Dal 1 febbraio al 15 giugno 2014 il Museo del Tessuto di Prato ospita “La camicia bianca secondo me Gianfranco Ferré” un’eccezionale mostra monografica sul capo iconico dell’architetto della moda italiana, proposto in 27 declinazioni datate dal 1982 sino al 2006, selezionate dalla curatrice Daniela Degl’Innocenti e dal direttore della Fondazione Gianfranco Ferré, Rita Airaghi.
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Allestimento mostra – La camicia bianca secondo me Gianfranco Ferré |
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Allestimento mostra – La camicia bianca secondo me Gianfranco Ferré |
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Allestimento mostra – La camicia bianca secondo me Gianfranco Ferré |
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Allestimento mostra – La camicia bianca secondo me Gianfranco Ferré |
Grazie a soli 27 pezzi d’archivio provenienti dalla Fondazione Gianfranco Ferré, il visitatore viene letteralmente catapultato nella Milano degli anni ’80 e ’90, quando il quartetto Armani-Ferré-Trussardi-Versace lanciava sulle passerelle le avanguardie dello stile italiano, che ancora oggi sono fonte d’ispirazione per i designer di tutto il mondo. Ogni camicia (ma vi prego di non chiamarle solo camicie!) è la materializzazione del processo creativo che l’architetto lombardo affrontava per realizzare i singoli capi, vivendolo come fosse un vero e proprio progetto architettonico passando dallo schizzo iniziale, alla composizione dei volumi, scendendo poi sempre più nel dettaglio studiando i tagli per la produzione seriale e lo styling per la presentazione in passerella. Pieghe, volant, cinghie, corsetti, bracciali di pelle, trine, bottoni e applicazioni fanno parte della poetica decorativa di Ferré, che con il tempo è andata ad arricchire le strutture minimali di seta degli inizi carriera facendole diventare sempre più complicate, quasi imitando l’evoluzione degli stili dell’architettura, dalla semplice e bilanciata armonia geometrica rinascimentale, agli eccessi del barocco e del rococò, fino al ritorno dell’equilibrio del neoclassicismo. Il succedersi di forme e stili ci rivela quindi un Gianfranco Ferré “progettista di capricci architettonici da indossare” dei quali viene svelata la natura costruttiva attraverso schizzi, figurini, editoriali e le suggestive fotografie di Leonardo Salvini che simulano la tecnica x-ray, mettendo in evidenza la “struttura portante” di ogni capo.
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Gianfranco Ferré – Spring Summer 1982 |
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Gianfranco Ferré – Spring Summer 1982 – sketch |
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x-ray photo – Leonardo Salvini for La camicia bianca secondo me Gianfranco Ferré |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 1982 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 1982 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 1982 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 1982 – sketch |
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Gianfranco Ferré – Spring Summer 1987 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 1986 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 1986 – sketch |
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x-ray photo – Leonardo Salvini |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 1989 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 1989 |
Gianfranco Ferré – Autumn Winter 1989 – sketches
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 1990 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 1991 |
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Gianfranco Ferré – Spring Summer 1993 – fronte |
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Gianfranco Ferré – Spring Summer 1993 – retro |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 1993 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 1993 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 1993 sketch |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 1994 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 1994 |
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Gianfranco Ferré – Spring Summer 1995 |
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Gianfranco Ferré – Spring Summer 1995 |
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x-ray photo – Leonardo Salvini |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 1995 |
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Gianfranco Ferré – Spring Summer 2000 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 2000 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 2000 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 2000 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 2001 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 2001- detail |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 2001 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 2005 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 2005 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 2005 – sketch |
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Gianfranco Ferré – Spring Summer 2002 |
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Gianfranco Ferré – Spring Summer 2002 – sketch |
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Gianfranco Ferré – Precollection Spring Summer 2002 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 2003 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 2003 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 2003 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 2003 |
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Gianfranco Ferré – Autumn Winter 2003 |
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Gianfranco Ferré – Spring Summer 2002 |
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Gianfranco Ferré |
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Gianfranco Ferré – detail |
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Gianfranco Ferré – Primavera Estate 2004 |
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Gianfranco Ferré – Primavera Estate 2004 – sketch |
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x-ray photo – Leonardo Salvini |
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Gianfranco Ferré – Primavera Estate 2006 |
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Gianfranco Ferré – Primavera Estate 2006 |
La mostra è accompagnata dal catalogo edito da Skira a cura di Rita Airaghi, con la direzione artistica di Luca Stoppini (storico art director di Vogue Italia) che, come ha detto nel suo intervento durante la conferenza stampa, ha voluto fotografare e trasformare le camicie di Ferré in un suo sogno, secondo la propria visione e sensibilità contemporanea, di cui però non vuole prendersi tutto il merito: “E’ stato un gioco facile visto che il lavoro di Gianfranco è ancora oggi attuale e di grande ispirazione.”
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Luca Stoppini for “La camicia bianca secondo me Gianfranco Ferré” catalogue published by Skira |
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Luca Stoppini for “La camicia bianca secondo me Gianfranco Ferré” catalogue published by Skira |
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Luca Stoppini for “La camicia bianca secondo me Gianfranco Ferré” catalogue published by Skira |
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Luca Stoppini for “La camicia bianca secondo me Gianfranco Ferré” catalogue published by Skira |
Il Museo del Tessuto di Prato con questa esposizione si conferma tra le migliori realtà italiane dedicate alla cultura della moda e del costume, grazie soprattutto alla particolare sensibilità dei curatori nei confronti di un protagonista del recente passato che ha contribuito al primato dell’Italia nel mondo, a differenza della città di Milano, sede principale delle istituzioni rappresentative della moda italiana ed del Made in Italy, che a quasi sette anni dalla scomparsa di Ferré non gli hanno ancora dedicato nemmeno una retrospettiva.
Alessandro Masetti – The Fashion Commentator
incantevoli. le foto e le tue descrizioni. ricordo come fosse ieri una delle camicie di Ferrè che ha avuto la mia mamma a meta degli anni Novanta. peccato che in tintoria l’abbiano bucata, e abbiamo dovuto darla via. oggi sarebbe perfetta e puntualissimamente di moda.
Ho sempre ammirato e stimato Ferrè, uno dei più grandi couturier italiani e non. E vado matta per le sue camicie bianche (come per quelle di Cristobal Balenciaga del resto) (e di Alaia). La mostra mi trasmette emozione già dalle tue foto, non mancherò di andarla a vedere!!
Che mostra pazzesca… insomma è come andare ad ammirare non dei semplici abiti ma delle sculture che niente hanno a che vedere con le nostre “mondane ” camicie. Qui parliamo di tessuti complessi che nelle mani dello stilista-architetto sono mutate in arte eterea che è fine a se stessa e nulla ha a che vedere con la dimensione umana del coprirsi.
Un plauso al Museo del Tessuto di Prato per l’iniziativa e complimenti a te per il post dettagliato ed evocativo rivolto anche a quelli che come me non possono godersi questa mostra.
Baci
RigillaMas
Notes de Mode
Come descrivi tu le cose Ale sono capaci in pochi!
Anche se ho visto con i miei occhi le 27 camicie, il tuo post mi ha emozionata e mi ha fatta entrare in un mondo magico che tu capisci sicuramente meglio di me essendo quasi un architetto!!
XOXO
Cami
Paillettes&Champagne
Sapevo che mi sarei mangiata le mani a non partecipare… Uffa!!! Purtroppo gli esami non me l’hanno permesso.
Splendide immagini, camice suggestive dalle linee all’avanguardia. Una grande varietà, bellissimo.
Fantastica questa mostra.
La camicia bianca, in quanto capo evergreen, merita un’esibizione del genere.
Meraviglia vedere quante tipologie si possono creare partendo da una base e colore comune!!!
baci
Che mostra pazzesca… super…..
Thanks for sharing this superb exhibition with those of us whom are not able to attend. Because of the beautiful photos, I almost feel as if I was present. This designer was certainly prolific. Excellent blog post.
Sharon
http://www.afashioncrowd.blogspot.com
Che meraviglia!
Io ero e sono follemente innamorata del Gianfranco Ferré anni 80.
Questa mostra deve essere stupenda e tra le tante camicie che hai così magistralmente fotografato non saprei quale scegliere. Forse quella con le cinghie tipo cintura di forza e quella che fine 800 alla Proust. Che spettacolo! Bellissime poi le foto x-ray.
Un motivo in più per venire dalle tue parti. Sempre avanti voi. E su Milano hai proprio ragione.
Tra l’altro io mi sono sempre chiesta perché non esiste qualcosa come il Costume Institute o comunque un posto dove fare delle super mega mostre dedicate alla moda, ma di quelle epocali che attirano gente da ogni dove. Non ci credo che non ci sono soldi.
Baci
Alessia
ElectroMode