Quarta parte del reportage sulla Paris Fashion Week Fall Winter 2011
Alexander McQueen by Sarah Burton interpreta una Ice Queen e la sua corte: lana bianca che si sfrangia in piume e pellicce lungo i bordi delle giacche e degli abiti; silhouette strizzate da busti di pelle nera con fasce e cinghie dai richiami fetish; scolli profondi fino all’ombelico con stringhe così come gli stivali; trionfi di frange lunghe, strascichi importanti e applicazioni; le scarpe rigorosamente borchiate o con super zeppa e platform. Palette di contrasti: bianco, nero, grigio e lilla.
Chanel sembra ispirarsi alla strada, Karl Lagerfeld abbandona la donna bene e si diverte a sperimentare il guardaroba per una giovane ragazza contemporanea che vive il mondo attraverso l’occhio di foto blogger e outfit blogger: stratificazioni, shearling e reinterpretazione dei capi iconici della maison con un’aria androgina e dall’appeal casual-sportivo. Per la sera, mezzo tacco e stratificazioni di trasparenze, oltre che baggy pants.
Chloé predilige una vestibilità morbida e confortevole, molto larga e leggera, nelle tinte bianco e nero. Una sola mania: il pitone, onnipresente su accessori, cappotti e pantaloni.
Il duo Commuun segue la tendenza francese del bianco, nero e cobalto interpretandola nella versione a righe. Abiti dalla silhouette larga a fasce trasparenti alternate con sotto veste in seta più lunga che spunta al di sotto e copre fino a metà gamba. Si aggiungono infine altre righe colorate, ma il paragone con la collezione estiva di Prada è fin troppo facile.
Emanuel Ungaro applica animali tipicamente americani come lupi e aquile su maglie e maglioni, tempestandoli di strass e altri preziosi. Tanto nero e bianco interrotto puntualmente da abiti a maxi stampa floreale colorata. Lunghezze a mezza coscia per gonne e abiti, solo i tailleur e qualche altro pantalone arrivano alla caviglia. Per la sera, tante applicazioni di ruches, preziosi e inserti polimaterici.
Giambattista Valli continua la sua ricerca con abiti minimali dalle forme anni 60 e 70, arricchiti da dettagli scultorei, tessuti pregiati ed elaborati o inserti polimaterici come per le gonne in pelliccia. La palette è variegata perchè alle prime uscite in bianco, nero e grigio, presto si accostano accessori rosso fuoco, shocking color block o fantasie floreali. Lunghezze sopra il ginocchio dall’aria bon ton ma contemporaneo con rivisitazioni geometriche nella composizione.
Ingrid Vlasov colpisce per l’abbondanza di pizzo usato. Tanti disegni e intrecci con maxi motivi e maxi trompe l’oeil floreali, svelano seni e corpi aiutandosi ulteriormente con scolli profondi a v o asimmetrici. Tra le fantasie e le trasparenze c’è anche un abito lungo bianco optical che diversifica la collezione.
Jean Charles de Castelbajac ha proposto una collezione bizzarra e allo stesso tempo interessante. Molto disomogeneità nella scelta degli stampati: si inizia con la Carica dei 101 su cappotti e abiti che farebbero invidia a Crudelia DeMon, si continua con vere e proprie coperte in checked tartan e color block rosso acceso o in abbinamento con il bianco, ma la vera sorpresa sono gli ultimi capi dedicati alla moda surrealista. Da cappelli con mani che tengono una sigaretta, a occhi, bocche; da gonne rosse che si alzano come un sipario grazie ai cordoni dorati, alle stampe in bianco e nero sui vestiti da sera delle opere più famose di Man Ray. La citazione divertente: il reggiseno nero con le mani come coppe.
Stella McCartney predilige forme over scultoree, linee maschili e linee curve abbinate a scolli taglienti a V. Palette di colori scuri: nero, blu, il bianco in contrasto e color block in argento e oro. Le giacche sono larghissime e fanno perdere la percezione del corpo, che ritorna solo negli abiti più strizzati e decorati con le trasparenze del pizzo a pois.
Valentino by Chiuri e Piccioli pensano alla ragazza Valentino, ma contemporanea: mentre lavora, riceve gli ospiti, a un cocktail con le amiche o semplicemente fuori casa. E’ una collezione da giorno, essenziale e sobria nelle forme, senza eccessi. Stampe romantiche, motivi checked, trasparenze e pizzo si manifestano nella tacita stratificazione di tessuti preziosi e lavorati. Palette cipria, blu e nero abbinata ai colori degli accessori e degli stivali beige, neri e pitonati. Niente eccesso o vistosità nei gioielli perché la forza della donna Valentino sta nella personalità e nel carisma visibile dal rigore delle forme.
Pilati per Yves Saint Laurent sfoglia l’archivio e ripropone gli effervescenti anni 60 e 70: abitini sopra il ginocchio si mischiano a cappotti tutti forme con maniche gonfie e maxi spalline; giacche dall’appeal maschile; contrasti cromatici in bianco e nero per tasche e revers e infine gli abiti lunghi o sotto il ginocchio in total white, ripresi in vita da cinture dorate o animati con spalline riccamente decorate, immancabile il tailleur maschile.
Interessantissima quella di de Castelbajac 🙂
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