In questo post ho voluto fare un breve, ma ricco recap di ciò che abbiamo visto durante la fashion week di Parigi che molti di voi hanno seguito anche tramite la pagina Facebook di The Fashion Commentator. Poche le novità, tante le sorprese, così come le delusioni, ma la moda va avanti per la sua strada, anzi è già tardi, dobbiamo già pensare alle pre-collezioni.
Mood da zarina Russa pronta per un lancio nello spazio per Aganovich.
Da Alexander McQueen, tartaruga e alveari dorati declinati sulle silhouette scultoree a clessidra. I classici dell’archivio vengono riletti e reinterpretati con materiali bizzarri e nuovi per la maison, ma purtroppo dobbiamo ammettere manca l’inventiva e la capacità di rinnovarsi.
Street style e bon ton per la collezione di Alexis Mabille che pone delicate applicazioni floreali in crochet sia sulle felpe che su tubini e abiti da cocktail.
Intrecci e drappeggi in bianco e nero per ANTHONY VACCARELLO
Era davvero una collezione Balmain? Sembrava più Gianni Versace direttamente dagli anni 90. Effetto optical per le stampe a scacchiera intramezzata da volute barocche, spalline grandissime e pelle nera aderentissima.
Tempesta di fiori per Cacharel.
Da Carven, stampe safari che ricordano le tappezzerie bicrome vittoriane, o ricami che ricordano le linee sinuose delle vetrate in stile liberty.
Primitive mix and match at Cedric Charlier
Collezione di stampo concettuale per Céline: bianco, nero e rosa pallido, simpatiche borse a forma di sacchetto di carta, ma anche indefinibili sandali foderati di pelliccia. C’è chi la chiama arte…
Squadrature da Chalayan, anche se non sono così innovative come potrebbe sembrare. Le abbiamo già viste nelle ultime collezioni disegnate dal team Martin Margiela, prima che il misterioso designer lasciasse la maison.
Forme maxi e oltre misura da Karl Lagerfeld per Chanel che per questa collezione si è lasciato ispirare dalle fonti di energia rinnovabile con pannelli fotovoltaici o dalle grandi turbine eoliche poste sulla passerella. Dagli accessori alle silhouette, tutto si ingrossa e diventa sempre più grande, se non gigante come la tanto criticata hula-hop bag. Ma sapete che vi dico? A me piace. Suvvia è moda…bisogna anche rischiare, giocare e riderci sù!
Righe, ruche e silhouette dall’appeal contemporaneo: look semplice, ma chic per Chloé, che festeggia i 60 anni di attività con una grande retrospettiva al Palais de Tokyo fino al 18 Novembre
“Non togliermi la mia medicina, non tagliare le ali della mia libertà.” Con questa piccola frase ho voluto sottolineare l’approccio concettuale e saturo di interpretazioni che si celano nella collezione di Ennio Capasa per la sua linea Costume National. Queste due foto di Pierpaolo Ferrari e Maurizio Cattelan sono declinate nelle stampe della collezione, creando un interessante mix della più attuale e provocatoria arte contemporanea ed il minimalismo formale di Capasa.
Sfumature di Blu Elettrico per Damir Doma
Influenze pop e bohemian chic per la collezione Dévastée con foto le incorniciate rubate da un salotto borghese o da una galleria.
Pattern floreali mixati con gli stampati checkered per la collezione Dries Van Noten, d’ispirazione decisamente campagnola.
Tagli couture nella costruzione delle giacche e degli abiti da cocktail di Elie Saab.
Incontro, scontro e dialogo tra cubismo e astrattismo negli abiti di Felipe Oliveira Baptista
Le influenze dei costumi tradizionali giapponesi sulla passerella di Gareth Pugh
La donna audace, ma romantica di Giambattista Valli con le trasparenze della seta tempestate di pudiche applicazioni floreali.
Al grido di Stop The Rock! Riccardo Tisci per Givenchy pensa ad un mood sofisticato anni 70 fatto di ruche e poche nudità.
Interessante il mix di Guy Laroche: stoffe d’ispirazione etnica e abiti dai tagli minimali e sexy.
Stampe foulard, effetti optical giocati sugli intrecci e tuxedo maschile sulla passerella estiva di Hermès
Mood gitano per Isabel Marant.
Sfilata di star degli anni 80 da Jean Paul Gaultier:Michael Jackson, Boy George, Annie Lennox, Madonna e Amanda Lear. Ironico, divertente e unico come sempre.
Tutte sportive e vestiti high tech che sembrano maschere tribali per Junya Watanabe
Facciamo un tour nella giungla. Sahariane, stampe floreali e animalier dai colori squillanti caratterizzano il mood per la prossima estate di Kenzo.
Geometrie e asimmetrie da Lanvin
Mood a scacchiera per i look bon ton di Marc Jacobs per Louis Vuitton, ispirati alle opere dell’artista contemporaneo Daniel Buren, che ha anche realizzato l’istallazione site specific per lo show con le 4 scale mobili che fungevano da ingresso per la passerella.
Moderne Nefertiti sulla passerella di Manish Arora. Un mix di stile dall’antico egitto, fino all’opulenza russa delle uova Fabergé, agli intagli e le pieghe dei bustier che ricordano gli origami giapponesi.
Miuccia Prada per Miu Miu porta sulla passerella le sue classiche forme bon ton che strizzano l’occhio agli anni 50 con tanto di stole colorate. Niente di nuovo, ma tutto molto lineare, sartoriale e senza fronzoli. La ragazza è cresciuta e sembra rubare i pezzi dal guardaroba della madre. Unico eccesso, la bigiotteria, molto interessante e con riferimenti all’arte contemporanea.
Sempre aggressiva, ma allo stesso tempo delicata nei dettagli, la donna Mugler di Nicola Formichetti.
Hedi Slimane rivisita l’archivio Yves Saint Laurent… o meglio solo Saint Laurent riprendendo i grandi classici degli anni 70 con un total mood in pelle nera. Non è Yves, ma un degno omaggio al grande couturier. Ciononostante, penso dovremo attendere almeno la prossima stagione per vedere la nuova era Saint Laurent.
Il Dior by Raf Simons non è più il Dior di una volta, ma forse è filologicamente più Dior adesso rispetto a periodo degli eccessi di Galliano. Le linee sono semplici, nette e contemporanee, ma allo stesso tempo anche vintage, reinterpretando le silhouette dagli anni 50 con nuovi tagli, materiali e tessuti.
Sportiva, di classe, con silhouette oversize…tutti gli stilemi tipici di Stella McCartney.
La collezione Valentino è un misto di silhouette minimali e romantici ricami floreali. Una collezione delicata e sofisticata, come sempre. I codici della maison sono cambiati, ma restano fedeli allo spirito del grande couturier.
Diciamo che non ho visto grandi cose in queste sfilate..tolte rare eccezioni!
Ma invido cmq chiunque sia stato a Parigi in questi giorni..
Per quanto riguarda la hula-hop bag di Chanel: Karl ha dichiarata che l’ha ideata per la spiaggia, un modello capiente per mettere dentro il telo, creme, ecc e che se la metti nella sabbia la parte del manica ti può servire per appoggiare i tuoi vestiti..voglio proprio vedere chi avrà il coraggio di sotterrare una borsa Chanel in spiaggia!!!
XOXO
Cami
http://www.paillettesandchampagne.com
Bravissimo come sempre, ottimo recap.
Io devo ancora archiviare Parigi e spero di farlo al più presto.
Hai ragione, Balmain è puro Gianni Versace.
Ho trovato adorabile Carven; molto belle le borse ma inguardabili le scarpe di Céline. Non per altro, ma penso imbruttiscano tanto e non aiutino la silhouette. Comunque le vedremo ai piedi delle cool girls alla prossima tornata di sfilate.
La borsa di Chanel non mi è dispiaciuta, penso sia divertente.
Belle le stampe artistiche di Costume National e quelle di Felipe Oliveira Baptista.
Divertente Jean Paul Gaultier, interessante Gareth Pugh.
Alexander McQueen non so, c’erano pezzi molto belli, ma questa volta mi ha convinto meno.
Alcuni look notevoli, ma ammetto che mi ha lasciato un po’ perplessa anche Saint Laurent di Slimane. Dior l’ho trovata interessante, molto belli gli abiti finali, anche se mi era piaciuta più l’haute couture.
Molto molto belle Miu Miu, Givenchy e Lanvin.
Semplicemente stupende Valentino e Louis Vuitton, anche se forse quella che mi è piaciuta di più è stata Haider Ackermann.
Cacharel, Carven, Giambattista Valli… a me invece non sono dispiaciute per niente queste sfilate
Come ho scritto su FB, sono rimasta pietrificata dalla collezione di Sarah Burton. Mi spiego meglio: ero… terrorizzata, imbalsamata… un senso di paura e di oppressione si è impadronito di me quando ho visto sfilare queste figure col volto coperto dal cappello/maschera … per non parlare di quando ho visto le modelle imprigionate in quei bustier e in quegli harness tartarugati…così come tutte le cose che mi provocano un’emozione così forte, non ho potuto che giudicare la sfilata di McQueen degna del suo nome e bellissima.
Gaultier è travolgente, amo gli anni Ottanta e vederli celebrati da un grande stilista è stato un tuffo nel passato degno di nota 🙂
Sempre preciso, conciso, sagace, perfetto. Buon lunedì.
Recap sublime, Ale, ho pensato subito anche io che piu’ che Balmain, sembrava Versace ( Gianni ovviamente… ). Chicchissimo Givenchy mi piace sempre tanto…Bravo Raf Simmons, invece non mi convince proprio Slimane, forse hai ragione tu dobbiamo aspettare, ma di Pilati si sente proprio la mancanza…ti abbraccio!
http://www.rockandfrock.com
Impeccabile il tuo stile e questo resoconto….(oggi ho imparato recap^_^)a me è piaciuto molto Giambattista Valli, baci elena http://www.tuttepazzeperibijoux.com
A breve anche io ne dovrò parlare (non ho avuto granchè tempo). I miei preferiti sono stati Dries Van Noten, Louis Vuitton e Saint Laurent. Ho amato i pantaloni che anche tu hai riportato, quelli verde menta di Mugler (se avessi i soldi li avrei già comprati, senza neanche provarli! ;)). Poi vabbè Gaultier è stato spettacolare…Karlie Kloss come Boy George era favolosa!
Saint Laurent mi è piaciuto davvero particolarmente anche se NIENTE DI NUOVO.
Simons a Dior non mi piace. E’ vero, è più Dior, ma devo davvero fare l’abitudine a vedere Dior con occhi diversi.
Louis Vuitton assolutamente la mia preferita, Marc mi era piaciuto a NY e qui anche da morire. Questa reinterpretazione del classico “damier” di Louis Vuitton, assolutamente grandioso. Ma io sono di parte 😉
<<…In questo post ho voluto fare un breve, ma ricco recap…>>
Breve? 🙂
A me sono piaciute Céline, Chloé, Jean Paul Gaultier, Lanvin, Saint Laurent e Stella McCartney.
Marc è intoccabile!
Non mi è piaciuta invece Dior nonostante adori Raf Simons, forse devo abituarmi a vederlo nella maison parigina.
La hula-hop bag di Chanel l’avrei fatta leggermente diversa, sarebbe stata lo stesso d’impatto ma molto più commercializzabile.
adoro le creazioni di vaccarello!
c’è un nuovo post da me, ti va di passare?