JANE STIEG – 1967 April/May in San Francisco on a cable car (credits: Stieg family) |
Cari lettori, oggi per la prima volta vi presento un guest post di una mia assidua lettrice americana di origini siciliane, Monica D. Murgia (http://monicadmurgia.com) che molto spesso commenta le foto della mia pagina Fb, che a loro volta diventano spunti per alcuni post del suo blog nei quali crea collegamenti tra arte, moda e cultura. Monica è una giovane insegnante di “fashion and textile courses” presso molti istituti (tra cui di recente il Berkeley College di New York), ma la sua passione per la moda è nata quando da piccola sfogliava le pagine dell’enciclopedia dedicate alla storia del costume. Al momento si occupa di moda vintage americana, sta infatti catalogando l’intera Stieg Collection della Baum School of Art di Allentown in Pennsylvania. La collezione di abiti appartenuti a Jane Stieg, una donna americana sposata con un ricco ingegnere e che ogni anno dal 1958 al 1968 si faceva realizzare abiti su misura appositamente dalla casa di moda Utah Tailoring Mills di Ogden, Utah. Per tutti gli amanti del vintage e della moda americana consiglio vivamente di leggere il suo articolo dedicato alla collezione e a questo particolare brand attivo fino al 2001.
Ogni settimana non vedo l’ora di leggere The Fashion Commentator. La mia famiglia è originaria della Sicilia e ho vissuto a Firenze per un po’ di tempo. Le notizie di moda italiana non sono sempre facili da trovare qui in America, perciò leggo le osservazioni di Alessandro e i suoi riferimenti sulle tendenze, la moda e la storia del costume. Nel suo ultimo articolo ha mostrato la straordinaria collezione di abiti di alta moda dagli anni ’50 agli ’80 appartenuti alla scrittrice Anna Rontani ed esposti in una mostra prima di esser battuti all’asta. Le immagini del post sono suggestive e sembrava di essere presenti alla mostra, ma soprattutto ho percepito a pieno il senso dello stile di Anna Rontani. Diversi pezzi hanno catturato la mia attenzione; in particolare, il collegamento di Alessandro tra una borsa vintage e la recentissima collezione barocca di Dolce Gabbana con le sorprendenti borse Miss Sicily effetto tappezzeria per l’autunno/inverno.
Questa piccola pochette mi ha colpito molto e non potevo credere ai miei occhi quando ho trovato quest’altra borsa stile tappezzeria di Ollà, fatta in America nel 1966. Di solito, è difficile datare un oggetto cosi precisamente, ma è stato possibile grazie alle etichette originali ancora attaccate al manico. Le case di moda italiane hanno una qualità superiore (questo è ciò che ci si può aspettare dall’etichetta “Made in Italy”) principalmente perché i designer italiani mantengono la produzione nel proprio paese. I prodotti “vintage” Americani, come questa borsa, sono simili in qualità poiché la produzione veniva mantenuta nel paese originario e consentiva al marchio di controllare tutto il processo produttivo. Con questa borsa, ho trovato il meglio dei due mondi: lo stile italiano, ma fatto in America. Vintage e attuale allo stesso tempo. Ed è stato un collegamento possibile grazie agli articoli di The Fashion Commentator. Grazie, Alessandro!
Che bello questo collegamento tra Italia e Stati Uniti all’insegna della moda.
Mi piace molto l’idea che da una foto su Facebook e da un commento possano nascere spunti infiniti da una parte all’altra del pianeta. Bello!
Impressive!!! Well done Monica, we are all waiting for the fashion commentator articles…in Italy as well!
http://7-sevendays.blogspot.it/
Deve essere stata una bella soddisfazione per te 🙂
Nuovo post: Quando Minnie incontra l’alta moda… Seguimi su blogger Trend-Hub e su Facebook T-H fan page!
Grazie per averci presentato la signora Murgia e grazie a lei per la sua dedizione, il suo lavoro e amore incondizionato per la moda, amore che travalica oceani e paesi.
Interessante connubio quello di questo post.
Spero di leggerne altri in futuro!
baci G
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