Finita l’alta moda e le altre fashion week minori disseminate in tutta Europa ecco che rinizia il giro di sfilate importanti per la Moda Donna. Siamo alla New York Fashion Week Fall Winter 2011 : la settimana della moda dei new talents (usciti anche da fashion reality) e dei vecchi capostipiti americani, classici e fedeli alla propria identità che li ha resi celebri nel mondo.
Non smetterò mai di ammirare la precisione con cui viene organizzata la fashion week new yorkese: un ampissimo calendario fitto di sfilate e presentazioni spalmate in un lasso di tempo molto lungo, rispetto alla nostra penisola in cui il sistema moda è così arretrato ed elitario da volersi permettere anche di escludere marchi importanti dal calendario ufficiale. Viene da ridere perchè il pret-à-porter lo abbiamo inventato noi italiani, ma alla fine ce lo stiamo facendo sfuggire, come ogni cosa italiana bella e di successo. Ma adesso bando alle critiche e che inizi lo show!
Atmosfere esotiche per Carlos Miele che riprende motivi arabeschi su una fascia dell’abito monospalla, sono fili che si intrecciano elaboratamente, ma che alla fine riacquisiscono una loro libertà, sciogliendosi lungo le gambe. Un gran mix di tessuti e colori che si concludono in un blu tuareg con tanto di copricapo.
Carolina Herrera pensa ad un patchwork di lusso, ai capi classici aggiunge tocchi personalizzanti in tessuti diversi, come le maxi maniche a contrasto o manicotti in pelliccia. Vestibilità morbide che seguono i movimenti del corpo anche per la sera con sprazzi di ceruleo e fantasie floreali.
Alexander Wang, il ragazzino che piano piano sta scalando l’impero della moda americana, ha presentato una collezione di cappotti-pellicce, una sorta di ibrido-contaminazione dalla linea contemporanea; inoltre per la sera, abiti con gonne di nastri di raso che creano una spirale lungo il corpo, sovrastati da scultorei volumi in lana d’angora o in seta con bordure di pelliccia in una palette bicromatica, cipria e nero.
Altuzarra colpisce per la sua caotica linea di cappotti che dallo street style passano all’elegante, nascondendo irriverenti camicie e top di seta trasparenti con gonne sotto il ginocchio. Tra le scarpe, le decollete con cinturino in pelliccia.
Linea Basica per BCBG di Max Azria che opta per color block e stratificazioni polimateriche indossate sopra un top bianco a maniche lunghe e collo alto come fosse un foglio su cui disegnare. Palette di colori prevalentemente scura dal blu al nero con furtivi colpi di rosso vermiglio e un intero spazio al kaki che fa mostra di sè nelle tute.
Marc Jacobs disegna lunghezze fin sotto il ginocchio un po’ bon ton e assolutamente senza scollature, per una donna apparentemente casta, la cui sensualità si esprime attraverso le fantasie del pizzo, il luccichio delle paillettes e la frivolezza dei pois.
Tommy Hilfiger omaggia le business woman con completi maschili in gessato riletti con giacche molto avvitate e pantaloni larghi che si alternano alle linee comode per i capi casual. Colori scuri dal nero al grigio.
Alberta Ferretti con Philosophy sceglie i colori pastello per una donna femminile che veste capi con echi bon ton anni 50 o dallo spirito rivoluzionario dei 60. Cappottini abitini pellicce, tutto rigorosamente sopra il ginocchio.
La regina degli anni 70, Diane von Furstenberg, oltre alla sua classica panoramica di stampe caratterizzata dai più disparati motivi decorativi ecco che mostra un trionfo di paillettes, reminiscenza dello Studio 54 dove i suoi personaggi e ciò che indossavano facevano più tendenza di ogni rivista.
Monique Lhuillier in questa collezione potremmo considerarla una Valentino d’oltreoceano. Si è lasciata ispirare dalle trasparenze della seta e del pizzo, con tanti fiocchi e applicazioni di ruches e pelliccia per poi concludere con abiti rossi, da cocktail e da sera. Colori unici e topici: bianco, nero e rosso.
Wes Gordon segue il filone dell’eleganza, dedicandosi al suo pubblico di lusso data la lunga esperienza con marchi internazionali tra i quali anche Tom Ford. Materiali ricchi e opulenti con brillantezze e lucentezze da gran soirée che si oppongono totalmente alla linea sportiva di Ohne Titel caratterizzata da layering, grigio e forme tecnico scultoree.
Tra i new talents ecco anche Thakoon che oltre alle fantasie floreali, geometriche e a strisce, propone il checked nei colori rosso e blu, seguito anche da Rag & Bone. Il checked, inoltre, è stato proposto anche da Adam ma solo nella variante blu e nero, mentre Betsy Johnson nel classico rosso e verde.
Tra le parole d’ordine per i trend americani vige l’espressione Color Block, tinta unita. Molti stilisti per il prossimo inverno si sono lasciati stregare dalla forza del colore, molto spesso ricorrendo a colori caldi che sembrano anticipare la primavera, è il caso della coppia Costello Tagliapietra, DKNY collezione giovane di Donna Karan, Sally LaPointe, che predilige delle forme high tech, o Luca Luca che all’arancio abbina il fuxia, e fa trasparire anche un mood autunnale con stampati di foglie ingiallite che magnificamente sembrano esser cadute sulla camicia.
Stessa musica per Victoria Beckham che propone abiti lunghi con volumi scultorei e morbidi allo stesso tempo, un moderno stile impero caratterizzato da applicazioni preziose sul top per una donna romantica il cui unico accessorio da sfoggiare è la personalità.
Block in nero e marrone per Wayne che usa la pelle come un tessuto per le sue stratificazioni così come VPL by Victoria Bartlett gioca con inserti polimaterici sulle tasche di giacche, gonne e maxi capispalla.
Grigio pallido per Donna Karan che avvolge le sue donne in drappeggi di lana e colli di pelliccia importanti; gonne con lunghezze sotto il ginocchio e borse squadrate come quelle da “dottore”. Per la sera invece domina il beige, lungo o corto, sempre drappeggiato.
Infine grigio anche per Doo.Ri con stratificazioni coperte da giacche mantello, e ornate con maxi sciarpe. Niente accessori, solo alcune cinture in vita e scarpe con plateau.
Malandrino punta ad uno stile americano senza tempo, direi ancora quasi accademico, con abiti lunghi, pantaloni a vita alta e pellicce strettissime. Per il giorno lunghezze sopra il ginocchio con mini gonne e shorts. Gli outfit sono animati da accessori come guanti, maxi collane e cappelli.
Prabal Gurung ha scelto il bianco, il cipria e il nero per interpretare l’inverno di una donna romantica con top e abiti tempestati di fiocchi e applicazioni preziose- Sovrapposizioni di sete e tessuti leggeri sono contornati da pellicce multicolore o definiti con una semplice cintura in vita.
La collezione camaleontica di Preen spazia dal color block blu alle applicazioni floreali di pizzo per concludersi con stampe geometriche e dettagli a tinta unita. Diciamo la verità è qualcosa di già visto, ma è questo ciò che succede in America, molto spesso gli stilisti ricorrono al gusto personale che li ha colpiti nelle collezioni altrui e lo ripropongono sotto una nuova luce, anche se la fonte primaria d’ispirazione è fin troppo evidente, in questo caso mi sembra di rivedere la collezione estiva di Miu Miu con echi di Marni. Molto probabilmente è solo il segno di un mondo globalizzato che tende ad un piattume ideale generale, ma spero altamente di sbagliarmi, non voglio essere così pessimista.
Richard Chai Love sfila con sovrapposizioni morbide di lana variando in tutte le sfumature del blu scuro e giocando con le fantasie rigate. Nero e rosso sono i colori cardine per Mandy Coon, che caratterizza la sua collezione con inserti di pelle nera: dalle maniche per il tubino, ai top in contrasto con i pantaloni.
Ruffian declina la seta, il velluto e il pizzo per una donna romantica ma allo stesso tempo provocante con profondi scolli a v e trasparenze. Particolari le cappe e i cappotti: trinfi di petali di seta nei colori bianco, nero o vinaccia, importanti, opulenti ed eleganti.
Jason Wu echeggia al bon ton con inserti di pizzo e lunghezze sopra il ginocchio: tubino, abiti da cocktail e minigonne si accompagnano a camicie in pendant con papillon e velette di pizzo. In assoluto contrasto le pochette cobalto o rosse. Di altra filosofia Derek Lam che al romanticismo preferisce le forme pulite in color block rosso o celeste, se non addirittura total print.
Jill Stuart crea un forte mix di colori dal vermiglio al blu in composizioni geometriche non definite come nei quadri di Sonia Delaunay di inizio Novecento. Dopo questi esercizi di stile ecco che prende vita una storia a immagini: volpi, civette, aquile, corvi un misto tra le favole di Esopo e miti degli indiani d’America.
Altro trend New Yorkese, le geometrie: in versione grafica per Cynthia Rowley ;ispirate agli studi sulle figure coniche e ai pentagrammi musicali con tanto di violini e arpe appese sugli abiti di Threeasfour; e infine forme taglienti arancio, nero e blu per Nicole Miller.
Altro trend New Yorkese: le stampe, coloratissime anche per l’inverno e da questo punto di vista non posso che dire, Dio benedica l’America. Nella discutibile mischia di stili, forme scopiazzate e residui di epoche passate, aggiungerei mai vissute, l’unica salvezza della moda americana sta nei tessuti stampati, che ravvivano il guardaroba femminile invernale a dispetto della cultura occidentale che si rassegna al dominio totale del nero. Tanti fiori stilizzati (Bensoni), ingigantiti (Isaac Mizrahi), o sparsi (Lela Rose);
fantasie geometriche con linee spezzate e motivi angolari (Tracy Reese e Rachel Comey);
l’astrattismo quasi Kandinskijano di Tim Hamilton Main e infine lo sbarco sulla luna di Jeremy Laing che ripropone i crateri lunari su abiti lunghi e maglioni.
Ancora color block per 3.1 Phillip Lim e Alexandre Hercovitch, nel primo caso un verde declinato su tutti i capi dagli abiti, ai pantaloni alle giacche, nel secondo caso un giallo acido in contrasto con il nero degli accessori. Badgley Mischka propone total black o celeste e rosa shocking, puntando molto sulle applicazioni di piume e preziosi.
Bill Blass propone una donna elegante dalla silhouette pulita arricchita periodicamente da piume, ruches e pelliccia con forti riferimenti agli anni ‘70. Così come Sarah Jessica Parker sta facendo per il revival di Halston, noto marchio americano il cui paradigma era la semplicità in chiave glam, il solo monospalla di seta lungo, garantiva l’ingresso allo Studio 54. La missione di SJP sembra riuscita a metà, alcuni capi riescono ad incantare per il loro allure conferito dalla semplicità, gli altri diventano solo variazioni su tema, fin troppo elaborate per lo spirito Halston e troppo guidate dal gusto personale di Carrie Bradshaw.
Calvin Klein by Francisco Costa rimane fedele ad una donna dalle forme pulite con cenni scultorei. Tanta pelliccia nelle tonalità neutre, un bon ton contemporaneo senza fiocchi, ma solo tagli, colletti e patchwork geometricamente composti.
Toni scuri per J.Mendel che carica le proprie donne di velluto lavorato con motivi decorativi, seta con applicazioni e pellicce su pantaloni-leggins di lusso con ai piedi tronchetti open toe in pendant.
Happy Anniversary per Michael Kors e i suoi 30 anni di attività festeggiati con un parterre di ospiti d’eccezione. Sulla passerella abiti puliti senza fronzoli, vertiginosi scolli a v e trionfo di pellami pregiati, dalle pellicce al coccodrillo. Accessori specchianti: essenziali nella forma i gioielli, elaborate nel tacco le scarpe.
Colore e velluto lavorato è l’abbinamento proposto dal duo Proenza Schouler. L’abito unico è un patchwork di tessuti rigati e geometrici: il top in velluto brillante e colorato, si staglia su un bottom di seta nera trasparente; geometrie rette sul top, si contrappongono all’ordine obliquo della gonna; il nero essenziale del top che impreziosisce anche i gioielli, si mette a contrasto con la gonna dai colori vivaci.
Ispirazione orientale per Ralph Lauren che reinterpreta capi tradizionali alla maniera occidentale lasciando una palese traccia della loro origine nei gioielli: giada, intarsi, corallo, il tutto su completi brillanti total black.
Vera Wang, la stilista delle spose americane, immagina sovrapposizioni total black con abbondanti inserti di pelliccia per l’outwear, mentre per gli evening dress seta trasparente plissettata all’infinito come i pepli dell’antica grecia, in colori neutri e senza gioielli.
Yigal Azrouel gioca con capi dal taglio maschile mantenendo l’essenza della femminilità nella scelta dei tessuti. La palette di colori oltre al nero basico spazia con punte fresche come il blu elettrico, il giallo tuorlo e per la sera il platino.
Jeremy Scott, uno degli stilisti alternativi che preferisco, è irriverente nella sua proposta delle divine icone pop come le lattine di Coca Cola (diventate appunto God), ma ciò che davvero mi ha divertito è stata la parodia ai look di Prada di questa estate. Gli abiti a righe colorate e le borse di pelliccia dai colori fluo vengono reinterpretati come un pigiama party delle cheerleaders con i loro pelouche. Infine, la ciliegina sulla torta, i due look: la tuta di ruche e l’abito lungo da superman tempestato di paillettes e mantello rosso di seta.
Per la sera tante le proposte in passerella, dalle applicazioni di preziosi e piume di L’Wren Scott e Naeem Khan fino agli abiti da red carpet del duo Marchesa, ispirati al decorativismo inglese sei-settecentesco.
Infine, Oscar de la Renta, il maestro di stile che si è ispirato alla Russia per creare delle matriosche contemporanee con gioielli sopra cappotti e sciarpe. Tanti gli inserti di pelliccia, dai colli voluminosi alle gonne, prediligendo cappucci e colbacchi. Per la sera eleganza assoluta: decorazioni patchwork di paillettes, abito di velluto con scollo profondo a v ripreso in vita da una spilla di brillanti a forma di fiocco o infine l’abito stile impero, ma senza spalline con code di seta increspata.
non potevo perdermi assolutamente la tua recensione delle sfilate NYesi, è un appuntamento ormai!Marc Jacobs è uno dei miei preferiti e Alberta Ferretti, seppure romantica bon ton, pastello ecc, non la vedo come collezione must…forse il colore azzurro puffoo rosa acceso non si addice proprio a tutte…
nuovo post sul mio:)
kiss
patchworkporter.blogspot.com
Io adoro Marc Jacobs e Caroline Herrera!! Mi piacciono molto i colori di Alberta Ferretti 🙂
Passa da me ;D
a me è piaciuta quella di carlos miele 🙂 ottima recensione, bravissimo!!
un bacioo
http://fashion-whatelse.blogspot.com/
grazie mille per il tuo commento 😀 mi fa piacere che alcuni apprezzino e sopratutto capiscano la mia scelta di mantenere un pò di mistero e sopratutto la mia privacy 🙂
ti va di seguirci?
ps beato te che vivi a firenze io non vedo l’ora di venirci ad Aprile 😀
Ti seguo, hai un blog simile al mio, un blog che PARLA veramente di moda 😉 passa se vuoi 😉
Ti seguo anche io baci 🙂
Alexander Wang! the best collection in his career!
Cute blog.
😉
http://lipstickcandy.blogspot.com/