Cari fashion blogger, influencer e aspiranti Kardashian levatevi di torno! Il primo vero ed unico fashionista della storia è uomo, tedesco, ha un lavoro serio che gli permette di guadagnare molti soldi, un gusto impeccabile nell’immaginare outfit per farsi notare in ogni occasione e a 29 anni non si vergogna di posare nudo mostrando (anzi, evidenziando) tutte le sue imperfezioni. Il nome? Matthäus Schwarz.
Dimenticate i vestiti no-gender, i risvolti ai pantaloni e i tatuaggi perché Matthäus Schwarz era capo contabile di Jakob Fugger “il Ricco”, membro di una nota famiglia di mercanti nel Sedicesimo secolo, conosciuti con il soprannome di “Medici del Nord”.
Nato a Augsburg nel 1497 dal mercante di vini Ulrich Schwarz, fu educato come contabile in Italia, per poi far ritorno in Germania a lavorare per i Fugger. Gli studiosi lo ricordano principalmente per alcuni testi scritti in cui emerge la sua inclinazione personale per l’ordine: il Dreierlay Buchhaltung (1518) in cui spiega l’arte del “tenere i conti” e il più curioso Klaidungsbüchlein, il Libro dei vestiti (1520-1560). Il primo illustra le tecniche per gestire la contabilità basandosi su ciò che aveva imparato durante l’apprendistato in Italia, mentre il Libro dei vestiti è una vera e propria Bibbia dello stile personale di Matthäus Schwarz che registra tutti gli outfit più importanti indossati dalla sua nascita (ovviamente retrodatati) sino al giorno del funerale di Anton Fugger, nel 1560. Pure il figlio Veit Konrad Schwarz fu indottrinato a questo culto dello stile, perciò oltre a svolgere lo stesso lavoro del padre presso la stessa famiglia, ne prosegue l’ardua opera con i suoi outfit, anche se tale impresa si concluderà presto.
Lo stile di Matthäus Schwarz
Trovo che il Klaidungsbüchlein sia una delle assurdità più geniali che un uomo come Matthäus Schwarz nel pieno Cinquecento potesse pensare e realizzare: un account Instagram ante-litteram le cui immagini ad acquerello venivano realizzate da importanti artisti locali, ognuna corredata di 2 cartigli vuoti (in alto e in basso), in cui lo stesso Schwarz riportava l’età, la data, l’occasione in cui era stato indossato l’abito e la minuziosa descrizione dei tessuti utilizzati.
Inutile dire che la straordinarietà del mini volumetto (10×16 cm) sta proprio nell’aver registrato visivamente la foggia degli abiti che, come spiega la studiosa Ulinka Rublack, erano interamente ideati da Matthäus Schwarz e fatti realizzare con i tessuti migliori che potesse reperire sul mercato, stando però attento a non superare in opulenza quelli dei Fugger, i suoi datori di lavoro. Questo limite creativo si traduceva ogni volta in una sfida, ma allo stesso tempo testimonia come il dress code e l’abbigliamento in generale fossero aspetti profondamente caratterizzanti la vita sociale rinascimentale. Era infatti grazie ad alcuni outfit e soprattutto all’uso di determinati colori che Matthäus Schwarz riusciva a comunicare il suo sostegno a personaggi chiave della società dell’epoca, come ad esempio gli abiti da festa indossati al matrimonio di Anton Fugger nel 1527 o quelli in occasione della visita dell’Imperatore del Sacro Romano Impero, Massimiliano I d’Asburgo, per la Dieta di Augsburg nel 1518. Sfogliando le pagine del Libro dei vestiti è incredibile notare come l’attenzione alle apparenze da parte di Schwarz fosse molto più efficace di un qualsiasi accordo politico: attraverso i suoi abiti esercitava un tacito gioco di potere che si manifestava in colori e fogge, ed il tutto era talmente ben architettato, che nel 1541 l’imperatore Carlo V lo nominò nobile insieme a due fratelli.
The First Book of Fashion
Come si può facilmente immaginare il Libro dei vestiti è fragilissimo e l’originale, conservato presso l’Herzog Anton Ulrich Museum di Braunschweig (ne esistono solo 2 copie settecentesche, una a Parigi e una ad Hanover), non viene mai mostrato al pubblico, ma da oggi chiunque volesse vedere l’infinita varietà di abiti indossati da Matthäus Schwarz riscoprendone tessuti e colori, può sfogliare The First Book of Fashion: The Book of Clothes of Matthaeus and Veit Konrad Schwarz of Augsburg, di Ulinka Rublack e Maria Hayward, edito da Bloomsbury. Inoltre, per chi si volesse cimentare nella realizzazione di uno degli estrosi outfit, in fondo al libro c’è il cartamodello del completo in pelle e seta usato per far colpo sul Re Ferdinando I d’Asburgo durante una visita nel 1530, ricostruito dalla costumista vincitrice del Tony Award, Jenny Tiramani (nel video è spiegata tutta la ricostruzione).
Matthäus Schwarz VS Kim Kardashian
Testi rarissimi come questo sono la dimostrazione tangibile di quanto la moda, essendo frutto del proprio tempo, fosse uno strumento importante per giustificare e manifestare il proprio status nella società, e chissà se in futuro, tra 500 anni, pure il selfie book di Kim Kardashian edito da Rizzoli non diventi un volume raro per studiosi di moda e costume, dato che segue lo stesso principio di documentazione edonistico-autoreferenziale del Klaidungsbüchlein di Matthäus Schwarz.
Ovviamente sto scherzando… o forse no.
Alessandro Masetti – The Fashion Commentator
Per gli appassionati di costume, gli studiosi o i semplici curiosi che volessero vedere la copia settecentesca del Libro dei vestiti conservata ad Hanover, basterà scaricarla cliccando QUI
Chi invece volesse sfogliare un’anteprima del libro The First Book of Fashion: The Book of Clothes of Matthaeus and Veit Konrad Schwarz of Augsburg di Ulinka Rublack e Maria Hayward può cliccare QUI (Anteprima Amazon con figure), o QUI (Anteprima Google Libri, senza figure).
Oddio il paragone con Kim Kardashian mi fa morire!!
Bhè si sa, la moda ha sempre rappresentato una parte importante della vita dell’uomo, sin dagli inizi..e gli edonisti ci sono sempre stati!!
Dovrebbe istituire Matthäus Schwarz come patrono dei blogger!! ahahahahahah
XOXO
Cami
Paillettes&Champagne
Hahahaha ma è bellissima questa cosa! Il miglior pezzo del mese, mi sbilancio. Grande Ale 😀
Tutto questo è veramente meraviglioso è proprio vero che l’umanità ha da sempre in seno il seme del genio!
Bravissimo tu per tutta questa ricerca e questo articolo interessantissimo!