La New York Fashion Week autunno inverno 2014 si è conclusa qualche giorno fa e come molti lettori hanno potuto vedere nei reportage quotidiani sulla pagina Facebook di The Fashion Commentator, purtroppo, a parte in rarissimi casi, anche questa volta il bilancio non è stato poi così positivo.
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Delpozo – FW 2014 |
Tra collezioni prive di ricerca stilistica palesemente finalizzate alla sola vendita (per chi non lo sapesse esiste anche la moda concettuale e di ricerca e va in passerella molto più spesso di quanto si possa immaginare, anche durante la crisi!) e ripetitive banalità che tentano invano di imitare trend già triti e ritriti provenienti da Francia e Italia, si è potuto osservare l’ulteriore sviluppo di due tendenze principali che ormai caratterizzano la moda contemporanea.
Da un lato abbiamo collezioni caotiche, con mix and match ispirati al mondo della strada (lo stile urban è da sempre un elemento cardine della moda americana) la cui vera peculiarità sta nella forza dei singoli capi. Alcuni stilisti infatti (soprattutto i più giovani), non provano alcun interesse nel proporre total look per una clientela vittima delle scelte imposte dall’alto, preferendo invece coloro che vivono la moda in modo spontaneo, andando fuori dai canoni classici e spesso anche contro le regole del buon gusto. Al grido di “Mi piace e lo indosso anche se mi sta male”, ecco in passerella collezioni prive di un filo logico, con capi e soprattutto accessori pensati per essere acquistati singolarmente e indossati secondo una propria interpretazione dello stile.
Dall’altro lato invece, stilisti affermati e alcuni talenti emergenti mirano a conquistare una clientela sempre più esclusiva, andando incontro alle esigenze del mercato del lusso, tagliando fuori del tutto quel consumatore medio che solitamente faceva i salti mortali per accaparrarsi anche solo un accessorio del suo stilista preferito. Assistiamo quindi a trionfi di pellicce, materiali pregiati di prima qualità ed eccellenti lavorazioni spesso made in Italy che reinterpretano e sviluppano all’ennesima potenza il concetto di lusso, anche se magari la linea aveva debuttato solo qualche anno fa con collezioni minimali e understatement. Tutto sembra cambiare in nome di quel bacino di 380 milioni di consumatori di beni di lusso (dati 2013) che secondo l’analisi di Boston Consulting Group e Exane Bnp Paribas nel 2020 raggiungeranno quota 440 milioni. Non è quindi un caso se anche gli stilisti emergenti italiani per assicurarsi un futuro solido, mirino a lanciare brand e prodotti di lusso che seguano questo fenomeno, diventando così sempre più irraggiungibili e di conseguenza meno noti al grande pubblico.
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Altuzarra – FW 2014 |
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Costello Tagliapietra – FW 2014 |
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Creatures of the Wind – FW 2014 |
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Delpozo – FW 2014 |
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Desigual – FW 2014 |
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Diane Von Furstenberg – FW 2014 |
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DKNY – FW 2014 |
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Donna Karan – FW 2014 |
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Tommy Hilfger – FW 2014 |
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Jason Wu – FW 2014 |
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Marc by Marc Jacobs – FW 2014 |
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Nicholas K – FW 2014 |
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Oscar de la Renta – FW 2014 |
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Prabal Gurung – FW 2014 |
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Rebecca Minkoff – FW 2014 |
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Richard Chai Love – FW 2014 |
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Rodarte – FW 2014 |
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Thom Browne – FW 2014 |
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Victoria Beckham – FW 2014 |
Critiche a parte, devo ammettere che questa New York fashion week ci ha regalato qualche emozione, non mi riferisco solo ai 40 anni del wrap dress di Diane Von Furstenberg, al 30esimo anniversario di attività di Donna Karan, e all’acclamato debutto di Luella Bartley e Katie Hillier alla guida della linea Marc by Marc Jacobs, ma anche e soprattutto alla straordinaria collezione di un giovane che di stagione in stagione ha conquistato l’intero mondo della moda, complice il nuovo ruolo di direttore creativo da Balenciaga, ovviamente sto parlando di Alexander Wang.
Le forme leggermente oversized di giubbotti e blouson, i cappotti in feltro con multi-tasche a rilievo che riecheggiano il concetto di “protezione armata” delle divise militari, le sperimentazioni di tessuti high tech che cambiano colore grazie all’aumento della temperatura, gli accostamenti irriverenti di materiali impensabili come la maglieria ed i tessuti gommati di colletti e plaston, il mix di colori ed i dettagli delle lavorazioni lasercut delle ultime uscite avvicinano la sua ricerca estetico-stilistica all’avanguardista Miuccia Prada.
E’ stata senza dubbio una delle migliori collezioni viste sulle passerelle della grande mela soprattutto, perché per almeno una volta la “commerciabilità” è passata in secondo piano, dando la precedenza alla ricerca, una vera rarità per gli stilisti americani.
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Alexander Wang – FW 2014 |
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Alexander Wang – FW 2014 |
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Alexander Wang – FW 2014 |
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Alexander Wang – FW 2014 |
Alessandro Masetti – The Fashion Commentator
Photo credits: Vogue.it
Giustissime osservazioni e su Alexander Wang mi trovi perfettamente d’accordo.
A me sono piaciute anche Del Pozo, Marc, un pizzico di Rodarte e molto Proenza Schouler.
Ci vediamo domani 😉
Alessia
ElectroMode