Mentre pubblico questo post sono a Milano per l’evento must dell’anno che tutto il mondo ci invidia da più di 50 anni. No, non si tratta della Fashion Week, ma del Salone del Mobile. Dato che sarò impegnato per l’intera settimana in un paradiso di stimoli creativi tra arte, design e architettura, ho deciso di dedicare questo post a Luisa Tratzi, shoe designer conosciuta durante la Fashion Week, il cui stile è fortemente influenzato dalle forme dell’architettura contemporanea.
Suono il campanello di un grandissimo portone nel pieno centro di Milano, se ne apre solo una piccola porzione che immette in una galleria, che a sua volta conduce in una tipica corte milanese sulla quale si affacciano una serie di finestre in cui si riesce a sbirciare furtivamente il ritaglio di ambienti lussuosi, finché si apre un’altra porta riccamente decorata. E’ il temporary show-room allestito all’interno di una galleria d’arte. Meraviglioso.
Sia chiaro, non voglio tediare nessuno raccontando ogni singolo passo che ho fatto, ma solo far capire come un’azione comune quale quella di entrare in una casa o in un ambiente privato, in realtà dopo la visione della collezione Luisa Tratzi FW 2015 si rivela essere una sorta di preparazione al suo modo di osservare le architetture e di reinterpretarle.
Non c’è da stupirsi infatti se il primo dettaglio che balza subito agli occhi sono gli elaborati tacchi scultura che ricordano un’opera decostruttivista di Zaha Hadid, ma per quanto artistici possano sembrare, la loro stabilità è stata testata in collaborazione con ingegneri strutturisti, proprio come un edificio.
Luisa Tratzi Miss Garçon
La collezione si chiama Miss Garçon ed è ispirata ai look androgini di icone come Greta Garbo, Katherine Hepburn e Marlene Dietrich che nel loro stile personale si sono rese interpreti del fascino femminile attraverso l’aspetto rigoroso e i dettagli sartoriali maschili, andando ben oltre gli stereotipi.
Nella collezione Luisa Tratzi FW 2015 i particolari dell’abbigliamento formale maschile sono reinterpretati in elementi dall’aspetto raffinato ma giocoso: i laccetti alla caviglia sembrano colletti inamidati, i piccoli rivetti e le borchiette applicate in punta simulano i bottoni di una camicia, mentre piccole alette triangolari che sporgono lungo il collo del piede non sono altro che i revers di giacche da smoking.
Coerente con l’ispirazione maschile e androgina anche la scelta deI materiali: tessuti jacquard in pura seta tratti dal mondo della cravatteria si abbinano a pellami pregiati all tonalità fredde ma brillanti come il carta da zucchero, il blu elettrico, il rosa ortensia e il viola prugna; mentre motivi a pois e pied de poule in lana sono uniti a pelli dal finish lucido e specchiato o a morbidi scamosciati.
Arte, architettura, design e moda, tutte discipline che la collezione di Luisa Tratzi materializza alla perfezione educando l’occhio a riconoscere il bello anche all’altezza dei piedi.
Alessandro Masetti – The Fashion Commentator
So bene che le scarpe siano in verità un modellino di ingegneria. Mi è stato spiegato tanto tempo fa da un addetto ai lavoro.
E quindi applausi a questi “tacchi”, certo.
Ma che il mood generale è poco glam, si potrà dire?
Che meraviglia queste scarpe: delle piccole opere d’arte!
Un vero talento! *_*
Molto interessanti le forme.
Belli i tacchi sono scultorei, belle anche le tonalità di questa collezione!
Come ti invidio!! Anche io avrei voluto venire al Salone del Mobile!
Detto ciò, a me è piaciuta molto la tua introduzione al post!
Ammetto che non avevo mai sentito parlare di Luisa Tratzi, ma trovo le sue creazioni davvero stupende!
XOXO
Cami
Paillettes&Champagne
Che designer che mi hai fatto scoprire Alessandro! Una perla… ti ringrazio davvero!