Fashion Show

POLIMODA SHOW 2015

Specchiere dorate, luci soffuse, platea di ospiti internazionali ed un giardino gremito di persone scalpitanti. Sembra di essere a Parigi, in uno dei quei meravigliosi hotel cittadini sopravvissuti agli sventramenti di Haussmann, in attesa dell’ultima collezione dell’ennesimo enfant prodige che cambierà il corso della moda.

In realtà è il 16 giugno, il giorno di apertura di Pitti Uomo 88, e sono a Firenze al Polimoda Show 2015, dove le migliori 20 collezioni (“Best of”, così recita la cartella stampa) degli allievi dell’ultimo anno del corso per designer di moda del Polimoda, guidato dal belga Patrick De Muynck, sfilano alternandosi in un’ora di spettacolo sotto gli occhi di stampa, ospiti, docenti e colleghi più giovani che, con l’orgoglio e l’entusiasmo tipico dei creativi, sperano un giorno di essere selezionati.

Polimoda Show 2015

Sembra di essere a Parigi, dicevo, non solo per l’aria internazionale che si respira in un istituto del genere, ma per i contenuti tematici e le scelte estetico-formali delle collezioni che calcano la passerella del Polimoda Show 2015.

Polimoda Show 2015

Tre anni di conquiste, sconfitte, frustrazioni e traguardi di ogni studente si materializzano in 8 outfit, frutto conclusivo di un percorso di ricerca della propria identità creativa, che suscita le più svariate emozioni nel pubblico. E sono proprio le reazioni degli ospiti che mi piace osservare in questo tipo di sfilate: stupore, meraviglia, entusiasmo, ammirazione, ma anche disapprovazione e perplessità, soprattutto davanti ai capi al limite con l’arte performativa. Purtroppo infatti, non tutti riescono a capire il percorso umano, creativo e lavorativo che si cela dietro queste collezioni sperimentali.

Polimoda Show 2015 - Cecilia Sertori
La passerella di fine corso di studi segna l’esordio nel mondo della moda per gli studenti, e in un’occasione del genere, non si può pensare di ridurre il tutto al solo lato commerciale basandosi sulla vendibilità della collezione secondo le logiche del prêt-à-porter, o peggio ancora, del fast fashion. Gli studenti sono stati educati per anni a rendere un capo appetibile agli occhi del mercato e una volta fuori dall’istituto metteranno in pratica tali studi lavorando per le linee commerciali dei marchi più noti del made in Italy, ma al momento, lo scopo della sfilata finale è quello di far emergere la propria visione di creativi, che, nonostante le riconoscibili citazioni e i riferimenti agli stilisti noti (i maestri di vita), sarà sempre unica ed originale. Ed è questo ciò che conta veramente.

Polimoda Show 2015 - Matilde Gennari

Perciò, ben vengano: i trattamenti tessili sperimentali del jeans laminato con foglie di lattuga declinato sulle giacche stile Pourpoint di Samira Yusifova; i Pulcinella floreali di Alessandro Trincone; gli abiti high tech di Alice Saltarelli per il “Viaggio al centro della Terra” caratterizzati da impalpabili tessuti sfumati come i cieli d’Islanda; la percezione della realtà di Cecilia Sertori, fatta di schermi, ramificazioni di vene, cavi e pelli martoriate; il tributo alle origini ebraiche di Ksenia Novakovskaia con forme elementari che rimandano alla ciclicità del mondo; i costumi tradizionali turchi di Utku Serkan Zengin rivisitati per i dandy contemporanei; i capi fantasma di Min Yu Park di ispirazione buddista, ma che in alcuni casi ricordano addirittura i ritratti fiamminghi del quindicesimo secolo; i delicati intarsi di pelliccia color pastello di Violante Toscani; le gonne e le crinoline degli uomini di Ambra Inghilleri; le donne ricamate sulle lunghe silhouette di Benedetta Bianchini, abbinate a corazze di resina e scarpe di ceramica; la poesia delle decorazioni moresche dell’Alhambra di Granada, che si trasformano nelle strutture portanti esterne degli abiti maschili del madrileno Pio Boserman; il neo-surrealismo personale di Leonor De Assis Ferreira con ricami couture e camicie tentacolari; i meravigliosi intarsi floreali dei cacciatori-poeti di Matilde Gennari; ed infine, gli ossimori di Anzhelika Balaeva, che ai materiali e alle silhouette futuristiche del film Solaris, abbina le texture dei centrini ricamati della tradizione artigianale russa.

Alessandro Masetti – The Fashion Commentator

Italian architect into fashion. Art curator in love with books, flea markets and interior design.

2 Comments on “POLIMODA SHOW 2015

  1. Molto interessante come sempre, Ale.
    Sono d’accordo con te, anche se alcuni capi lì per lì possono lasciare un po’ perplessi, è giusto che in questi casi si esterni senza compromessi la propria visione del mondo e della moda che può essere anche estrema e ai confini con l’arte. Al netto ovviamente delle esagerazioni fini a se stesse, poste in essere solo per creare clamore e senza che vi sia un’effettiva visione personale. Per i compromessi ci sarà tempo.
    Ce ne sono vari interessanti, però quelli che mi sono piaciuti di più – se ho ricostruito bene – sono i capi di Violante Toscani e quelli coi fiori di Matilde Gennari. Molto interessanti.
    Baci

    Alessia

  2. Ammetto che alcune collezioni non mi sono piaciute e, come hai scritto tu, mi hanno lasciata un pochino perplessa riguardo al futuro della moda, ma sicuramente capisco il lavoro che c’era dietro e la necessità di questi stilisti di esprimere la loro creatività senza limiti per poter dare sfogo a tutte le loro emozioni!
    Concordo sicuramente sul fatto che sembrava di essere a Parigi, la location valeva già la pena da sola!

    XOXO

    Cami

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