Questo week-end si chiude “Omaggio al maestro Piero Tosi” la mostra curata da Caterina Chiarelli, con cui la Galleria del Costume di Palazzo Pitti a Firenze ha celebrato il conferimento del Premio Oscar alla carriera al costumista Piero Tosi, ed il 50esimo anniversario di attività della Sartoria Tirelli.
Una mostra in cui lo straordinario nucleo di costumi donato alla Galleria da Umberto Tirelli nel 1986, riprende vita tracciando le tappe significative della longeva attività del maestro e della sartoria orgoglio del cinema e del teatro italiano nel mondo.
– Come ero ingenuo.
– Questo non pubblicarlo!
– Bruciali tutti!
Queste le poche, ma taglienti parole che il maestro Piero Tosi disse osservando i suoi vecchi schizzi giovanili per i costumi del Maggio Musicale Fiorentino da pubblicare in un volume celebrativo. Come Michelangelo era solito distruggere le proprie opere riconoscendovi errori più concettuali che formali, allo stesso modo il costumista Premio Oscar, attraverso gli aneddoti riportati da Moreno Bucci alla presentazione del catalogo della mostra, si rivela essere uno di quei geni creativi perfezionisti che hanno contribuito a rendere il cinema italiano sublime arte, tra le arti contemporanee.
La mostra Omaggio al maestro Piero Tosi, inaugurata il 29 settembre e visitabile fino al 25 gennaio, celebra proprio la genialità di questo personaggio partendo dalle sue creazioni e nonostante sia costituita da soli 15 pezzi, è un appuntamento con la cultura assolutamente da non perdere per almeno tre buone ragioni.
1) Gli abiti del Mito
La piccola selezione di capi ospitata nella Sala da Ballo della Palazzina della Meridiana irrompe nell’allestimento della Galleria con le forti tonalità cromatiche dei costumi realizzati per il film Medea di Pier Paolo Pasolini nel 1969. Ogni singola piega, amuleto, ricamo velo, copricapo, rimanda con la mente ad immagini archetipiche ancestrali, alle origini della cultura occidentale. E’ impossibile non rimanere stregati davanti ai medaglioni che pesanti ciondolano sul costume ieratico di Medea interpretata da un mito come Maria Callas, il cui volto, pallido e lasciato al naturale per volontà di Pasolini, sembra splendere come la luna nel blu profondo della notte.
Non si può che rimanere paralizzati dallo stupore al cospetto del Dignitario della Colchide, che con i suoi strati di stracci ed il copricapo in corno incutono timore e rispetto.
Da solo, in un angolo sullo sfondo, appare anche il Soldato della Colchide, con i suoi abiti polverosi e l’elmo di cuoio intagliato che hanno resistito ad anni di sanguinolente vittorie sui campi di battaglia al richiamo del peana.
Infine le vibranti sfumature di rosso del costume di Giasone, stilisticamente vicino alle plissettate di Mariano Fortuny (1838 – 1874), a loro volta citazione colta degli antichi pepli indossati dalle Korai davanti ai templi, ma che in questo caso contribuiscono a descrivere l’irrequietezza del personaggio interpretato da Giuseppe Gentile.
La sola visione di questi 4 costumi, vale la visita della Galleria.
2) Un salto in videoteca
Purtroppo non ho potuto presenziare all’inaugurazione della mostra poiché impegnato Parigi per la Fashion Week, ma avendo avuto modo di vederla successivamente in più occasioni, posso dire che la sensazione, o meglio, il desiderio provato ogni volta è stato sempre lo stesso: devo assolutamente rivedere tutti i film in cui sono presenti questi costumi. Infatti, nonostante la riproposizione di scene e fotogrammi proiettati a rotazione su uno schermo presente in mostra, la bellezza di alcuni costumi invita a capire lo studio che il maestro Tosi affrontava ogni volta che voleva trasmettere non solo il gusto di un’epoca, ma anche e soprattutto la psiche dei singoli personaggi.
3) Italians do it better
Quando penso a Piero Tosi la mente va subito a personaggi che hanno collaborato con lui come Zeffirelli, Visconti, Pasolini, ma anche altri professionisti come Dante Ferretti, Premio Oscar noto anche al mondo della moda per le scenografie di eventi e feste come le celebrazioni dei 45 anni di attività di Valentino nel Tempio di Venere a Roma (la cui preparazione è immortalata nel docu-film L’Ultimo Imperatore di Matt Tyrnauer). Personaggi che hanno molte cose in comune, ma una su tutte è sicuramente l’ITALIANITÀ, e mi piace pensare che proprio grazie a questa qualità intellettuale il cinema italiano abbia vissuto stagioni indimenticabili.
Omaggio al maestro Piero Tosi si conclude il 25 gennaio, ma per tutti coloro che non possono visitare Firenze entro questa data, presto sul sito della galleria sarà disponibile la visita virtuale dell’intero museo e delle ultime mostre allestite nel 2014, realizzata da Studio Logo con il supporto di Rotary Club Firenze Brunelleschi. Un’occasione unica anche per gli habitué della Galleria per scoprire e ammirare grazie alla tecnologia ingrandimenti e dettagli normalmente invisibili ad occhio nudo a causa delle vetrine e delle distanze di sicurezza da rispettare all’interno del museo.
Alessandro Masetti – The Fashion Commentator
Meno male che dura fino al 25, spero proprio di riuscire ad andare a vistare questa mostra!!
Dopo aver letto il tuo post sarò preparatissima!!
XOXO
Cami
Paillettes&Champagne