paintings, but for his
judgement on the Italian fashion. “Too much glitz is perhaps
suited to the Italian prime minister, not to the real country,”
he said in response to an interview with the Frankfurter Allgemeine
Zeitung.
“In Milan, Spring collections are full of rhinestones
and similar stuff, this is perhaps Berlusconi, not the real country.
I have suggested things that Italian women can use every day. “.
We know that Italy is on the pillory of the international media
thanks to the painful political scene that we can boast, but I don’t
think that Italian fashion reflects the style of this government. The
Gold seen on the catwalk is a positive anti-crisis message, it is a
reminder of the beauty of the past, it is a tribute to the aesthetic
richness we have and that do not want to be bound by the costumes of
trashy Berlusconi-Tv’s programs. Gold as the Power of beauty and not
as Beauty of the power.
Tornando
alle collezioni di Parigi, questa volta sono rimasto colpito
maggiormente da due designer dallo stile diametralmente opposto:
Lanvin e Maison Martin Margiela. Alber Elbaz ha stupito tutti con una
donna sofisticata, ed essenziale avvolta in abiti monocolor decorati
da applicazioni di strass e brillanti che riproducono un serpente
tentatore, come una contemporanea versione della Giuditta Klimtiana o
una moderna Cleopatra incoronata con collari alati: entrambe femme
fatale di altri tempi riportante ai giorni nostri, in pieno stile
Lanvin.
alle collezioni di Parigi, questa volta sono rimasto colpito
maggiormente da due designer dallo stile diametralmente opposto:
Lanvin e Maison Martin Margiela. Alber Elbaz ha stupito tutti con una
donna sofisticata, ed essenziale avvolta in abiti monocolor decorati
da applicazioni di strass e brillanti che riproducono un serpente
tentatore, come una contemporanea versione della Giuditta Klimtiana o
una moderna Cleopatra incoronata con collari alati: entrambe femme
fatale di altri tempi riportante ai giorni nostri, in pieno stile
Lanvin.
Returning
to the Parisian collections, this time I was struck by two
diametrically opposed designer: Lanvin and Maison Martin Margiela.
Alber Elbaz has surprised everyone with a sophisticated woman,
wrapped in minimal and monocolor clothes decorated with rhinestones
and diamonds depicting a tempter snake. They are like a contemporary
version of a Klimt’s Judith or a modern Cleopatra crowned with winged
collars. Femme fatales in full Lanvin style.
to the Parisian collections, this time I was struck by two
diametrically opposed designer: Lanvin and Maison Martin Margiela.
Alber Elbaz has surprised everyone with a sophisticated woman,
wrapped in minimal and monocolor clothes decorated with rhinestones
and diamonds depicting a tempter snake. They are like a contemporary
version of a Klimt’s Judith or a modern Cleopatra crowned with winged
collars. Femme fatales in full Lanvin style.
Il
team Margiela invece si è riconfermato come emblema della moda
alternativa e fuori dalle righe, che con le sue provocazioni e
creazioni diviene interprete estemporaneo di culture e mondi diversi,
fuori dalla realtà, quasi onirici. Questa volta sembra di volare su
un tappeto, si sente il vento che avvolge una principessa dai capelli
biondi la cui veste di seta si muove assecondando la corrente d’aria.
I tappeti inoltre appaiono avvolti attorno al corpo, i fili delle
trame e la passamaneria ornano gli orli e ironicamente sono inseriti
nelle buste di plastica per poter essere trasportati da una parte
all’altra del mondo tramite spedizione aerea e non più con le ali
della fantasia delle atmosfere da Mille e una Notte.
team Margiela invece si è riconfermato come emblema della moda
alternativa e fuori dalle righe, che con le sue provocazioni e
creazioni diviene interprete estemporaneo di culture e mondi diversi,
fuori dalla realtà, quasi onirici. Questa volta sembra di volare su
un tappeto, si sente il vento che avvolge una principessa dai capelli
biondi la cui veste di seta si muove assecondando la corrente d’aria.
I tappeti inoltre appaiono avvolti attorno al corpo, i fili delle
trame e la passamaneria ornano gli orli e ironicamente sono inseriti
nelle buste di plastica per poter essere trasportati da una parte
all’altra del mondo tramite spedizione aerea e non più con le ali
della fantasia delle atmosfere da Mille e una Notte.
Margiela’s
team is reconfirmed as a symbol of alternative fashion, which with
its provocations and impromptu creations became an interpreter of
different cultures and dreamlike worlds. This time it seems to fly on
a carpet, you feel the wind that envelops a princess with blonde hair
whose silk dress moves favoring the flow. The carpets are also
wrapped around the body, the threads of the plots and the trimmings
adorn the edges. The clothes are ironically inserted into huge
plastic bags, maybe to be transported via air mail, rather than on
the wings of fantasy, like in One Thousand and One Nights.
team is reconfirmed as a symbol of alternative fashion, which with
its provocations and impromptu creations became an interpreter of
different cultures and dreamlike worlds. This time it seems to fly on
a carpet, you feel the wind that envelops a princess with blonde hair
whose silk dress moves favoring the flow. The carpets are also
wrapped around the body, the threads of the plots and the trimmings
adorn the edges. The clothes are ironically inserted into huge
plastic bags, maybe to be transported via air mail, rather than on
the wings of fantasy, like in One Thousand and One Nights.
Paris Fashion Week Trend Report
Verde Green
Nude Look e Trasparenze Nude Look, Transparencies
Oro e Riflessi metallici Gold and Metallic reflections
Tagli e forme fluide Fluid shapes
Floreale Floral
Bon Ton
Dark Dark mood
Architettonico Contemporary architecture inspiration
Over Over and relaxed
Maschile Masculin
Stampe grafiche Graphic prints
Ricami e applicazioni Embroidery
le tue recensioni delle sfilate sono una manna dal cielo per orientarsi.
ottimo lavoro 🙂
http://nonsidicepiacere.blogspot.com/
Great post! and Beautifull collections!
Have a nice week!!!
Hugs
JK
http://mrkanerule.blogspot.com
WHAT A POST HONEY!! I LOVE IT SO SO MUCH! thanks a lot
xx
http://www.sickbytrend.com
Dont you think they should fire Nicola from Mugler, and hire Manish instead? Everything is so Thierry in Paco.
Una moda per pochi..
Baci Andy
Passa da me se vuoi : http://www.fashionscarfboy.com/
HI Tonio! I agree with you, but I think that Nicola’s position it’s just a matter of business to relaunch the Mugler fashion house, so that Thierry could make a lot of money selling the licenses. Formichetti has a big number of followers thanks to Lady Gaga partnership, Manish Arora can’t have the same attraction. I don’t think that Nicola is bad, but is definitely another kind of style than Thierry’s one. I loved the Paco Rabanne collection, so modern and vintage at the same time, i prefer the archival research! ;)))
Perchè alcuni stilisti al posto di progettare dei parafanghi non cominciano a disegnare dei vestiti?
Lollo
Stai diventando uno specialista della recensione! bravissimo!!
A me è piaciuto moltissimo Balmain!
xoxo
Veronica
cool review, my favourite Paco Rabbane.
Thanks for your comment
Bello mi piace!!! http://www.aftertheshave.com sei il benvenuto tra gli amici
Lagerfeld mi ha stuccato con la sua critica a Milano. Le mie marche preferite sono quasi tutte francesi (3 di 5, per la precisione: Hermès, lanvin e Vilebrequin, che però non fa testo non sfilando), però stavolta ho preferito di gran lunga Milano. Simpatici comme des garcons e McQueen che è sempre molto bello, anche se la Burton non ha uno stile proprio, sembra che rimanga lee.
Hermès mi ha deluso: l’ anno scorso era una buona commistione di Lemaire ed eredità della maison (Il viaggio, lo sportwear di lusso, la pelle…), questa collezione mi è parsa 100% lemaire, con un minimalismo stupido (c’ è minimalismo e minimalismo, farlo bene è difficile) e quei capelli da frate…
Ha annientato lo stile di una maison di 174 anni!
Comunque queste sono opinioni personali. Complimenti per la recensione, molto bella!
Ciao ragazzi, grazie a tutti dei commenti, sempre interessanti e che mi danno spunti per molte riflessioni.
Sarà orgoglio patriottico, sarà che a me piace lo stile sussurrato e non quello urlato, sarà tutto ciò che volete voi, ma io penso che Milano non riesca davvero a batterla nessuno. Karl o non Karl, Milano regna incontrastata nel reame del bello. Come potete immaginare per fare queste recensioni visualizzo tutte le sfilate, anche quelle degli esordienti, sperando di trovare qualcosa di davvero nuovo. E invece? Tutti che fanno e ripropongono le stesse identiche cose. Ma come è possibile che dopo neanche un giorno si fossero delineati già TUTTI e dico TUTTI i TREND di stagione? E’ davvero incredibile! E mi sono limitato nella scelta delle foto per non risultare troppo cattivo, ma è stata davvero dura. Alcuni abiti erano identici da una passerella all’altra…cambiava solo la modella! A Milano certamente può succedere, ma c’è sempre quel dettaglio o quell’elemento che riesce a far distinguere la lettura dell’abito e quindi farlo percepire come totalmente diverso. Speriamo i francesi imparino ad accettare le proprie sconfitte!