Negli ultimi due anni la settimana della moda di Milano ci ha abituato a varie tipologie di stilisti:
i giovani maledetti, costituiti principalmente da un’affollata generazione di pseudo-creativi tuttofare che lanciano tendenze sui social network mitizzando personaggi e p.r. da discoteca meneghina che al di fuori del quadrilatero della moda sono perfetti signor nessuno;
i miti collettivi intramontabili, ovvero quei marchi che vivono ancora grazie ad arcaiche glorie del passato, spesso riesumate da direttori che di creativo non hanno più niente, e che dopo aver sparato tutte le cartucce nei primi anni di attività, si sono adagiati sugli allori, limitandosi a riprodurre gli archivi della maison usando l’espressione “heritage”;
i best seller, quei marchi o stilisti ritenuti icone sacre da alcune fette specifiche di mercato e che stagione dopo stagione riescono a condizionare l’evoluzione (o involuzione) del gusto contemporaneo globale;
i serie B, stilisti eccellenti che non riescono ad emergere come veri protagonisti del sistema moda italiano vuoi per investimenti sbagliati o strategie di comunicazione ai limiti dell’antiquato;
ed infine i miei preferiti, i ricercatori, quegli stilisti con la S maiuscola che fedeli a se stessi e ai principi del brand, ad ogni collezione riprendono un discorso iniziato nella stagione precedente evolvendone lo stile, il tema, le lavorazioni, i tessuti e la gamma cromatica.
Ermanno Scervino, ça va sans dire, fa parte di quest’ultima categoria e la collezione Primavera Estate 2015 non è che la perfetta manifestazione della sua coerenza stilistica, infatti continua la ricerca estetico-formale iniziata nel 2013 traendo ispirazione dagli anni Cinquanta, stravolgendo il concetto di stile bon ton vecchia maniera con abbinamenti glamour di microtop con shorts e gonne a vita alta e capi casual dalla linea minimale, retaggio degli esordi sporty-chic del brand.
Paradossalmente, mentre si consuma questa epurazione dei vecchi stilemi, allo stesso tempo le modelle che calcano la passerella sembrano far parte di un corteo neo-rinascimentale cosmopolita, dove i temi floreali delle sontuose vesti di Eleonora di Toledo sono reinterpretate con ricami macramé, applicazioni e decorazioni che nobilitano addirittura un capo casual e storicamente ribelle come il parka elevandolo a must-have elegante per eccellenza.
Se le forme ad A o leggermente ad uovo costruite con volumi di neoprene, denim e rafia si abbinano perfettamente alle pettinature cotonate e naturalmente scomposte alla Brigitte Bardot, in realtà il sangue di ‘fiorentino d’adozione’ che scorre nelle ‘vene creative’ di Ermanno Scervino sembra tradirsi con modelli molto più antichi, gli importanti profili delle nobildonne fiorentine del Quattrocento.
Certo il parallelismo che propongo è alquanto azzardato, ma non dimentichiamoci che donne come Simonetta Vespucci, erano considerate vere e proprie istituzioni cittadine celebrate e osannate da tutti gli artisti dell’epoca, in definitiva non poi così lontane dalle odierne socialité e superstar, amiche/muse/testimonial degli stessi stilisti, o dalle IT-girl puntualmente assediate dai fotografi di street-style.
Alessandro Masetti – The Fashion Commentator
Secondo me il parallelismo che hai proposto è perfetto invece!!
Ci sono davvero molti elementi comuni che saltano all’occhio!
In quanto alla tua “critica” iniziale, sono abbastanza d’accordo..ormai ci sono varie categorie di stilisti che, soprattutto durante la settimana della moda milanese, si differenziano tra loro!
Devo dire che a me Scervino, nel panorama italiano, è uno degli stilisti che piace di più e, collezione dopo collezione, riesce a creare degli abiti mai scontati, ma comunque sempre portabili! (bhè certo, questo dipende anche dal budget e dal tipo di vita che si svolge, ma credo tu abbia capito cosa intendo!)
XOXO
Cami
Paillettes&Champagne
Grazie Cami!
Tranquilla ho capito cosa intendi, e sì, Scervino è uno di quelli che ti permette di indossare abiti lungo tutte le 24 ore della giornata, rispetto a tanti altri che si fermano all’apparire a tutti i costi con capi importabili alle 10 del mattino.
A presto,
Ale
ciao Alessandro
si e’ aperta la pagina del tuo blog e mi si é disegnato un gran sorriso sul volto.
Eh si tu lo sai che Scervino é in assoluto uno dei miei preferiti, non ho visto la sfilata a Milano, deve essere stata qualcosa di meraviglioso ( e lo dico perché ho visto brevi sfilate, appunto meravigliose di Scervino nell’AGora’ ad Arezzo durante Gold in Italy).
Scervino riesce a non essere mai banale pur non stupendo per effetti speciali ( e quindi di cattivo gusto).
Stupendi i fiori applicati e il crema con l’azzurro…grazie per questo post
elena
http://www.tuttepazzeperibijoux.com
Ciao Maria Elena,
Lo so benissimo che non puoi stare senza la tua dose giornaliera di Scervino!
Grazie a te per i complimenti.
A presto,
Ale
Ehi, ma mi ero perso il passaggio! Complimenti 🙂
Bellissimo il confronto con le opere d’arte dei capi e anche delle acconciature.
Riccardo | http://www.guyoverboard.com
Ciao Riccardo!
Grazie mille, sono contento abbia apprezzato questo tipo di parallelismo iconografico.
Sì, come hai visto alla fine ho attuato la migrazione, grazie anche al tuo prezioso aiuto.
A presto
Ale
Sai quanto ammiri e adori l’estetica e il lavoro instancabile di Ermanno Scervino.
Rientra di diritto tra i miei preferiti e concordo con te sull’inserimento nella categoria Stilisti con la S maiuscola, ricercatori e innovatori.
E’ stato un peccato non poter assistere alla sfilata dal vivo, ma il tuo post è stato un magico viaggio più che all’altezza!
Concludo menzionando i Serie B: per loro provo compassione e una vena di tristezza. Spero sempre che riescano, presto o tardi, ad ottenere l’attenzione che la loro moda e vena creativa meritano.
bacio
Greta | http://www.inmodaveritas.com