A conclusione di quest’ultima Milano Fashion Week possiamo decretare che il baluardo della moda italiana sia nuovamente il caos colto di Alessandro Michele per la collezione Gucci FW 2016 e, dopo un anno dal debutto, è assodato che il suo stile insolito in cui tutto cambia e niente cambia, sia diventato un marchio di fabbrica che fa presa su stampa e mercato.
Sulla passerella Gucci FW 2016 la storia del gioiello europeo ricostruita attraverso i tesori delle regine del Rinascimento sembra combinarsi perfettamente con gli anni 40 rivisitati da Yves Saint Laurent nella iconica ‘collezione dello scandalo’ del 1971: i lunghissimi fili di perle dialogano con pellicce dai colori acidi, abbinate a calze arcobaleno e maxi plateau. Elisabetta I, Caterina dei Medici e tutte le regnanti d’Europa tra il XVI e XVII secolo incontrano gli anni ’70, e le loro imponenti vesti dei ritratti ufficiali assumono un nuovo fitting, in cui le antiquate maniche a prosciutto diventano divertenti citazioni storiche nel mix di palette vibranti e sete fruscianti, frutto della libera associazione dei pensieri di Alessandro Michele.
La collezione Gucci FW 2016 sembra rafforzare la coerenza e la riconoscibilità dei codici stilistici del designer ribadendo prepotentemente una teoria del bello fatta di reminiscenze di un passato remoto quasi archetipico, ma aggiornata al XXI secolo. Bordure di pellicce a mezzo braccio; maxi occhiali effetto intellettuale; trompe l’oeil alla Roberta di Camerino; tatuaggi riportati con inserti in pelle, paillettes o seta; l’ispirazione militare delle mostrine a stella; i decori orientali zoomorfi provenienti da Cina e Giappone; lo stile metropolitano dei bomber e dei biker; e le stampe tappezzeria che variano dai pattern rinascimentali agli anni ’70, sono solo alcuni degli elementi che in così poco tempo possiamo già definire “classici”.
Se un anno fa il successo del debutto fu dovuto principalmente agli abiti e alle babbucce di pelo, oggi la collezione Gucci FW 2016 fa il pieno di accessori passando dalla borsetta da sera con la fibbia dalle teste leonine, a quella maxi da giorno per la fashionista alternativa con pseudo-graffiti e scritte che sembrano rubate agli zaini degli adolescenti, ma che in realtà portano la firma dello street-artist Guccighost-Trouble Andrew. Continua poi una sfilza di particolarità come i cappelli anni ’50 con tanto di veletta; i guanti a rete, così anni ’80; le perle sia in forma di applicazione, che di anelli e collane; ma anche tripudi floreali che riportano alla mente la collezione FW 2011 di Frida Giannini, tanto da pensare che dietro questo tipo di dettagli ci fosse proprio la mano di Alessandro Michele.
I dieci minuti di sfilata non bastano per analizzare ogni singolo capo, e più tempo dedichiamo a scrutare e rivedere ogni dettaglio grazie ai vari reportage fotografici, più si aprono cassetti della memoria letteraria e visiva in cui l’unica certezza sembra essere l’ossessione del “voglio tutto e subito”; ma paradossalmente lo stile fedele a sé stesso di Alessandro Michele, sembra sopperire a questa lacuna con la collezione estiva già presente in negozio. , Che sia proprio la riproposizione di un linguaggio simile da collezione a collezione la vera risposta alla voracità del mercato?
Alessandro Masetti – The Fashion Commentator
Credits: collages by Alessandro Masetti; photos of the show FashionMag.com
Hai dato la definizione giusta dello stile di Alessandro Michele..tutto cambia e niente cambia, perché fondamentalmente non sta inventando niente di nuovo, ma viene acclamato dalla critica!
Forse hai proprio ragione, le sue collezioni sono una risposta concreta alla proposta americana del tutto subito..per apprezzare la sua visione della moda (e quella di molti altri designer), serve del tempo e io credo che anche le fotografie su media, social e blog possano aiutare molto in cui e non distruggere il lavoro degli stilisti!
XOXO
Cami
Paillettes&Champagne