Mai come quest’anno Pitti Uomo si è rivelato essere una vera e propria fucina di talenti emergenti con iniziative di scouting già rodate come Pitti Italics, The Latest Fashion Buzz e il celeberrimo contest in Who is on Next? Uomo in collaborazione con L’Uomo Vogue. A questi progetti si aggiungono i designer emergenti presenti in Fortezza e grazie ai quali Pitti si conferma essere LA manifestazione per eccellenza in cui registrare le tendenze globali della moda maschile .
I nuovi brand coinvolti in questa proiezione verso il futuro sono talmente tanti che c’è l’imbarazzo della scelta, ma sicuramente la maggior parte dei riflettori in questo momento sono puntati sui protagonisti di Pitti Italics, il programma attraverso il quale Fondazione Pitti Discovery promuove e supporta le nuove generazioni di fashion designer e i marchi più interessanti che progettano e producono in Italia, con una promettente proiezione internazionale.
La rassegna Pitti Italics si apre con Arthur Arbesser, uno dei designer emergenti più sofisticati che ha fatto sfilare una collezione ispirata al design italiano anni 80, seminando nella Stazione Leopolda una serie di mobili di Ettore Sottsass e riproponendone l’estro radicale attraverso il mix di abiti maschili e femminili in cui rouche e arricciature incontrano tute da lavoro, il tutto declinato in contrasti materici sperimentali dai colori acidi.
Tanto umile quanto creativo, Arthur Arbesser si può letteralmente considerare il designer emergente del momento. Punta di diamante del corpo docenti IUAV, vincitore di Who is on Next?2013 dopo 7 anni a fianco di Giorgio Armani, finalista dell’LVMH Prize 2015, nonché nuovo direttore creativo del brand Iceberg, da qualche anno Arbesser incanta il pubblico della Milano Fashion Week con le sue presentazioni-performance in cui le arti si influenzano e confondono.
La sua prima presentazione che ho visto è stata la SS2015, si svolgeva all’interno di un sito di archeologia industriale nel cuore di Milano, i cui ambienti deserti e decadenti, si animavano grazie al colloquio che gli abiti ispirati alle opere contemporanee di Blinky Palermo e Isa Genzken instauravano con le fotografie di Carlo Valsecchi.
La seconda performance a cui ho assistito è stata la FW2015, dove associava Design e Musica. Il Salone dei Tessuti di Milano era pervaso dai brani eseguiti al piano da Antoinette Van Zabner, mentre le modelle si godevano il concerto sedute su una serie di sedie di designer viennesi, primo tra tutti Thonet. Momenti davvero indimenticabili per il fitto calendario della MFW e che invitano a riflettere sul valore dell’arte al giorno d’oggi.
Tutt’altra storia per la coppia Louis Leeman e Erica Pelosini, che per l’evento Pitti Italics hanno aperto le porte del loro nuovo headquarter celebrando e mostrando l’universo creativo delle calzature Louis Leeman. Nelle sale del piano terra di Palazzo Pandolfini, gioiello architettonico fiorentino progettato da Raffaello, tra stucchi, lampadari chandelier e vetrate dipinte a grottesche, fanno bella mostra mocassini, sneakers e le iconiche babbucce che hanno reso riconoscibile il brand in tutto il mondo sin dagli esordi. Ricordo ancora quando le vidi per la prima volta a Pitti Uomo: era l’epoca dei new dandy, molto prima dell’invasione hipster, e le babbucce Louis Leeman con le nappine e le perline erano un must. Ecco perché mi fa una certa impressione (positiva) vedere oggi Louis Leeman tra i nomi degli special project di Pitti, chissà che dopo le calzature e la nuova linea di accessori, non arrivi il turno di una linea abbigliamento.
Non è un caso se concludo in bella la mia rassegna sugli eventi Pitti italics con i Casamadre, la coppia emblematica tra i nuovi talenti italiani composta da Alessia Crea e David Parisi. Certo, per i lettori di The Fashion Commentator non si tratta di una novità, poiché avevo già parlato di loro in occasione del debutto a seguito della vittoria al concorso Who is on Next? con una collezione di calzature ispirate alle atmosfere dark romantic del mondo circense. Questa volta però è il tempo di un altro debutto, ma in veste di stilisti, con una collezione di total look in cui l’estetica circense approfondisce le radici nella tradizione gipsy. Si respirano gli anni 70 e tutto è reso sofisticato grazie alle proporzioni insolite, con giacche da camera in tessuti fluidi e calzature dai pellami futuristici, il tutto perfettamente accostato in ensemble dallo stile Casamadre.
Alessandro Masetti – The Fashion Commentator