Pitti Uomo

Pitti Uomo 79

Siamo arrivati alla fine di questa fashion week fiorentina, tra parties, degustazioni, presentazioni e lunghe camminate in Fortezza. Uomini eleganti provenienti da ogni parte del mondo con capelli impomatati, camicie perfettamente inamidate, giacche dal taglio impeccabile incorniciate da papillon, foulard, pashmine e pochette, hanno scorrazzato per tutta la città trasformandola in una passerella a cielo aperto. 

La sfilata Alberta Ferretti nella chiesa di Santo Stefano a Ponte ha aperto la serie di appuntamenti speciali per il Pitti Uomo 79.
Sulla passerella 30 donne provenienti da mondi diversi, dallo spettacolo alla ricerca, (con in sottofondo la performance live di Elisa) i cui cache per la serata sono stati interamente devoluti in beneficienza alla fondazione della regina Rania di Giordania, Jordan River Foundation. 
La sera successiva è stato il turno del main guest per il Pitti Uomo 79, Trussardi 1911 che in questa occasione ha celebrato i 100 anni del marchio in uno dei tesori architettonici di Firenze, la Stazione Leopolda. Milan Vukmirovic ha interpretato i 100 anni di storia Trussardi rileggendoli in stile contemporaneo. Non esistono tessuti, è tutta pelle lavorata, dalle giacche ai pantaloni, fino agli accessori, grandi borsoni bicromatici o monocolor con decorazioni in rilievo.
Sfilata Trussardi 1911 alla Stazione Leopolda
Dopo la sfilata gli ospiti si sono intrattenuti negli ambienti Alcatraz dove è esposta fino al 6 Febbraio la mostra “8 e mezzo” con 13 tesori d’arte contemporanea della Fondazione Nicola Trussardi di Milano. La serata si è conclusa con la degustazione dei piatti dello chef Andrea Berton direttamente dal Ristorante Trussardi alla Scala di Milano. Io personalmente ho avuto il piacere di provare il Cremino alla mela e fave tritate, e vi assicuro è stata una vera esperienza per il palato, delicatezza assoluta nel gusto e nella presentazione. 
La sera successiva è stato il turno di Gareth Pugh che nella chiesa di OrsanMichele ha presentato al pubblico la sua collezione, non tramite una sfilata, ma con un film di Ruth Hogben in cui lo spirito contemporaneo del genio inglese si fonde con la tradizione iconografica della storia dell’arte italiana con una versione caleidoscopica del Giudizio Universale della Cappella Sistina.
Gareth Pugh–Presentazione collezione a OrsanMichele–Pitti 79
In Fortezza tante persone, una fiumana di uomini e donne eleganti che però non hanno osato con i colori e fantasie, (dobbiamo ammettere che la crisi c’è, e come se c’è!), puntando invece sui capisaldi invernali Blu, Grigio e Nero. La cosa divertente era vedere i fotografi, bloggers e reporters schierati sulla piazza del padiglione centrale in attesa di qualcuno interessante da immortalare. Ho visto Nam mentre stava scattando questa foto ad Angelo Flaccavento, rivederla on line è stata una sorpresa!
 Photographer Nam
Tra gli altri vips del fashion world ho visto Suzy Menkes, nella sua espressione arcigna e con il ciuffettino all’insù e la famosissima Diane Pernet con la cofana e il velo nero mentre fluttuava tra una sezione della fiera e l’altra, troppo divertente!
 
Per quanto riguarda gli stand presenti in fiera c’era davvero l’imbarazzo della scelta, dai supertecnologici ai minimalisti fino ai baroccheggianti con tanto di neve, alberi e tavole imbandite stile Alice nel Paese delle Meraviglie. Da Colmar posso dire di aver visto i migliori piumini, dall’appeal giovane grazie ai colori sgargianti e strutturati secondo le linee del corpo evitando l’effetto sacco con un tocco finale di classe, il doppio petto. Da Santoni, il famoso marchio calzaturiero, si poteva vedere in diretta come vengono realizzate le scarpe, infatti due maestri artigiani tagliavano le pelli e realizzavano le calzature con tutti gli strumenti del mestiere, un’esperienza davvero interessante per capire cosa c’è dietro una apparentemente banale stringata. 
 
La sezione Donna della manifestazione Pitti W in scena alla Dogana, ha riservato delle piacevoli sorprese e scoperte. Gherardini ha festeggiato i suoi 125 anni di attività con una mostra “Celebrating 125 Years of Style” dove era esposta una ricca collezione di borse, dalla fondazione del marchio fino ad oggi con le nuove riedizioni reinterpretate secondo il gusto contemporaneo. Per le scarpe il marchio Kallistè propone delle forme classiche, ma interrotte e avvolte da sequenze interessanti di fasce elastiche. La vera rivelazione però è stata una designer spagnola da tenere sott’occhio, si chiama Daniela Franceschini, ne sono letteralmente rimasto stregato. E’ la prima volta che presentava in Italia il suo lavoro. Si tratta di una ragazza che da sola seleziona le pellicce di una volta e le riutilizza interpretandole secondo il suo gusto dando vita a piacevoli cappe, giubbini e cocktail dress, ma non si tratta di vintage ricostruito. La pelliccia vintage è solo la base di partenza, il resto è tutta sua invenzione e lavorazione, infatti, sono capi realizzati a mano da lei stessa. Sono sicuro che ne risentiremo parlare presto di lei!
Si conclude qui la mia descrizione su questo Pitti Uomo 79, inutile dire che le particolarità e i capi interessanti proposti erano centinaia, ma li proporrò nei futuri articoli dedicando loro il giusto spazio. Non rimane che tornare alla vita di tutti i giorni e aspettare che la città si rianimi a Giugno.
Arrivederci caro Pitti Uomo!

Italian architect into fashion. Art curator in love with books, flea markets and interior design.

5 Comments on “Pitti Uomo 79

  1. Ho visto le borse di plastichic purtroppo devo dirvi che le hanno copiate da leghila.com perche’ ero presente al pitti quando e’ arrivata la guardia di finanza …. Le originali le ho viste poi da luisaviaroma a firenze. Che vergogna!

  2. Ahahah! Purtroppo mi sono perso la scena… Ho girato tutta la fiera in due giorni e mi è sfuggita la storia della finanza! Peccato perché ero rimasto colpito da questo tipo di democratizzazione della storia della moda. Bhe a quanto pare missione fallita, PlastiChic continuerà solo a vendere gli orologini di plastica filiformi! 😉
    Ciao Anonimo…mi dispiace non ti sia firmato, avrei voluto saperne di più!;)

  3. credo che tu abbia detto bene nell’articolo “E’ un modo moderno di approcciarsi alla storia della moda senza bisogno di ricorrere a quel mercato di falsi che danneggiano il sistema artigianale italiano.” … pertanto chapeau a leghilà che ha avuto l’idea di usare un materiale così tecnico per realizzare fashion bags … vergogna per chi copia le idee altrui!!!!!!!!

    ps: ho visto la scena e sentito la discussione … non vorrei sbagliarmi ma sono volate parole del tipo: “vergognati, vieni a comprarle in negozio da me, e poi le fai fare in cina …”. se fosse vero, no comment!

  4. In seguito alla richiesta della designer Giovanna Dell’Onte del marchio Leghilà, mi sono sentito in dovere di rimuovere il riferimento a Plastichic presente nel post. Finora non avevo rimosso tale riferimento perché le segnalazioni sono sempre state anonime, perciò ringrazio la designer che si è interessata della vicenda in prima persona. Sono davvero dispiaciuto che in un paese come questo e soprattutto ad una fiera internazionale come Pitti Uomo sia stata anche solo minimamente possibile una vicenda del genere. L’importante è che siano stati presi dei seri provvedimenti penali per proteggere l’originalità delle idee, ma soprattutto un patrimonio quale è il Made in Italy. Ringrazio ancora la designer Giovanna dell’Onte e mi scuso per l’inesattezza pubblicata.

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