In questi giorni a New York sfila la moda americana. Tanti gli esordienti, come tanti i nomi sconosciuti al vecchio continente, ma bando al campanilismo e divertiamoci a spiare nei tendoni di Bryant Park. Scopriamo insieme i trend e migliori outfit della new york fashion week spring summer 2011.
La business woman americana potrebbe benissimo portare gli outfits di Ruffian: per il giorno camicia o top lurex abbinati a gonne dalla vita alta con spacco centrale e fodera stampata a fantasia geometrica, per la sera un abito drappeggiato sui fianchi, sempre con spacco centrale.
Sempre per la sera, rimanendo sui capi classici, c’è chi, come Altuzarra, rilegge lo smoking con fascia in vita o chi,come Adam, propone un look fresco e candido dall’effetto ballerina con gonna lunga leggera e svolazzante dal top ricamato o tempestato di Swarovsky.
Le eterne Audrey punteranno sui tubini: con un gioiello eccentrico per Ports1961 o la versione sfrontatissima a mezza coscia con le maniche a tre quarti per Richie Rich.
Azzardate trasparenze nelle applicazioni effetto pizzo di Cushnie et Ochis, ben diverse dagli strati di veli di BCBG Max Azria.
Splendido Laser cut dal rigore geometrico per Cynthia Rowley che, ad un profondo scollo, preferisce una scomposizione optical, mentre, Prabal Gurung intesse i cerchietti tagliati ricomponendoli in un nuovo pattern.
Ispirazione Greca con reminiscenze del Delphos di Mariano Fortuny per Vena Cava e Ports1961. Nel primo caso è stata privilegiata una linea morbida, un po’ over size, nel secondo, la vita è stretta dalla fascia seminascosta nel drappeggio laterale. Effetto panneggio anche per Doo.Ri che opta su una comoda vestibilità dalle tinte neutri e dai tessuti bio.
Madre Natura crea tripudi di fiori sugli abiti da cocktail di Jason Wu nella doppia versione, con spalline o senza. Effetto piume di struzzo per Prabal Gurung ottenuto con fluttuanti frange di tessuto.
Look Bon ton per la linea di Victoria Beckham che ha presentato la sfilata ad un selezionatissimo parterre di sole 50 persone. Classici tubini rivisitati con linee moderne e zip a vista. Per la sera un abito lungo rosa dalla linea semplice a pulita. Per il cocktail, stile retrò, ma sensualmente sopra il ginocchio!
Pratica di scultura negli origami di Prabal Gurung e nelle trame sovrapposte di Georges Chakra. Il primo avvolge il corpo nelle spire di un serpente, il secondo crea un effetto gabbia.
Trionfo delle stampe In queste passerelle. Alberta Ferretti, per la linea young Philosophy si è ispirata all’oriente mixando tradizione e modernità, animalier e decorazioni tipiche cinesi, occidente e sol levante.
Per Diane Von Furstenberg, la vera regina delle stampe, non c’è stagione senza motivi floreali e optical adatti ad abiti freschi e divertenti in puro stile americano, per il giorno, da cocktail e per la sera.
L’eterna gara tra stampe optical e stampe ispirate alla natura anche quest’anno sarà ardua. Per le fantasie optical scendono in campo: Peter Som, che propone linee morbide e curve simili alla carta marmorizzata o geometrie spezzate e colorate d’impatto futurista; Prabal Gurung con pochi segni ricorda i tagli di Lucio Fontana e infine Cynthia Steffe ha immaginato una trama di pixel.
Sul fronte “naturale” si schiera sicuramente Carlos Miele, con le farfalle tropicali che svolazzano su tutto il vestito, ed Erin Fetherston che ha immaginato una fluida cascata di fiori sul corpo.
La menzione d’onore spetta, però, a Carolina Herrera: ha immaginato una bella giardiniera che romanticamente raccoglie fiori per il suo erbario, che non si trova sulle pagine di un libro, ma appeso nel suo armadio.
Tom Ford ha pensato di trasferire amiche e super vip sulla passerella per la sua prima collezione femminile. Ovviamente ingresso più che blindato con divieto assoluto di macchine fotografiche, l’unica eccezione è stata fatta per l’amico Richardson, che già ha curato le sue campagne pubblicitarie. Le immagini della sfilata saranno diffuse solo da dicembre sul sito ufficiale: è una sorta di protesta al sistema moda di oggi che non crea più un’attesa e un senso del desiderio nel cliente, che invece viene bombardato con le stesse immagini in un periodo lungo 6 mesi: dall’uscita in passerella all’uscita del capo in boutique.
Le paillettes risplendono nella City e Thakoon le applica su abiti da sera, le trasforma in squame, le squame del pitone. Jenny Packham crea uno splendido abito dal romantico effetto Lago dei Cigni in piena sintonia con il motivo fluido, quasi acquatico del vestito lungo blu di Halston.
Confermato il trend applicazione di fiori. Grande in pelle sulla vita o in tessuto sulla spalla per Marc Jacobs, petali multistrato per Monique Lhuillier e Gudnitz Couture
Linee pulite per Chado Ralph Rucci che anima i vestiti da sera con trasparenze e maxi stampe particolari come la coppia di corna di cervo. Fluido invece il movimento dei pepli ingioiellati di Halston.
Infine un giovane alternativo, Rad Hourani, che immagina un futuro senza distinzione di genere, abiti unisex in latex e cotone. Pantaloni ultra slim e giacche camicie con maxi tasche.
Michael Kors ha deciso che per la prossima estate non ci debbano essere tacchi, ma sono sandali o scarpe raso terra e in più ha abolito totalmente il nero. I colori sono freschi così come i tessuti: di sicuro effetto il tubino simil-edera rampicante o il peplo fucsia. Per l’uomo tanti capi classici e un mega collo sciallato per il maglioncino di cotone bianco a trama grossa.
Il duo al femminile Marchesa da qualche anno strega il popolo americano sui red carpet. Non c’è manifestazione in cui almeno una vip non sfoggi uno degli abiti di questa linea che prende il nome dalla iconica Marchesa Luisa Casati, personaggio bizzarro ed eclettico di inizio Novecento. Abiti intarsiati, scultorei o a strati di tulle, ma con un unico comune denominatore, l’ispirazione romantico-floreale in sfumature di rosa cipria e lilla.
Ecco finalmente uno degli stilisti più alternativi sulla scena, creatore di look stravaganti e ad alto tasso d’ironia, Jeremy Scott. Ne sono rimasto stregato già da quando sfilava in Europa e ad ogni passerella non si è mai smentito. Molti associano il suo nome a Lady Gaga, una vera accoppiata vincente: disegnatore di look irriverenti per una personalità fuori dall’ordinario. Il tema conduttore di quest’anno è il consumismo: la busta della spesa con tanto di messaggio pubblicitario è diventata una blusa di seta bianca; le lattine di birra sono un ottimo tessuto per il mini dress da cocktail; le fette di prosciutto sono l’ideale per tubini con maniche a 3/4 o addirittura per il costume da bagno, da abbinare agli stivali bianchi a piede di porco. Infine la metafora più provocatoria, l’abito da sposa versione camicia di forza da interpretare in due modi: l’amore fa impazzire o il matrimonio è una prigione…meglio la prima no?
Oscar de la Renta propone tanti cocktail dress floreali, stampati o in pizzo, così come sono floreali gli abiti da sera che ricordano gli abiti da ballo degli anni 50.
Infine Ralph Lauren, il re del country style, che ripropone suede e frange, ma che personalmente preferisco nella versione serale con abiti lunghi in lurex o con applicazioni nei più svariati tipi di tessuti leggeri.
Voglio concludere questa rassegna con un’osservazione. In questi giorni ho avuto occasione di verificare come il sistema moda americano funzioni molto meglio di quello italiano. Non sto parlando della qualità dei capi, ma della grande organizzazione che c’è dietro questa fashion week. Nomi sconosciuti, nuovi talenti, vecchi volti e grandi maestri si alternano nel meccanismo che lavora per la gloria del costume americano. In Italia, invece, regna la legge naturale della sopravvivenza, non c’è un’unione effettiva, tutti si devono distinguere come micro-eccellenze, non pensando che giocare da soli, soprattutto in questi periodi di crisi, è dannoso per le singole aziende e per l’intero sistema moda italiano. Si diceva che la musica sarebbe dovuta cambiare grazie al nuovo calendario milanese della durata effettiva di sette giorni (22-28 settembre) con i grandi nomi distribuiti in tutto l’arco di tempo, ma l’inspiegata esclusione di Elena Mirò, il ritiro di Luciano Soprani e l’ultima giornata che consta solo di due sfilate, non fa presagire il gran cambiamento tanto augurato. Non ci resta che vedere cosa accadrà.
green dress is very sexy!
hugs from bcn.
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