Prendiamo due architetti conosciutisi sui banchi dello IUAV, aggiungiamoci la grande passione per la moda, l’infinito amore per Venezia ed i suoi artigiani, mescoliamo il tutto con un pizzico di rischio ed ecco la formula del successo di Arnoldo]-[Battois, marchio emergente di Silvano Arnoldo e Massimiliano Battois.
Da Veneziani Doc non potevano non far parte della storia delle più grandi aziende del territorio, nel loro percorso formativo infatti si annoverano nomi altisonanti come il re delle calzature René Caovilla e la regina delle borse trompe-l’oeil Roberta di Camerino. Nel 2001, con quel briciolo di rischio accennato poco sopra, accettano la sfida di creare una collezione di abiti e accessori realizzati dagli abili artigiani della Riviera del Brenta, ottenendo un grande riscontro nazionale ed internazionale. Grazie all’esperienza acquisita sul campo, nel 2006 tornano sui banchi dello IUAV, ma in veste di professori dei Laboratori di progettazione Accessori e Abbigliamento del Corso di Laurea in Design della Moda. Il grande successo di pubblico giunge definitivamente nel 2010 con la partecipazione al concorso ‘Who is on next?‘ di Vogue Italia e AltaRoma. Di collezione in collezione si aggiudicano gli editoriali delle maggiori testate grazie al loro stile che fonde la sintesi delle linee architettoniche con la morbidezza dei pellami preziosi ed i dettagli ispirati agli scorci di Venezia
Ho avuto il piacere di intervistare Silvano Arnoldo e Massimiliano Battois in seguito alla presentazione della loro collezione Primavera Estate 2013 caratterizzata dal contrasto di luci e superfici esaltate a loro volta dagli abbinamenti di colore: vitelli lisci e gommosi contrastano con vernici lucide e pelli ruvide effetto corteccia nelle tonalità neutre del grigio-azzurro, celeste, nude, terra e avorio. Godetevi l’intervista.
Se doveste fare un bilancio della vostra carriera, cosa è cambiato e come siete cambiati dall’incontro alla Facoltà di architettura di Venezia ad oggi?
È sempre molto complicato fare un bilancio, soprattutto quando si è immersi in un progetto che si ama e a cui si dedica ogni momento della propria vita. Probabilmente non siamo cambiati noi, ma è mutato – o, meglio, maturato – il riconoscimento del nostro percorso. Stiamo raccogliendo con gioia e consapevolezza i frutti di un lavoro intenso e costante, sviluppato negli anni con il solo obiettivo di raccontare chi siamo e far conoscere la nostra idea di moda e design.
– Quale è stato il momento più importante che ricordate con piacere?
In questo periodo le gioie e le soddisfazioni si stanno moltiplicando. Il momento più prezioso, e che ha dato origine a tutto quello che stiamo vivendo ora, è stato il concorso ‘Who is on next?’ 2010, organizzato da AltaRoma e Vogue Italia, nel quale siamo stati selezionati tra i tre finalisti per la categoria Accessori. La nostra collezione S/S 2011 è stata presentata a Milano, durante la Fashion Week, nel corso di un evento organizzato da Vogue America e Vogue Italia, alla presenza di Anna Wintour e Franca Sozzani.
– L’incontro con Giuliana Coen Camerino. Cosa ha significato per voi fare parte di una griffe storica così importante come Roberta di Camerino? Un ricordo, aneddoto o insegnamento legato a questa esperienza.
La lunga collaborazione per Roberta di Camerino, a fianco di Giuliana – sua fondatrice e anima creativa – ci ha permesso di scoprire la passione per l’accessorio borsa, di amare il colore con le sue infinite combinazioni, di capire che il processo creativo deve porre particolare attenzione ai dettagli.
– Una delle ultime strategie commerciali della moda italiana è posizionare designer emergenti a capo di grandi griffe del passato resuscitate con costose operazioni di marketing, lasciando spesso cadere nell’oblio i progetti personali dei singoli stilisti. Mi riferisco a marchi come Vionnet, Ferré, Schiaparelli o il recentissimo caso Galitzine. Cosa ne pensate? Vi è stato proposto o vi piacerebbe essere chiamati a ricoprire un ruolo del genere sacrificando il vostro brand personale?
È indiscutibile il prestigio di essere chiamati a capo di un brand storico per dargli nuova vita e un’immagine contemporanea; sarebbe per noi motivo di profondo orgoglio. Risulterebbe però incomprensibile e immotivato sacrificare il nostro brand, per il quale da diverse stagioni stiamo lavorando con intensità e passione. Con impegno e tenacia è possibile sviluppare in parallelo entrambi i percorsi.
– L’artigianato veneto è una delle grandi risorse del Nord-Est italiano simbolo di operosità e qualità, legato al perduto rito della manualità. Che rapporto avete con i vostri artigiani?
Le nostre collezioni sono sempre state realizzate grazie al sapere e al know how della tradizione artigianale veneta, nonostante spesso ci sia stato consigliato di seguire l’esempio dei grandi brands che hanno preferito rinunciare a questi valori sostituendoli con una manodopera meno qualificata ma molto più economica. Proprio in questo momento di difficoltà è necessario puntare sull’eccellenza e sulla qualità. Abbiamo la fortuna di lavorare con piccoli laboratori artigiani, che conservano il sapere e la tecnica acquisiti in decenni di esperienza.
– Parlando dell’iter creativo. Dato il vostro variegato background culturale come nasce una borsa Arnoldo][Battois ? A cosa vi ispirate? Come scegliete forme e materiali? Come fate “ricerca”?
Le fonti di ispirazione per il nostro lavoro appartengono a mondi molto diversi tra loro, ma è proprio dal loro incontro che nascono le idee; ogni sguardo cattura dettagli e sfumature che si sedimentano nella mente e riemergono in nuove combinazioni. Gli elementi del mondo naturale e le strutture architettoniche influenzano costantemente le collezioni, nelle forme, nei colori e nelle textures. Venezia, città in cui siamo nati e in cui continuiamo a vivere, è una presenza costante con cui interagire e da cui ricevere suggestioni e ispirazione. L’Arsenale, cuore della Serenissima e motore della conquista dell’Oriente, fornisce idee per manici e dettagli: cime delle navi che diventano morbidi intrecci di nappa per manici ergonomici, collegati al corpo della borsa attraverso preziosi ottoni, memoria di viaggi esotici.
– Una cosa che non può mancare quando ideate una nuova collezione. Perché?
Quando progettiamo una collezione focalizziamo sempre l’attenzione sulla donna a cui vogliamo rivolgerci: una persona non convenzionale, che non segue le “mode” per sentirsi adeguata ma che ha sviluppato una forte personalità in grado di scegliere autonomamente e scoprire nuovi mondi, dall’arte alla moda, dalla letteratura ai viaggi.
– Le vostre creazioni sono un mix di passato e presente, materiali tradizionali e high tech si fondono in linee taglienti e sportive, ma anche morbide ed eleganti. Come riuscite a determinare questo equilibrio?
Certamente la nostra formazione da architetti ci permette di sviluppare un progetto complesso in modo equilibrato, facendo in modo di avere un attento controllo dalla fase incubatrice delle idee, alla correzione dei prototipi fino al risultato finale.
– Parallelamente alla linea accessori che vi ha reso noti al grande pubblico curate una speciale linea di abbigliamento per la boutique veneziana e quest’anno avete presentato per Lineapelle anche una capsule collection di abiti in pelle. Vi piacerebbe puntare ed emergere maggiormente anche nel ramo dell’abbigliamento?
Prima desideriamo consolidare la collezione di borse, entrando nelle migliori boutique internazionali, successivamente punteremo ad ampliare la gamma di accessori da proporre, fino ad arrivare ad una collezione di pret-a-porter che rispecchierà le caratteristiche che ci contraddistinguono.
– I vostri progetti per il futuro a breve e lungo termine.
Il nostro sogno è in questo momento far conoscere il più possibile questo progetto, far sentire la presenza del marchio Arnoldo][Battois soprattutto a livello internazionale senza però perdere le caratteristiche che ci contraddistinguono. Sarà fondamentale preservare in ogni istante le peculiarità del brand, continuando a ricercare soluzioni innovative, evitando di modificare la nostra sensibilità per adattarci a richieste di mercato. Vogliamo continuare a sviluppare il nostro progetto: un prodotto nuovo, non omologato, che punta alla qualità e all’unicità. Non ci interessa la massa ma l’individuo, vogliamo instaurare un dialogo intimo tra noi, i nostri “oggetti” e chi li sceglierà: ogni borsa racconta una storia reinterpretabile da chi avrà voglia di conoscerla.
Ale, ma non ci posso credere. Secondo me c’è una telepatia clamorosa tra di noi.
Ho pubblicato proprio l’altro ieri un post su Arnoldo][Battois; anche a me piacciono tantissimo.
Bellissima quest’intervista, diversa dalle altre che circolano in rete.
Ciao Alessandro, inutile dirti che non conoscevo questi due professionisti, e nemmeno il loro brand, ma ti posso dire che le influenze Camerino e Caovilla si percepiscono,dando un piacevole risultato.
Bravo a te come sempre per intervista e contenuti.
elena
http://www.tuttepazzeperibijoux.com
Che bravi che sono, queste creazioni sono stupende e la vicinanza con l’architettura è palese!
Poi, leggendo questa intervista (complimenti per le domande :)) si vede che sono due persone di grande cultura e creatività.
Anche da me c’è un’intervista tutta nuova 🙂 http://fashionismyway.blogspot.com/
Che bella intervista Ale!!
Grazie per avervi fatto conoscere questi due bravissimi designers!
Adoro la clutch tubo serpente!!!
XOXO
Cami
http://www.paillettesandchampagne.com
Non conoscevo questo brand e i due geniali architetti-designers dietro ad esso, ma sono rimasta davvero colpita.
Vedo tanta voglia di fare, passione e, soprattutto, un tentativo ben riuscito di distinguersi dal panorama attuale e proporre qualcosa che sia sofisticato ma originale, innovativo ma comunque attento e devoto alla tradizione artigiana.
Inoltre dalle loro parole all’interno dell’intervista, mi sono sembrate anche persone umili, con la testa sulle spalle.
Che dire: ottimo post come sempre!
baci G
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complimenti davvero interessante!
i can see the architect at work here. the bags look very well-structured, clean lines and all.
http://halfwhiteboy.blogspot.com/