Dopo le passerelle trionfali Made in Italy in cui si sono confermati i nuovi trend della prossima stagione, è il tempo della paris fashion week spring summer 2011, la settimana della moda più attesa di tutte.
Ann Demeulemeester realizza composizioni black and white stratificate con ispirazione militar chic, un’aria invernale, più che primaverile. La particolarità: gonne asimmetriche, una parte lunghissima fino alla caviglia, l’altra ultra mini.
Per Balenciaga cappotti a maxi pied-de-poule e camicie smanicate con patchwork di fantasie floreali. Il dettaglio in più: la cintura fasciante in pelle nera borchiata.
Linee dark punk per Balmain: pelle nera, strappi, applicazioni, tagli, stampe e aggressive trasparenze.
Zac Posen realizza una donna ibrido tra Crazy Horse, punk e gran gala. Materiali variegati che si intrecciano in geometrie, fantasie, maliziose trasparenze e applicazioni di piume.
Dries Van Noten punta su colori pastello e fantasie floreali ricamate. A volte ritornano: giacche con spalline oversize.
Atmosfera robotico-aliena per Gareth Pugh che strizza le donne in pantaloni attillati con rilievi geometrici o le avvolge in cappotti multistrato con pied-de-poule di McQueeniana memoria. Colori: bianco, nero, metallico.
Per Guy Laroche sinuose donne dell’upper class sfoggiano leggerissimi abiti di seta in gradazioni terra o turchese; giochi di fantasie o tinta unita. Per Nina Ricci la signora bon ton può giocare invece con colori shocking e stratificazioni di tulle, seta, pizzo, oppure giacche e tailleur black and white.
Da Manish Arora esplosione di colori, forme e fantasie di ogni genere: dai pois, ai fiori, alle cornici. Creazioni fuori dall’ordinario per personalità eccentriche, ma soprattutto self-confident con forte dose di autoironia. Tra i dettagli stravaganti: maxi applicazioni metalliche sulle superspalline.
Rochas introduce qualche punta di colore forte come il blu elettrico per poi cedere il posto alle fantasie, il bianco dai volumi scultorei e vaporosi o il nero delle trasparente.
Rick Owens fa sfilare ieratiche vestali contemporanee che non si perdono in fronzoli e decorazioni. Volumi scultorei, tagli netti e contenuti che slanciano la figura donandola serietà e solennità. Il dettaglio in passerella: le acconciature sembrano tiare degne di regine e matrone di antiche età matriarcali.
Ispirazione americana per Dior, donne un po’ pin-up, un po’ vacanziere nei mari del sud. Sembra di vedere le pellicole anni 50 dove si faceva incetta di frangette corte e il trucco era solo un velo di rossetto. Dal giorno in mini abiti leggeri di seta con decorazioni floreali, sia stampate che applicate; alla sera in versione lunga, con ricami strutturati e maxi collane che incorniciano il corpo reso visibile dalle trasparenze della seta.
Issey Miyake passa del rigore geometrico con ispirazione optical di Victor Vasarely ai patchwork colorati, un mix culturale che si diffonde anche negli accessori, non più cappelli, ma dei veri copricapi metropolitani.
Climi orientali per la donna Lanvin. Mix di seta, satin, cotone, trasparenze, asimmetrie, applicazioni gioiello, tinta unita, fantasie, il tutto declinato secondo linee e forme sobrie e ricercate per una donna elegantissima per ogni occasione.
Maison Martin Margiela rimane fedele al suo dictat alternativo. Abiti scultura, ma paradossalmente bidimensionali. Non sono volumi, ma divertenti fogli di tessuto applicati, come i vestiti per le sagome di carta che si fanno (o facevano…vista la società odierna) da bambini. Con dettagli come chiusure lampo, drappeggio o cinture, il foglio prende vita e questo magari ci fa riflettere su come moda e costume siano ancorati a certi archetipi formali che difficilmente si riescono a stravolgere e che quindi è inevitabile la ciclicità della moda, eccezion fatta per il gruppo degli outsiders di cui Margiela fa sicuramente parte.
Tra gli outsiders possiamo considerare sicuramente anche Vivienne Westwood che ad ogni collezione si diverte a stravolgere i canoni della normalità destrutturando i tagli classici e mixando tessuti e fantasie in un vortice di colori. Ogni outfit è un pezzo a sé, una composizione diversa, accomunate da un’unica cosa, la fantasia di Vivienne.
Tra gli orientali più famosi si annovera il decostruttivista Yohji Yamamoto che presenta una collezione total black con stratificazioni e asimmetrie con qualche cenno di colore nelle stole o nella gonna a fantasia floreale. Il trucco essenziale: bianco latte e labbra rosso spento.
Sicuramente uno dei trend della paris fashion week spring summer 2011 è la scelta di colori brillanti, specialmente nelle gradazioni calde dal rosso al rosa shocking, con pizzichi di limone e punte fresche di turchese. Ne sanno qualcosa Cacharel e Chapurin, che impreziosiscono i loro abiti solo grazie all’aiuto di queste forti cromaticità.
Haider Ackermann immagina una donna sensuale con scolli profondi e tagli che evidenziano la vita. Ispirazioni orientali e conferma dell’importanza del colore nella prossima stagione.
Provocatorio come sempre Jean Paul Gaultier che inizia e conclude la sfilata con una modella over size, niente meno che Beth Ditto, la cantante dei Gossip, che sta spopolando tra le ragazze curvy per le sua collezione lanciata a settembre. La collezione alterna stili diversi, dal punk-rock con tanta pelle e calze a rete, alle ispirazioni naturali con piante e i plissé e infine le stampe 3D, proposte anche nella collezione uomo, da vedere con gli appositi occhialini.
Junya Watanabe propone un eterno contrasto tra bianco e nero, bianco e blu nei suoi abiti a righe che traggono ispirazione dallo stile navy, quei completi da marinaretto tanto in voga nel primo Novecento.
La regina del tricot, Sonia Rykiel conferma il suo stile pieno di colori, di fantasie geometriche e righe. Forme over per giacche e top, su pantaloni attillatissimi. Dettaglio: le nappine gioiello del cappello.
Tsumori Chisato festeggia i suoi 20 anni di carriera mantenendosi fedele al suo stile onirico. I trompe-l’oeil ricordano gli esordi di Elsa Schiaparelli quando realizzava maglioni “armeni” con i colletti e fiocchi, o molto più avanti nella carriera, i disegni surrealisti di Dalì e i versi di Picabia. In questa collezione non mancano le strisce, i contrasti di colore e immagini molto care alla stilista come le silhouette feline.
Loewe conferma il trend dei colori, ma aggiunge anche le fantasie, stampe raffinate ed eleganti. Sequenze ritmate di farfalle, a contrasto con lo sfondo monocolor, seguono le curve del corpo come fossero appoggiate su un velo adagiato sulla pelle.
Victor & Rolf, gli outsider, hanno pensato una collezione incentrata sul tema della camicia. Ogni vestito è una reinterpretazione del capo classico per eccellenza: polsini, pettìne, sbuffi e rouches si ingrandiscono a dismisura, si scompongono e creano abiti per tutte le occasioni.
Costume National sposa il filone dei colori brillanti – rosso, arancione, celeste e blu – declinati in forme semplici dalle linee pure. Scolli a V e silhouette dritte con dettagli essenziali come le simil-cinture in vita.
Fantasie floreali per Alexis Mabille. Il re dei papillon propone un perenne contrasto tra bianco e nero non solo nei fiori stilizzati, ma anche nelle forme geometriche e nelle cornici rigate. Dettaglio: la calza a rete ha maglie così larghe che sembrano i lacci dei sandali alla schiava.
Celine propone un look oversize con variazioni di materiali – dalla pelle, al cotone alla seta-,ma mantenendo una rigidità cromatica. Total look Blu navy o bianco pallido, con un’unica eccezione, le composizioni geometriche nei toni del blu e del verde, staccati con il rosso della vita bassa. Dettaglio: le maniche della giacca ricordano le ali di una libellula.
Chloè sceglie il bianco, il nero, il cipria e il marrone per i suoi look essenziali. Un semplice top, un dolce vita o una camicetta smanicata si abbinano a gonne a campana, a portafoglio o a stratificazioni di seta plissè.
Nella sfilata di Estrella Archs è sembrato di assistere ad un’esibizione di isadora Duncan, la leggendaria ballerina che ruppe con la danza classica accademica abolendo le “innaturali” scarpette a punta e gli artificiosi costumi, preferendo abiti leggeri ispirati agli antichi pepli e danzando a piedi nudi per favorire la libertà e l’espressività dei movimenti. Rosa in tutte le sfumature accompagnato da motivi rigati in bianco o nero su abiti leggeri con mantelline svolazzanti.
John Galliano si ispira ad una famosa diva di inizio Novecento che stregò tutti gli artisti di Parigi, Maria Lani. Ogni abito è una reinterpretazione di quel volto e di quel clima culturale che si viveva nella Parigi del tempo. Tanti artisti ritrassero questa donna che finse di essere un’attrice e ammaliò tutti per la sua personalità. Galliano la reinterpreta nel trucco senza mezze misure – o molto pesante, o molto leggero- e negli abiti ricchi di dettagli: dallo studio delle forme gonfie e piene, alle applicazioni, alle fantasie floreali stampate, ai forti contrasti cromatici o gli effetti cangianti.
Linee essenziali per Giambattista Valli che interpreta l’animalier con inserti colorati dal forte carattere geometrico. Per la sera abiti principeschi ricchi di dettagli come rouches volants e applicazioni floreali di ogni genere, il tutto nelle tinte del bianco e del giallo.
Inizio in sordina per Stella McCartney che dalle giacche e camicione oversize monocolor, passa a fantasiose stampe vegetali che ricordano i festoni rinascimentali con ogni genre di frutto di stagione dai pomi ai limoni alle arance.
Total black e animalier per Givenchy. Ispirazione punk e tribale nelle applicazioni di piume e pelle. Tessuti leggeri, trasparenze e cerniere a vista si mixano per la giungla metropolitana.
Poetico Stefano Pilati per Yves Saint Laurent che con tagli essenziali valorizza il corpo della donna fasciandolo in tute leggerissime, maxi camicioni bon ton con fiocco o cappottini di pelliccia. Le ostentate trasparenze e le lucentezze riflesse degli scolli in satin sono riservate per la sera dove blu e nero la fanno da padrone.
Un moderno Valentino quello proposto da Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli, rilettura contemporanea di uno stile d’altri tempi. Trasparenze e pizzo, strati di organza e rouches con fiori e applicazioni gioiello nei toni carne, bianco e nero.
Giambattista Valli per Moncler Gamme Rouge, si sbizzarrisce in scomposizioni formali per mostrare una ragazza bon ton anche in chiave urban-chic con maxi dettagli a contrasto come i tasconi o le chiusure lampo.
Karl Lagerfeld propone tantissimi outfit totalmente diversi l’uno dall’altro, non replicandosi mai. Lo scenario è un grande giardino all’italiana black and white riproposto anche nelle lavorazioni della maglieria. Il nero è tornato dominante ed è arricchito da applicazioni gioiello e ricami scultorei. Immancabili i tailleur nelle tinte pastello dai tagli più svariati.
Infine ecco il debutto del braccio destro di Alexander McQueen, Sarah Burton, che da tanti anni segue la collezione donna. Lei dice di voler mantenere lo stile della maison -e questa collezione ne è la dimostrazione- però ribadisce che sicuramente non ci sarà più l’approccio di Alexander nella presentazione dello show, lui era un genio in questo! La collezione presenta lo stesso stile del maestro, ma sicuramente un approccio diverso alla femminilità e al corpo della donna. Dalle stampe barocche si passa a completi militari con pantaloni a vita bassa e tanti ricami dorati, eco d’archivio ben riuscito e reinterpretato.
Gli abiti scultura rimangono il pezzo forte: tessuti violentati con il laser di cui rimangono solo i ricami floreali del pizzo nero, le geometriche simmetrie delle ali di farfalla, gli intrecci della paglia e delle spighe di grano, il trionfo delle piume.
Grande cura nei dettagli e come al solito nelle calzature, i tacchi sono sculture futuristiche in movimento, un po’ alla Boccioni, con fiori che aleggiano al frusciare del vento caldo estivo.
E’ molto presto per poter giudicare se l’allieva sarà in grado di mantenere il percorso del maestro, ma, almeno per adesso, sembra che l’anima di McQueen sia immutata.
Elie Saab interpreta l’eleganza con sfumature rosa, azzurre e stampati astratti alla Kandinsky, abiti lunghi e ricchi di sensualità ad ogni movimento.
Jean Paul Gaultier saluta Hermès dopo 7 anni di onorato servizio, una collezione di cavallerizze con eleganti dettagli, dai morsetti alle fibbie, alle cintura in cuoio, ai cappelli a falda larga alle fruste. Colori sabbia, oro, marrone, nero, pochi contrasti e un unico must: il pantalone lungo.
Kenzo propone patchwork di fantasie floreali e righe per festeggiare in grande stile i 40 anni della maison da tempo si è affidata alla filosofia Marras che ha portato una brezza sarda sulla linea “occidentalmente nipponica”.
Louis Vuitton interpreta una donna oriental inspired, dalle sete alle piume, passando per le fantasie floreali e animalier tigrato in un concentrato di colori, dal viola al giallo. Il dettaglio in più: sensuali trasparenze con veli di pizzo non a trama floreale, ma rigorosamente monogram LV.
Miuccia Prada chiude la paris fashion week spring summer 2011 con la collezione giovane Miu Miu, con maxi stampe a stelle e spalline ricamate e intrecciate, lunghezze sotto il ginocchio e le giacche di pelle ricamate a rilievo a tema floreale.