Durante l’ultimo Pitti Uomo 79 è stato celebrato il centesimo anniversario della casa di moda bergamasca Trussardi e per l’occasione Firenze e tutto il popolo della moda accorso in città, hanno vissuto una settimana “Trussardina”.
Milan Vukmirovich ha presentato la nuova collezione uomo autunno inverno 2011/2012, lo chef Andrea Berton ha trasferito la cucina del ristorante Trussardi alla Scala offrendo un menù studiato appositamente per l’occasione, e il direttore artistico della fondazione Nicola Trussardi, Massimiliano Gioni ha pensato una “mostra delle mostre” dal titolo 8 e 1/2, il tutto nella decadente e affascinante location della Stazione Leopolda.
Il percorso di visita a questa versione temporanea della Fondazione Nicola Trussardi inizia già all’esterno con l’istallazione luminosa di Martin Creed, “Everything is going to be alright”, posta sulla facciata del portico d’ingresso. E’ una sorta di invito ai visitatori, li ammonisce che andrà tutto bene e che possono immergersi nel Trussardi world.
All’ingresso una delle opere più divertenti, Short Cut (scorciatoia) di Michael Elmgreen e Ingar Dragset, la Fiat Uno bianca con roulotte al seguito che sbuca direttamente da un impensabile viaggio di ritorno dal centro della terra. Subito dopo lo sguardo viene catturato dall’enorme autoritratto aerostatico di 20 metri del polacco Pawel Althamer. Questo grande pallone sorvolò Milano nel 2007 e simboleggia con grande ironia la manifestazione dello smisurato ego degli artisti. Date le dimensioni, è per metà sospeso in aria con dei tiranti e il resto steso su una pedana bianca attorno alla quale è possibile girare e vedere come effettivamente l’artista abbia sagomato i teli, ma soprattutto li abbia dipinti ricreando ogni dettaglio come la peluria e l’incarnato.
Le sale laterali ospitano le video istallazioni di: Darren Almond, che interpreta i deja vu della propria nonna con i ricordi della giovinezza; Tacita Dean che crea delle still life nello studio del pittore bolognese Giorgio Morandi riprendendo disegni, oggetti e bottiglie impolverate; Fischli e Weiss che travestiti da orso e ratto vagano per le stanze di Palazzo Litta nel film “Parts of a Film with Rat and Bear”; Anri Sala che ha ritratto il lamento musicale del sassofonista Jemeel Moondoc all’ultimo piano di un palazzo della periferia di Berlino e infine le vicende dell’artista tedesco John Bock,con macchine irreali, astronavi, clown e pupazzi.
I video sono intervallati dalle sale in cui sono visibili le gigantografie di Paola Pivi in cui il mondo dell’assurdo prende il sopravvento. Tre foto in cui una coppia di zebre compare in un candido paesaggio montano, oppure una moltitudine di cinesi guarda l’obiettivo con fare minaccioso e braccia conserte, e infine la foto più strana, un prato verde su cui si manifestano animali bianchi, dalle pecore ai conigli fino ai serpenti e agli orsi bianchi.
In un’altra saletta ecco uno dei miei artisti contemporanei preferiti, Maurizio Cattelan, che con il suo autoritratto doppio We (Noi due), coinvolge e stupisce il visitatore. Infatti, in un angolo della stanza c’è un piccolo letto su cui sono stesi due uomini, sono vestiti di nero, piano a piano si realizza che siamo ad una veglia funebre, ma gli occhi di Cattelan e del suo clone sono aperti. Tante sensazioni coinvolgono lo spettatore, dalla riflessione sulla vita al giorno d’oggi, ad una grassa risata, fino allo stupore per la ricchezza dei dettagli iperrealistici.
Distogliendo un attimo lo sguardo dalle opere si avvicina un guardiano, non dice niente, mi guarda fisso negli occhi e piano piano inizia a slacciarsi le scarpe, si toglie la cravatta, si toglie la giacca, la camicia, i pantaloni, rimane in mutande! Dopo lo shock iniziale, una risata mi assale, nella sala le reazioni sono le più diverse. In alcuni l’imbarazzo cresce sempre di più, tanto che devono cambiare sala, ma non è un maniaco, è una performance pensata dall’artista Tino Sehgal: alcuni dei guardiani dello spazio, sono attori che rendono la Stazione Leopolda un vero e proprio teatro. L’obiettivo dell’artista è raggiunto.
La mostra si conclude con due opere: l’irriverente Pink di Paul McCarthy, dove un George W. Bush di silicone rosa shocking consuma un rapporto zoofilo con un maiale: metaforica e alquanto ironica parodia della società contemporanea durante il mandato del presidente americano; e infine la Casa di Pane di Urs Fiischer. Questa istallazione ci trasporta in un mondo fiabesco, citando la casetta della strega di Hansel e Gretel. Tutti i tipi di pane sono stati assemblati per ricreare una vera e propria casa, in cui addirittura si può entrare e vedere come l’opera si deteriori e viva la sua vita.Entrando, infatti, si ha l’impressione che l’intera casa cada da lì a qualche secondo e oltre ad annusare lo strano odore di muffa e pan grattato, è divertente vedere come le baguette siano elementi portanti della struttura o della copertura quasi interamente crollata, mentre i filoncini e i panini posti trasversalmente diventano mattoni per il tamponamento dei muri. E’ un’opera in divenire, in continua trasformazione, sempre sull’orlo della fine.
La mostra rimarrà aperta fino al 6 Febbraio ed è ad ingresso gratuito, il mio consiglio è di visitarla durante questo weekend in concomitanza con la 17esima edizione della Vintage Selection in modo che allo shopping e alla moda si possa abbinare la cultura e l’arte proprio come sosteneva Nicola Trussardi.
Ciao trussardi lo amo….il tuo blog interessante…ti voglio sostenere e ti seguo….vieni a vedere il mo e ricambiare se vuoi….sappi che mi faresti solo felice….ti aspetto
http://vale-zagu.blogspot.com/
Ma ciao, solitamente non scrivo commenti, perchè non trovo molti blog interessanti… ma effettivamente il tuo lo è, mi piace ciò che scrivi!
Ti ringrazio per il commento che hai lasciato sul mio blog, mi ha fatto davvero piacere!
Un bacio Lala
a presto
Bellissimo post, complimenti! Hai un blog veramente interessante e la tua review della mostra mi è piaciuta molto. Spero di riuscire ad andare a vederla dal vivo. Thanks for sharing!
http://www.thebigiofactor.blogspot.com
Gran bel post. Lasciandomi guidare dalle tue descrizioni mi hai fatto rivivere l’anima della mostra! Mi piace molto il tuo blog. Io cercherò di mantenere fede al mio impegno. E cmq… guardandomi un pò intorno, quanto hai ragione! Ho letto addirittura che una ragazza ha buttato giù dal letto il padre per farsi fotografare!!!!!
Vedo la gente… brutta!
Ma, de gustibus… A presto
L. C.