Anche questa Milano Fashion Week autunno inverno 2014 è giunta alla fine, ma quali sono stati gli episodi ed i fatti più importanti che hanno scandito la settimana e quali effettivamente lasceranno un segno nella prossima stagione fredda?
Gucci FW 2014 |
Benvenuti in Italia, il supermercato dei brand di lusso!
Marco De Vincenzo FW 2014 |
M come Moschino o McDonald’s?
Finalmente dopo qualche mese dall’annuncio ufficiale, l’irriverente stilista americano Jeremy Scott ha assunto il ruolo di direttore creativo per la maison Moschino, succedendo a Rossella Jardini. Un cambio di guardia che non è passato affatto inosservato, basti pensare che nei giorni successivi la domanda più gettonata che correva in tutta Milano fosse: “Hai visto Moschino?”, seguita da espressioni come “Che genio JS!” oppure “Terribile, chi se lo metterà mai un abito da cameriere del McDonald’s!?”.
Personalmente posso dire di aver visto la sfilata (in streaming) e senza molti giri di parole ritengo che Jeremy Scott sia il vero erede spirituale di Franco Moschino grazie alla sua pungente ironia contemporanea e all’ispirazione proveniente dalle strade di New York; ha portato una grande boccata d’aria fresca in un ufficio stile che si limitava a riproporre sempre gli stessi temi che hanno fatto la storia del brand. Per quanto riguarda le critiche o le lodi intessute da stampa e colleghi sulla reinterpretazione del logo della famosa catena americana di fast food, ritengo sia un’idea molto divertente, ma non poi così nuova e geniale come molti credono. Sembra che il mondo della moda abbia la memoria corta, davvero vi siete già scordati le mise avant-garde di Anna Piaggi? Scusate per la mia personale “fashion meme”, ma la battuta mi sembra più che giustificata no?!
Fashion Meme: Jeremy Scott for Moschino FW 2014 collection inspired to McDonald’s logo VS Anna Piaggi wearing an original McDonald’s vest in a portrait by Marco Glaviano in 2010 |
L’altro mondo
L’espressione “Settimana della moda” va a braccetto con la parola spettacolo, soprattutto quando le scenografie delle sfilate trasportano lo spettatore in un’altra realtà come nel caso di Roberto Cavalli, che nel tendone ai piedi dell’Arco della Pace fa “danzare” le sue modelle attorno al fuoco sacro della moda, evocando l’immaginario di una bellezza selvaggia con stampe animalier, pellicce e frange.
Il duo Dolce e Gabbana preferisce invece ambientare la sfilata in un bosco incantato i cui personaggi sono un ibrido tra i protagonisti delle fiabe russe e la loro Sicilia, immaginando una collezione ultra-decorata, preziosa e sfarzosa che strizza l’occhio al gusto eccessivo dell’est Europa con cappe matrioske e tempeste di brillanti.
Infine Fendi che ci proietta in un futuro a metà tra Avatar e Tron presentando la sfilata in streaming attraverso l’occhio bionico di telecamere ad alta definizione installate su alcuni droni che volano lungo la sala permettendo allo spettatore di scegliere l’inquadratura preferita. Un ulteriore modo per infrangere la barriera tra il settore di nicchia ed il consumatore finale.
Roberto Cavalli FW 2014 |
Roberto Cavalli FW 2014 |
Dolce e Gabbana FW 2014 (photo: Alessandro Garofalo/indigitalimages.com) |
Dolce e Gabbana FW 2014 (photo: Alessandro Garofalo/indigitalimages.com) |
Dolce e Gabbana FW 2014 (photo: Alessandro Garofalo/indigitalimages.com) |
Dolce e Gabbana FW 2014 (photo: Alessandro Garofalo/indigitalimages.com) |
Fendi drones on the catwalks (photo: ansa.it) |
Trend: luxury, colors and men
Bottega Veneta FW 2014 |
Emporio Armani FW 2014 |
Ermanno Scervino FW 2014 |
Giorgio Armani FW 2014 |
Gucci FW 2014 |
Jil Sander FW 2014 |
Max Mara FW 2014 |
N°21 FW 2014 |
Prada FW 2014 |
Un post denso e molto interessante. Mi è piaciuto molto quello che hai scritto su Moschino, concordo pienamente, mi permetto solo di aggiungere che sono mancati solo un po’ i capi classici e di buona qualità che Franco Moschino sapeva inserire e mescolare con le gag più impensabili! Per il resto finalmente qualcosa di nuovo, con la sola “portabilità” ed il buon gusto si va poco lontano.
Per quanto riguarda il made in italy sono qui che piango proprio come te. Dico solo questo: se io fossi multimiliardaria non aprirei MAI un’azienda in italia, probabilmente farei produrre in italia, potrei prendere un designer italiano, ma terrei sede e quartier generale ben lontani da qui. Del resto Bertelli ha spostato la sede di Miu Miu in Francia. Siamo un paese bello per le vacanze (ma anche in quel settore investiamo sempre peggio), ma per il resto vacche da mungere, prestatori d’opera e siccome siamo anche cari, bisogna cercare di tenere il livello alto, altrimenti si finisce diretamente nel terzo mondo. Buona giornata
Cecilia
I big mi sono piaciuti quasi tutti quest’anno, ovviamente mi sono piaciuti via streaming!
Devo dire che Gucci non mi delude mai, come Scervino (ah che bello, uno stilista che ho potuto ammirare dal vivo), Giorgio Armani, Max Mara e Dolce&Gabbana. Cavalli non era male, questa collezione non mi dispiace!
Per quanto riguarda Moschino, è ovvio che non siano capi da indossare per andare al supermercato, ma si anche io non li ho trovati poi così innovativi..segue un filone lanciato anni prima!
Di Ferré e Krizia ne avevo sentito parlare, mentre di Marco De Vincenzo non lo sapevo..eh questi francesi ci compreranno tutto prima o poi!
XOXO
Cami
Paillettes&Champagne
Io personalmente ho adorato Moschino!
The Cutielicious
http://www.thecutielicious.com
Federica
Wow che post! Mi hai fatto il riassunto delle puntate precedenti in un colpo solo e ne avevo proprio bisogno. Tra l’altro si legge tutto d’un fiato.
Allora, sapevo anch’io di Ferré ed è una cosa che mi dispiace tantissimo. Non posso credere che il nome Ferré finisca nel nulla così. Una griffe tanto gloriosa con tutto quel materiale d’archivio avrebbe meritato qualcosa di più. Che poi non ho capito perché sia andato tutto in malora.
D’accordo anche sulla tua riflessione in merito ai milionari italiani. Non credo che Arnault e compagni siano dei filantropi, quindi vuol dire che con la moda e con la bellezza si guadagna. La verità è che la maggior parte dei milionari italiani (non tutti ovviamente) preferiscono andare sul sicuro – magari intrallazzando con la politica – e prendersi pochi rischi.
Per il resto Marco de Vincenzo spettacolo. Moschino è stata carina ma non posso dire mi abbia fatto impazzire. Forse Jeremy Scott è effettivamente il più adatto e ha anche portato un po’ di aria fresca però credo che manchino lo spessore e il coraggio di Franco Moschino. La tua fashion meme è eccezionale. Ecco, la Piaggi avrebbe dovuto disegnare Moschino
Alessia
ElectroMode