Finalmente si è conclusa l’ondata mediatica in riferimento alla collezione Maison Martin Margiela per H&M “grazie alla quale” il web è stato invaso da articoli e post sul misterioso designer che sta(va) dietro il brand Maison Martin Margiela. Sinceramente stanco, annoiato e deluso di leggere articoli confusionari mi sono deciso a fare un bel po’ di ricerche per ricostruire ed omaggiare degnamente la carriera di quel talentuoso ragazzo belga di nome Martin Margiela che nel lontano 1988 iniziò un percorso creativo unico nel suo genere, diventando uno degli stilisti più importanti degli ultimi 25 anni.
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Martin Margiela – portrait 1997 |
Come nelle migliori storie dei creativi di moda, il suo peculiare talento si manifesta già durante la formazione, presso la Royal Academy of Fine Arts di Anversa (1977-1980). Ha infatti la fortuna di frequentare il Fashion department negli anni di maggior fermento creativo, in concomitanza con gli “Antwerp Six“, il gruppo di stilisti diplomati tra il 1980 e il 1981 che conquistarono l’attenzione della stampa irrompendo nella fashion week londinese del 1988. Nonostante Margiela non faccia fisicamente parte del gruppo composto da Walter Van Beirendonck, Ann Demeulemeester, Dries van Noten, Dirk Van Saene, Dirk Bikkembergs e Marina Yee, ne viene generalmente considerato il settimo membro simbolico, poiché molto vicino alla loro poetica, già ispirata alla stilista giapponese Rei Kawakubo (fondatrice del brand Comme des Garçons) che influenzò la moda degli anni ’70 con tagli asimmetrici e collezioni in bianco e nero.
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The “Antwerp Six” group: (from left) Marina Yee, Dries van Noten, Ann Demeulemeester, Walter Van Beirendonck, Dirk Bikkembergs, Dirk Van Saene – London Fashion Week 1988 |
Nell’estate del 1988, dopo alcune esperienze da stylist freelance e come assistente di Jean Paul Gaultier (1985-87), Martin Margiela debutta al Café de la Gare di Parigi con la sua prima collezione di abbigliamento femminile Maison Martin Margiela Primavera Estate 1989. Su una passerella di cotone bianco propone uno show al confine con la performance artistica, in cui modelle “bagnate” di vernice rossa sfilano con il volto completamente coperto da una maschera di stoffa, un giusto escamotage per focalizzare l’attenzione unicamente sugli abiti. La visione fu shockante e sbalordì tutti i presenti, ma la decostruzione e la ricomposizione di capi vintage come i grembiuli da macellaio trasformati in abiti da sera, le giacche ottenute da un vecchio abito di tulle e gli stivaletti con tacco cilindrico ispirati ai Tabi giapponesi divennero presto leggenda. (Tabi = calzini tradizionali giapponesi con l’alluce separato dalle altre dita del piede, riproposti in tutte le collezioni di Margiela dal 1988 fino ad oggi).
Ad assistere alla sfilata tra il pubblico non poteva mancare il suo mentore Jean Paul Gaultier.
Con il telo macchiato di vernice rossa usato come passerella nella prima sfilata cuce dei gilet per la collezione Autunno Inverno 1989/1990 che lo consacrano definitivamente come stilista concettuale al di sopra delle logiche e degli schemi della moda conformista degli anni 80. La scelta di materiali imperfetti ed usati, è infatti un palese gesto di ribellione al diffuso consumismo dell’epoca, proprio come 20 anni prima avevano fatto gli hippies vestendosi solo ed esclusivamente con capi comprati nei mercatini dell’usato.
A/I 1989 – Schizzo esplicativo per un’uscita della sfilata;
gilet realizzato con il tessuto usato come passerella per la sfilata P/E 1989
A/I 1989 – gilet in rete con frammenti di piatti di porcellana
Margiela è affascinato dall’idea di poter dare una seconda vita agli abiti vintage rimodellandoli grazie alla sua abilità sartoriale e si offende quando i giornalisti lo etichettano come de-costruttore, perché la sua moda non ha una valenza distruttiva/negativa, ma anzi, è legata al concetto di rinascita. Si diverte a giocare con le proporzioni mettendo in discussione la portabilità e la percezione degli abiti mostrando fodere e orli sfilacciati o utilizzando il rovescio dei tessuti nella parte esterna dei capi. Il suo modo di fare moda anticipa i tempi e presto tutti gli occhi sono puntati sulle sue novità che vengono riproposte e rilette dagli altri stilisti fino a due o tre anni di distanza trasformandole in tendenze commerciali.
Gli inviti per la sfilata P/E 1990 furono realizzati dai bambini delle scuole vicine all’head-quarter della maison. (Photo: mmm-maisonmartinmargiela) P/E 1990 – Una canottiera ingrandita in scala del 200% costretta in una maglia di rete aderente si trasforma in drappeggiato abito lungo da sera La sfilata Primavera Estate 1992 si tenne nella stazione della metropolitana Saint-Martin di Parigi, chiusa dal 1939 e illuminata appositamente per lo show con la luce di 1600 candele. (Photo: mmm-maisonmartinmargiela) P/E 1992 – Sulla pelle delle modelle erano dipinti motivi decorativi tratti dai capi indossati e sul naso, vicino all’angolo interno degli occhi erano applicati due brillanti. (Photo: Ronald Stoops – mmm-maisonmartinmargiela) P/E 1992 – Capi realizzati con vecchi foulard.
P/E 1994 – Collezione retrospettiva presentata in un ex-supermercato con gli outfit più iconici dal 1989 al 1993; jeans tinti a mano facenti parte della linea Artisanal. Sui colli delle modelle erano dipinti i nomi delle collezioni che indossavano.
A/I 1994 – Le collezioni furono presentate contemporaneamente in sei città (Paris, London, New York, Tokyo, Milano e Bonn) direttamente nei negozi, sostituendo lo show Parigino. (Photo: Nick Tupin – mmm-maisonmartinmargiela, Marina Faust – cotonblanc) A/I 1994 – Gli abiti di un guardaroba delle bambole sono stati ingranditi di 5,2 volte per raggiungere una scala umana. Tutti i dettagli sproporzionati come bottoni e chiusure lampo sono stati mantenuti nelle dimensioni risultanti dall’ingrandimento. (Photo: Anders Edström – cotonblanc, mmm-maisonmartinmargiela) A/I 1995 – Le modelle della sfilata nel tendone da circo al Bois de Boulogne di Parigi avevano il volto coperto con un velo di mussola scuro, tolto all’uscita finale portando palloncini fucsia in mano. (Photo: Marina Faust, Ronald Stoops – mmm-maisonmartinmargiela) P/E 1996 – Le fotografie di alcuni capi di abbigliamento sono state stampate su tessuti leggeri e fluenti successivamente usati per costruire abiti semplici e minimali con l’effetto trompe-l’oeil. Tabi in versione sandalo, con la parte superiore costituita da scotch da pacchi trasparente passato ripetutamente attorno alla suola e al piede. (Photo: Guy Voet, Anders Edström – mmm-maisonmartinmargiela, cotonblanc) A/I 1996 – Sulla fronte delle modelle era dipinta una maschera marrone, mentre i denti erano stati tinteggiati di bianco brillante. (Photo: Anders Edström, Marina Faust, Ronald Stoops – mmm-maisonmartinmargiela) P/E 1997 – Un tessuto non rifinito viene trasformato in un abito dall’orlo irregolare (Photo: Ronald Stoops – mmm-maisonmartinmargiela) Nella seconda metà degli anni ’90 una particolare tendenza colpisce i vertici delle maison più importanti d’Europa: è il momento di cambiare i direttori creativi puntando sulle nuove leve. In quegli anni nascono impensabili abbinamenti che portano una ventata d’aria fresca in un sistema moda già vecchio: Tom Ford stravolge il concetto di lusso di Gucci, rendendolo un marchio sexy e sfrontato; Marc Jacobs inizia la lunga liaison con Louis Vuitton; l’hooligan della moda Alexander McQueen approda da Givenchy sconvolgendo la poetica del marchio; John Galliano è il bizzarro ed eccessivo nuovo interprete di Christian Dior, mentre Martin Margiela dalla stagione Autunno/Inverno 1998/99 fino al 2003 passa a capo della maison Hermès. Un’accoppiata controversa, inizialmente schernita e non capita dalla stampa, ma che dà modo a Margiela di confrontarsi con la lunghissima tradizione artigianale del brand francese, sperimentando la costruzione degli abiti con forme minimali giocate sulla leggerezza dei materiali di prima scelta.
Hermès by Martin Margiela – A/W 1998 – A/W 2002 – A/W 2003 – S/S 2003
La nuova carica di direttore creativo per Hermès non gli impedisce di portare avanti l’evoluzione del proprio brand e anzi, dopo dieci anni dedicati all’universo femminile, nel 1998 lancia la linea maschile con la collezione Primavera Estate 1999.
P/E 1999 – Debutto della collezione maschile: Targhetta metallica militare oversize;
Scarpe e scarponcini vintage dipinti di bianco; completo scuro
Il successo di nicchia acquisito negli anni 90 da un marchio controverso come Maison Martin Margiela è la testimonianza di come non tutti i clienti del lusso fossero schiavi del logo o dell’immagine dei designer-celebrità. Sin dall’inizio infatti la strategia di marketing di Margiela si fonda sul culto dell’impersonalità, ovvero la “mancanza di un designer di riferimento da osannare“, tanto che gli unici suoi ritratti esistenti sono foto scattate in attimi rubati durante i backstage delle sfilate. Una filosofia in netto contrasto con il mondo dell’apparenza e che in un certo senso ha nobilitato il concetto stesso di moda innalzandola ad arte colta, sciolta dalle leggi del mercato di massa grazie anche ad una sorta di ironico e pungente snobismo. Basti solo pensare che le boutique del marchio non sono registrate sugli elenchi telefonici e non hanno insegne; la divisa per il personale dei negozi e degli uffici è il camice bianco da laboratorio; tutti i negozi sono caratterizzati dal colore bianco così come il packaging è anonimo e senza logo. A tutti questi aspetti legati al marketing si aggiungono anche le peculiarità riguardanti le sfilate come: le modelle con il volto o gli occhi coperti; le location sporche, in edifici dismessi e decadenti, in netto contrasto con i luoghi solitamente deputati al lusso; la mancanza di gerarchie dei posti a sedere, per i quali vige la logica del chi prima arriva, meglio alloggia (first-come, first-served); le interviste rilasciate solo ed esclusivamente via fax e infine, l’aspetto fondamentale, per enfatizzare il senso di collaborazione viene sempre usato il plurale, non focalizzando l’attenzione sul singolo designer, ma sull’intero gruppo di persone che costituisce il team Maison Martin Margiela.
A/I 1999 – Presentazione video della collezione invernale con piumoni da letto usati come cappotti foderati di vecchie lenzuola vintage, che a loro volta possono essere indossate come abiti. Non mancano i dettagli divertenti come i calzini di lana lunghi alle ginocchia indossati sopra le calzature.
P/E 2000 – foto del fitting delle modelle; Chloë Sevigny in un servizio fotografico per Purple Magazine indossa abiti maschili oversize
A/I 2000 – Collezione Oversize realizzata con abiti modellati sulla taglia italiana 78.
A/I 2011 – La sfilata si tenne negli ambienti delle fondamenta del Ponte Alessandro III, allestito con una serie di pedane quadrate attorniate da tende di perline finte. Modella e assistente mentre corrono sotto la pioggia nel backstage all’aperto. (Photo: cotonblanc) P/E 2002 – Giacca bianca con applicazioni a contrasto
A/I 2002 – Per la linea uomo, dei jeans vintage sono stati trasformati in pantaloni classici. Da notare i dettagli delle tasche frontali e posteriori totalmente ricostruite. ( Photo: Jacques Habbah – mmm-maisonmartinmargiela)
Nel 2002 MMM viene comprata dal brand Diesel del poliedrico imprenditore Renzo Rosso, ma ciò porta inevitabilmente una serie di profondi cambiamenti a livello organizzativo, e non solo. Nonostante le collezioni continuino ad essere presentate di anno in anno, la stampa inizia a sospettare che a capo della maison non vi sia più Martin Margiela e che molto probabilmente abbia lasciato il suo ruolo per pareri discordanti sulle politiche di marketing e di espansione introdotte dal nuovo proprietario.
P/E 2003 – trucco simile ad una maschera, pellicola d’argento applicata su una vestaglia vintage
A/I 2003 – Le modelle erano illuminate da due ragazzi che indossavano pannelli luminosi (Photo: mmm-maisonmartinmargiela) A/I 2004 – collezione maschile
P/E 2005 – Dal 2003 vengono introdotti nelle collezioni dei capi chiamati Replica, ovvero delle fedeli riproduzioni di capi vintage provenienti da qualsiasi epoca. In questo caso abbiamo un soprabito maschile anni Venti. (Photo: Marina Faust – mmm-maisonmartinmargiela) A/I 2005 – Trench dalla forma particolare derivata dall’azione di ripararsi dalla pioggia pur non avendo il cappuccio. In realtà il collo e le spalle sono allungate proprio con il taglio di un cappuccio, che se non usato avvolge le spalle. (Photo: Marion Poussier – mmm-maisonmartinmargiela) A/I 2005 – Pezzo della produzione Artisanal in cui vengono rielaborati abiti e accessori vintage con un nuovo spirito. In questo caso tre abiti nunziali smembrati e ricomposti in un unico abito da sera di stoffe diverse. (Photo: Marina Faust – mmm-maisonmartinmargiela) P/E 2006 – Gilet realizzato con carte da gioco assemblate su una base di nappa esposto alla Mostra Maison Martin Margiela “Artisanal” presso la Galleria
Carla Sozzani-Corso Como 10 di Milano (Photo: Marina Faust – mmm-maisonmartinmargiela) A/I 2006 – MMM invitato come special guest a Pitti Uomo 69 con la presentazione della collezione nel Teatro Puccini di Firenze.
P/E 2008 – collezione di occhiali da sole Incognito, ispirati al segno di penna usato per cancellare gli occhi delle modelle nei look-book (Photo: Maison Martin Margiela –
mmm-maisonmartinmargiela)
Di lì a qualche anno le voci diventano sempre più insistenti finché un insider dell’azienda afferma che già dal 2007 Martin Margiela aveva delegato la progettazione delle linee ai vari team creativi, dedicandosi solo a pochissimi progetti speciali come la realizzazione del profumo e lasfilata del ventesimo anniversario della maison. Il segreto di Pulcinella viene rivelato ufficialmente solo nell’Ottobre 2009 quando lo stesso Renzo Rosso conferma che Martin Margiela non disegna più per il brand da molto tempo e che non vi è intenzione di sostituirlo, puntando invece sulla forza di un nuovo team creativo e giovane.
S/S 2009 – Disco-mirror tuxedo jacket
A/W 2009, S/S 2010, A/W 2010, S/S 2011, A/W 2011, S/S 2012 – style.com
S/S 2010, S/S 2011, A/W 2012, S/S 2013 – style.com
E’ stata un’uscita di scena in silenzio, proprio come il suo ingresso, ma non potevamo aspettarci altro da uno stilista invisibile. Attualmente la sensibilità del marchio è cambiata, le collezioni sembrano voler suscitare stupore e sorpresa rileggendo gli elementi d’archivio secondo il classico concetto di vestibilità e portabilità. Si percepisce un approccio decisamente più commerciale e la collaborazione con la catena low cost H&M (Novembre 2012) ne è la riprova.
Alessandro Masetti – The Fashion Commentator
Photo and web references:
style.com/ mmm-maisonmartinmargiela/ cotonblanc/ fashionencyclopedia.com/ independent.co.uk/ guardian.co.uk/ nationalpost.com/ jcreprot.com/ hypebeast.com/ amagazinecuratedby.com/ contemporaryfashion.net/ honeyee.com/ nytimes.com/ businessoffashion.com Maison Martin Margiela for H&M collection (Nov 2012)
Wow you really put a lot of effort into it!
Great job!
fashionistainthedark.blogspot.com
Thank you so much Eva!
LOVE this post! I was in the preview Maison Martin Margiera with H&M in Madrid
http://trendmustache.blogspot.com.es/2012/11/maison-martin-margiela-para-h-preventa.html
xx
Cool…I hope you’ve bought something from the real MM period! 🙂
Such a great piece of article, you should be proud, well written 🙂
Check out my blog if you want : http://www.stradivariusisters.blogspot.com
Thank you so much! See you in your blog! 😉
Non so se mi sembra un pazzo o un genio, forse tutti e due…non conoscevo il background così a fondo…grazie per le tue delucidazioni sempre all’altezza.
In effetti hai ragione che una collaborazione con H&M è una politica di marketing veramente in contrasto con le sue “idee primordiali”…
http://7-sevendays.blogspot.it/
Purtroppo sì, ma c’è anche da dire che i tempi cambiano e la crisi non ti permette di fare lo snob. Ma c’è sempre una via di mezzo!
ciao,
pretendo che Martin Margiela ti ringrazi pubblicamente per questo post così colto e raffinato.
ave
Ciao Ave!!! ahahah non miro a così tanto. Spero solo di averlo omaggiato degnamente!
Bravissimo Ale, hai scritto un post eccezionale, raccontando a chi non lo conosceva – con il tuo solito stile e competenza – la storia di un Brand davvero unico…ti abbraccio!
http://www.rockandfrock.com
Ciao Vale! So che hai apprezzato questo post proprio perché sei una fan sfegatata del brand! 😉
E meno male che Alessandro c’é!!! Applausi per questo pezzo.
Grazie per questo bellissimo omaggio ad un grande stilista che amo moltissimo, naturalmente ho letto tutto il pezzo con avidita’ e interesse particolare, e mentre leggevo la mia stima nei confronti di questo grande cresceva sempre di piu’!
Amo le sue linee ben definite, i colori che usa , e la raffinatezza, sobrieta’ e unicita’ mi hanno sempre portata a prediligerlo nei miei acquisti.
p.s. ti ho risposto sul blog
maria elena
http://www.tuttepazzeperibijoux.com
Ciao Maria Elena, con il coretto iniziale spero non volessi paragonarmi a Silvio! 😉 ahahah
Grazie mille per aver apprezzato il post! 😉
Meraviglioso questo post.
Mette in evidenza tutti gli aspetti della “poetica” di Margiela, è scritto in maniera impeccabile come sempre ed è corredato da una serie di immagini davvero incredibile. Ti sei sparato una ricerca pazzesca. Bravissimo!!!! Da leggere e rileggere 100 volte.
Ci hai veramente dato una lezione a tutte.
Non per discolparmi, ma ci provo a resistere alle collaborazioni di H&M solo che alla fine ci casco sempre. Prometto però che questa è l’ultima volta.
Sai com’è prevale sempre l’illusione di possedere qualcosa che si avvicina a quello che vorresti e che probabilmente non potrai avere mai. Ma appunto è solo un’illusione
Per quanto un abito Margiela – seppur sospetto successivo all’inserimento di Renzo Rosso – ce l’ho anche.
Adesso mi ritrovo con l’abito nero orizzontale e non riesco a vedermici; in realtà si tratta di un ripiego perché avrei voluto la giacca con le spalle a punta, la collana e le scarpe con la zeppa di plexiglass (escluse causa prezzo). Non so, forse lo cambierò – se riesco – col maxipull, però dopo aver letto il tuo post mi sento un po’ stupida 🙁
Ale stai tranquilla, respira e indossalo almeno altre 5 volte, poi inizia ad abbinarlo con gli accessori più semplici che trovi e vedrai che ti sembrerà un capolavoro. Io cedo spesso e volentieri alle collaborazioni con H&M, ma essendo cosciente del fatto che si tratta comunque di H&M e non del marchio vero e proprio. E’ solo un modo per portare un po’ di brio nel guardaroba e renderlo fuori dall’ordinario. Questa collezione non l’ho apprezzata per un solo semplicissimo motivo…i prezzi…decisamente troppo troppo troppo alti! Confido nei saldi per accaparrarmi i giacconi e se ho un colpo di testa, anche la pelliccia! ahaha 😉
Cavolo che ricercona, complimenti! E’ sempre bello vedere che qualcuno “si sbatte” per dare informazioni e non solo banalissime foto. 🙂
Ciao Lucia, grazie. Prediligo la ricerca e la critica, alla solita notizia da comunicato stampa che si rigirano già tutti quanti i magazine. Grazie per aver apprezzato!
complimenti per questo docu-post!!!interessantissimo,ricco di immagini e dettagli!! buona domenica!
Ciao Sabry! Grazie mille, sono contento abbia apprezzato!
complimenti per il post! hai inserito tantissime foto che sono molto belle!
Grazie! 😉
Questo post è bellissimo Ale!
Leggere i tuoi post è come sfogliare un’enciclopedia della moda..e io l’adoro!!!
Grazie per il lavoro che svolgi, è davvero importante e interessante!!!
XOXO
Cami
http://www.paillettesandchampagne.com
Cami, grazie per esserti fermata ad apprezzarlo e adorarlo! 😉 A presto!!!
Fantastico, dettagliatissimo, da te imparo sempre molto, cura encomiabile. E… grazie per il commento. Baci.
Ubique Chic, H2O Fashion added
Ciao Eva! Grazie mille per essere passata e per ciò che hai scritto! Sai benissimo che adoro i tuoi post, insoliti, divertenti e mai banali.
A presto!!!
Ale, che te lo dico a fa’? Come te ce ne sono davvero pochi, non mi sono neanche sognata di fare un post sulla collaborazione tra hem e margiela, l’avrei banalizzato… bravissimo tu che hai fatto questa ricerca, di cui approfittero’ centinaia di volte, un saluto
ile
Ciao Ile! ahahah grazie mille. E’ stato un duro e lungo lavoro, ma per soddisfazione personale, ne è valsa la pena. 😉
Ciao Ale, mi ci è voluta mezz’ora per leggere tutto, ma alla fine ce l’ho fatta! Io, come Ilenia, ho evitato di scrivere. Oltre i gusti personali c’è dell’altro e sicuramente avrei anche io banalizzato il tutto. Sei grande, Ale!
ps. conoscendoti, mi è preso un colpo infatti ho visto che mi avevi lasciato un commento. Mi aspettavo qualcosa del tipo “ma la finisci di postare queste robacce diabetiche?!” ahahah invece no, mi hai stupito!
Un bacione!
Ciao Nunzia! Grazie mille. Hai fatto meglio a non scrive un post comunicato, soprattutto se non apprezzi o non conosci il designer. Ho voluto scrivere un post del genere proprio per “fargli giustizia”. 😉
Che bella ricostruzione. Complimenti! Hai reso giustizia ad un designer secondo me svilito dalla parla – parla degli ultimi tempi.
Grazie mille Madame! 😉
Mi fa proprio piacere leggere su un blog un articolo di moda così documentato e completo, complimenti! Io non riesco mai a resistere alle collezioni di H&M, ne scrivo spesso ma in questo caso mi sono limitata a dare la notizia presentando le foto della collezione e cercando di trasmettere la singolarità della marca che realmente non so quanto sia stata capita dato che sono andata proprio venerdì da H&M ed era rimasto tutto!
xoxo
http://blog.dorafashionspace.com
Ciao Dora! Grazie mille per l’apprezzamento e purtroppo la tua constatazione è più che vera. Ti posso confermare che anche a Firenze (almeno la collezione uomo) è rimasta intatta! La causa è molto semplice…i prezzi altissimi!
A presto! ;)))
Il titolo dice già tutto.
Posso solo aggiungere che è il mio preferito e che hai fatto un post magnifico!
Ciao Andrea! Grazie mille per il tuo continuo supporto! ;)))
Come al solito una ricostruzione degna da manuale. Sei sempre impeccabile nel fare ricerca, abbinare immagini significative e dare la tua opinione senza costringere troppo il lettore a darti ragione o meno.
Sulla carriera di Margiela avevo avuto qualche perla da Linda Loppa, che come ben saprai ha promosso i fenomenali sei di Anversa e che credo sia una delle più grandi sostenitrici di Margiela da sempre.
Mi piacerebbe conoscere la sua opinione in merito alla decisione di collaborare con H&M.
Detto ciò, da quello che ho potuto vedere, finora è stata una delle collezioni più rispettate dal colosso low cost (e forse è per questo che c’era veramente poca gente e, a differenza della collezione di ADR, è rimasta tuttora non compresa).
baci G
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Ciao Greta! La documentazione sulla Loppa mi ha fatto dannare non poco, perché il suo ingresso come direttrice dell’istituto pare sia successivo al diploma di Margiela, ma di sicuro lo ha sostenuto successivamente, così come ha fatto con gli Antwerp Six. Loro sono andati a Londra su un camper, Martin invece ha deciso di debuttare a Parigi. Due scelte diverse, ma che hanno dato a pieno i loro frutti!!! 😉
Caro Alessandro,
Da tanto tempo che non ho letto un blog post cosi lungo e con tanta piacere. Ti faccio i miei complimenti.
Da oggi ti seguo (gfc) con tanta curiosità.
Nicoleta
http://www.nicoleta.me
Ciao Nicoleta! Grazie mille per i complimenti, ci becchiamo al prossimo commento. Ora passo subito da te! ;)))
che belli questi post!
sei veramente bravo ma lo sai già!
amo le foto di archivio e questo genere di post che mi trasmettono davvero tanto!
comunque per MMM devo ammettere…che non è il mio stile, non mi piace molto..! forse sono l’unico a non averne parlato sul blog credo xD
grazie a dio il blog è libero e democratico ahahahahha
un bacio
Syriously in Fashion
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Amazing review! LOVE this post 😀 One of the covers of my 3rd issue of ODDA is with Margiela 🙂
xx
http://www.sickbytrend.com
discutibile, inquietante, ma geniale
come sempre hai il potere di mettere i puntini sulle i.
bravo!
http://nonsidicepiacere.blogspot.it/
BRAVISSIMO
thank you !