Conclusosi il turno della moda maschile è il momento di passare alla Paris Haute Couture Spring Summer 2011 .
L’alta moda è la massima espressione creativa per uno stilista, ogni abito è come un sogno, una storia a sé, e non ci sono repliche in varianti di colore, quindi inutile ribadire il concetto che in questo tipo di sfilate non esistono dei trend ma solo episodi singolari da red carpet o per le 30 donne più ricche del mondo da sfoggiare nei vari ricevimenti.
Molti degli abiti che ho scelto si commentano da soli, alcuni come l’ Alexis Mabille per la sua sobrietà nella forme e la forza del colore, altri per l’opulenza delle applicazioni come l’ On Aura Tout Vu con collare di piume di cristallo e trompe loeil sul top o la cascata di SWarovsky neri sull’ Elie Saab.
Givenchy si ispira al Giappone per i suoi abiti uccelli: veli impercettibili ricoperti di piume e strass e finissimi ricami, il tutto rovinato o enfatizzato dai copricapi che sembrano più di influenza robotic – manga che di costume tradizionale. Nuovo e antico reinterpretati insieme.
Da Christian Dior John Galliano sembra dar vita ai disegni di René Gruau nelle vecchie pubblicità Dior anni ‘50. Tratti marcati, occhi seducenti, labbra rosso fuoco, uno sfondo monocolore e in primo piano i vestiti. Poche linee davano vita a interi completi, così come in passerella pochi colori creano ensemble di altri tempi, ma allo stesso tempo capi attualissimi come la gonna a ruota bianca o il cappotto rosso con collo voluminoso.
La linea haute couture Armani Privè punta sempre verso i mercati orientali con i cappelli che ricordano i jingasa o le velette che sembrano le maschere di protezione da Kendo. Altri dettagli: il bracciale in madreperla sfumato verso il blu che sembra un Ukiyo-e di Hokusai e infine gli abiti scultura che sotto una corazza luccicante nascondono un prezioso corpo di seta preziosa. La foto della passerella mi ricorda molto i ritratti metafisici di De Chirico, come Ettore e Andromaca o le Muse Inquietanti.
Chanel rivisita l’archivio e lo potenzia nella scelta dei dettagli con applicazioni di preziosi e moderni leggins da portare sotto i cocktail dress. Grande ritorno delle ballerine e di stivaletti ultra flat alla caviglia. Tra i dettagli anche il nastro nero attorno al collo che regge lo chignon con palline di brillanti.
Jean Paul Gaultier si diverte con un abito bianco elegantissimo che nasconde una sorpresa, l’energia sgambettante di una ballerina di Can Can. Un’idea divertente e allo stesso tempo incredibile, soprattutto per la realizzazione degli strati combacianti con la stampa delle gambe.
Uno dei miei preferiti rimane Maison Martin Margiela, che ogni volta realizza mise con intagli, laser cut e materiali improbabili. Questa volta sono intrecci e origami ispirati al mondo della natura, non solo foglie, ma anche volumi, colori e il volo delle farfalle.
Infine, Valentino, che gioca sulle trasparenze e sui ricami chiari a contrasto con il nero dei dettagli come i nastri e i fiocchi. I ricami di fiori e farfalle campeggiano sulla seta finissima, mentre la cappa con risvolto sembra prenda ispirazione dal mondo marino, una fluttuante medusa.
Dior si è veramente superato!
Forse una delle prime sfilate che mi è piaciuta veramente, forse per il mio stretto legame al romanticismo degli anni ’50! Margiela… una meraviglia esageratamente eccentrica come sempre. Vienimi a trovare!
Sono una novellina senza troppe pretese.
La Cagoule.
i love dior and givenchy, a dream )
A me sono piaciuti molto Givenchy (copricapi a parte) e Valentino. Il primo abito Maison Martin Margiela poi è spettacolare!
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