Il 7 marzo sono stato invitato da Mercedes-Benz Italia al Museo Santa Giulia di Brescia all’anteprima della mostra “Novecento mai visto: From Albers to Warhol to (now)” che fino al 30 giugno, porta per la prima volta in Italia 230 opere appartenenti alla collezione privata dello storico gruppo automobilistico tedesco Daimler (di cui fa parte anche la Mercedes-Benz).
|
Michael Sailstorfer, C111, 2011 |
Ad accoglierci e a farci da Cicerone attraverso il percorso espositivo è stata la dott.ssa Renate Wiehager, curatrice e direttrice della Daimler Art Collection che per la mostra ha selezionato alcune tra le opere più significative tra i circa 2000 pezzi che vanno dal 1909 ad oggi. La Daimler è l’unica azienda al mondo ad avere una collezione d’arte del genere, pensata innanzitutto perché i dipendenti ne possano fruire negli spazi di lavoro con opere esposte a rotazione in ogni sede, e dal 1999 con una sede aperta al pubblico, la Haus Huth di Berlino, affacciata su Potsdamer Platz. Le opere inoltre vengono esportate in mostre temporanee in tutto il mondo, giungendo oggi per la prima volta in Italia grazie al gemellaggio nato nel 2012 tra il Museo Mercedes-Benz di Stoccarda ed il Museo Mille Miglia di Brescia. La mostra oltre a sottolineare la comune passione per la cultura automobilistica, conferma l’impegno da parte di Mercedes-Benz Italia di andare oltre la vocazione commerciale attraverso specifici programmi di educazione all’arte contemporanea rivolti ai bambini e agli studenti degli istituti superiori di Brescia e provincia che potranno visitare la mostra grazie ad uno speciale servizio autobus EvoBus Italia (Daimler).
|
Renate Wiehager curator of Daimler Art Collection (right) |
Il percorso inizia con il primo nucleo di opere raccolte dalla collezione riferite al Modernismo Classico, con importanti lavori della scuola tedesca Bauhaus;
|
Novecento mai visto: Capolavori dalla Daimler Art Collection – Room 1 |
La seconda parte è dedicata alla ZERO avantgarde europea, il movimento degli anni 60 fondato nel 1957 da Heinz Mack e Otto Piene, che ridefinì il concetto tradizionale di opera d’arte, ponendo le basi per l’Arte Concettuale ed il Minimalismo, trattato nella terza sezione del percorso.
|
Novecento mai visto: Capolavori dalla Daimler Art Collection – Room 2 |
|
Novecento mai visto: Capolavori dalla Daimler Art Collection – Room2 |
Negli spazi dedicati all’arte contemporanea, si pongono in evidenza movimenti artistici come l’Arte Concettuale, fondata sul pensiero che provoca l’opera, piuttosto che sul suo piacere estetico; il Ready-made, che a partire dal 1917 con l’orinatoio di Marcel Duchamp fino alle zuppe Campbell’s di Andy Warhol, trasforma gli oggetti appartenenti alla realtà quotidiana in opere d’arte; e infine anche la New Media Art, che comprende fotografia, video e installazioni multimediali spesso incentrate su tematiche socio-critiche, politiche e culturali della società contemporanea.
|
Pietro Sanguineti, Void, 2010 |
|
Natalia Stachon, Zoning 04, 2011 |
|
Daniel Buren, Ein Tanz mit einem Quadrat N°47 C, 1989 |
|
Philippe Parreno, Marquée, 2009 |
|
Eckhard Schene, Trophy III/69, 1969 |
|
Ulrike Rosenbach, Art as a criminal action, 1972/1996 |
La sezione finale è dedicata ai lavori commissionati dalla Daimler sul tema dell’automobilismo tra i quali spicca la serie Cars di Andy Warhol realizzata in occasione del 100esimo anniversario dell’invenzione dell’automobile, e per la quale erano programmate 80 opere, ma solo 35 immagini e 12 disegni furono completati prima della morte dell’artista nel 1987.
|
Andy Warhol, Cars, 1986 |
Tra gli altri artisti sono rimasto particolarmente colpito dalla svizzera Sylvie Fleury con la serie di maxi video proiezioni a 3 canali per il Mercedes-Benz Center di Parigi, nelle quali fonde il fascino della moda e le leggendarie vetture Mercedes-Benz, riprendendo delle modelle all’interno dell’officina per le automobili d’epoca. Un’altra sua opera “ready made” particolarmente significativa è Aura Soma (2002) una piccola mensola su cui sono disposti 102 flaconi da 50ml di olio e acqua colorati sviluppati dalle terapie olistiche Aura Soma di Vicky Wall (anni 80) per unire le energie curative dei colori e bilanciare l’aura personale aiutando emozioni, mente, corpo e spirito.
|
Sylvie Fleury, Swiss Polish Meditation, 2005 |
|
Sylvie Fleury, Cosmic atelier 2005 |
|
Sylvie Fleury, Aura Soma, 2002 |
|
Sylvie Fleury, Aura Soma, 2002 |
|
Sylvie Fleury, Aura Soma, 2002 |
|
Sylvie Fleury, Aura Soma, 2002 |
|
Sylvie Fleury, Aura Soma, 2002 |
|
Sylvie Fleury, Current issues, 1994 |
Allo stesso piano del Museo Santa Giulia la collezione contemporanea Daimler si intreccia con un’altra mostra “Novecento mai visto: opere dalle collezioni bresciane. Da de Chirico e Cattelan e oltre“, curata dalla dott.ssa Elena Lucchesi Ragni e dedicata all’arte italiana del Novecento con pezzi conservati nei depositi della vecchia galleria d’arte moderna e contemporanea di Brescia, chiusa negli anni 70 e mai riaperta.
Tra gli artisti più curiosi ho scoperto la figura di Guglielmo Achille Cavellini collezionista e mecenate bresciano che si riscopre artista di stampo dadaista, con opere legate alla citazione dei grandi maestri del Novecento. Un geniale personaggio che nel 1971 conia il termine “autostoricizzazione” promuovendo l’artista tramite la sua auto-celebrazione, scrivendo una ampia e fantasiosa autobiografia sotto forma di voce dell’enciclopedia Treccani, pubblicata all’interno del volume autoprodotto, Vita di un genio, e riproposta su abiti e oggetti d’arte.
|
Guglielmo Achille Cavellini, Dalla pagina dell’Enciclopedia, armadio e abiti, 1973/1975 |
|
Guglielmo Achille Cavellini, Dalla pagina dell’Enciclopedia, armadio e abiti, 1973/1975 |
|
Guglielmo Achille Cavellini, Dalla pagina dell’Enciclopedia, armadio e abiti, 1973/1975 |
|
Piero Manzoni, Merda d’artista n°079 (Artist’s shit), 1961 |
Il particolare allestimento della mostra permette degli insoliti dialoghi tra le opere degli artisti italiani contemporanei e tutte le epoche che caratterizzano le stratificazioni storiche del Museo: dal monastero femminile benedettino di epoca longobarda voluto da Re Desiderio nel 753, ai resti delle domus romane conservate con tanto di affreschi parietali, su cui fu eretto il monastero stesso, oltre a tutti i relativi reperti archeologici come mosaici e statue in bronzo che non hanno niente da invidiare a quelli di Piazza Armerina in Sicilia o al Museo archeologico di Napoli.
|
Rupert Norfolk, Untitled, 2007 next to the Roman mosaics |
La visita alla mostra si rivela quindi un vero e proprio viaggio nella storia di Brescia, una cittadina a vocazione industriale del nord Italia, recentemente dichiarata patrimonio mondiale dell’Unesco dal potenziale turistico impressionante, ma ancora purtroppo non noto ai più.
|
Brescia – Capitolium |
Alessandro Masetti – The Fashion Commentator
Special thanks to Mercedes-Benz Italia
looks great
Ciao Alessandro,
una bella presentazione della mostra, che invoglia un gita a Brescia per vederla.
Complimenti per i post, li leggo tutti d’un fiato!
A presto,
Silvia
http://ordinarysilly.blogspot.it
Ciao Silvia!
Io sono rimasto sconvolto dalla bellezza del centro storico di Brescia, non facevo in tempo a girarmi che scoprivo scavi romani, piazze rinascimentali, una barocca e addirittura quella realizzata nel XX secolo in pieno stile fascista rifacendosi ai principi del foro romano. Ti giuro una piazza più bella dell’altra. L’ultima volta ci sono stato 7 anni fa, non me la ricordavo affatto così bella!!! Un vero peccato che non sia valorizzata a dovere!
Molto interessante non mancherò per una visita!
Complimenti come sempre per i tuoi articoli!
Barbara
Che meraviglia! ottimo post, e ottima mostra! Deve essere stat una bella esperienza 😀
S. – Zuckerfrei
ciao Alessandro ,
purtroppo la mia cultura nel campo dell’ arte è molto limitata , non riesco quindi a valutare perchè assolutamente sprovvista di un background che mi faccia apprezzare i vari passaggi e collegamenti storici e artistici, nonostante ciò le fotografie che hai pubblicato e quanto hai scritto hanno acceso anche in me un lampo di curiosità e interesse .
L’ambientazione è stupenda , post interessante e di spessore come ormai ci aspettiamo da te
ave
Ciao Ave,
ti assicuro che l’arte (soprattutto quella contemporanea) è l’unico mezzo d’espressione che non ha bisogno di interpretazione perché è un dialogo tra l’oggetto e chi lo guarda. Certo i vari critici devono spiegarti l’opera storicizzandola e contestualizzandola, ma spesso gli stessi artisti non sanno spiegare il “perché” delle loro opere!
E poi ne vale davvero la pena per visitare la città!!!
😉
Bellissimo!! penso sia stato stupendo e super interessante!!
passa da me se ti va, nuovo post nel mio blog!
ci possiamo seguire a vicenda se ti fa piacere?
fammi sapere
Alessandro, ci sembra una mostra davvero bella e tu sei stato sicuramente fortunato a visitarla!!
La foto della prima macchina ci fa venire in mente la macchina di ” Ritorno al Futuro”!! 😉
XOXO
Marci&Cami
http://www.paillettesandchampagne.com
VUOI VEDERE PAILLETTES&CHAMPAGNE NELLA IT.FAMILY DI GRAZIA?’!
VOTACI TUTTI I GIORNI QUI http://blogger.grazia.it/blogger?id=305
BASTA CLICCARE SUL CUORE
GRAZIE!!!!!!!
Eh… non ci siete andate poi così tanto lontane!!! 😉
I love your blog
followed
http://www.thekaybook.com
Aleeeeee sei in finaleeeeeee!!!!!!!!!!!!!! Sono troppo contenta per te, ti ho già dato il like, in bocca al lupissimo!!!!!!!!!!
http://www.rockandfrock.com
Ps. Ero sicura, te l’avevo detto che stavolta ti eri superato…
Valeria grazie milleeee!
Pensa che me lo ha detto Electromode, io non me n’ero nemmeno accorto! -.-“
Ahahaha
Grazie per il sostegno!!! 😉
come sempre i tuoi post sono perfetti.
gli adoro.
baci
http://nonsidicepiacere.blogspot.it/
Ciao Ila! Grazie mille, a prestissimo, un bacione!
Grazie a tutte per i complimenti, spero questo post vi abbia invogliato a fare un viaggetto a Brescia… magari nella bella stagione, così ci scappa anche una gita al Lago di Garda! 😉