Il 21 e 22 maggio, Emilio Pucci ha riaperto le porte del suo archivio nella Villa di Granaiolo per la terza edizione di “Les Journées particulières”, l’evento biennale con cui il gruppo del lusso LVMH accoglie il pubblico nelle sedi delle sue eccellenze.
Conosco l’archivio Emilio Pucci sin dalla prima apertura per Les Journées particulières e l’ho sempre rivisitato con piacere perché succube della fantasia del “Prince of prints”. Siciliana, Botticelliana, Palio, Vivara, Paggio, Romantica, Bali, Fantasiosa, Cupola, Viva, Gemini, Vivace, collezioni eterne con stampe, linee, forme e tagli talmente contemporanei da sembrare usciti dall’ultima passerella stagionale.
Questa volta però ho apprezzato ancora di più la visita perché ho partecipato in qualità di docente del corso di Fashion Writing dell’International Studies Institute of Florence, insieme al prof Mark Bernheim, facendo scoprire alle studentesse provenienti da ogni parte dell’America un mondo sconosciuto, con il quale erano venute a contatto solamente attraverso le vetrine delle boutique. Composte e timide, una volta varcata la soglia della Villa, i loro occhi si sono illuminati alla visione di abiti e accessori, proprio come le giornaliste e i buyer americani nella Sala Bianca di Palazzo Pitti ormai 60 anni fa.
L’allestimento questa volta è stato curato da Maria Luisa Frisa, che ultimamente sembra averci preso gusto ad incantare i visitatori delle sue esposizioni con l’eterno mito italiano degli anni Cinquanta e Sessanta: la mostra “Bellissima” che sta facendo il giro del mondo e l’ultimo allestimento del Museo Salvatore Ferragamo di Firenze che indaga il rapporto tra arte e moda, ne sono l’esempio lampante.
Con il titolo “Elements”, il nuovo setting illustra i codici che definiscono il brand: dalle forme di tute, gonne a ruota, completi a due pezzi, miniabiti e foulard concepiti come moduli per realizzare altri capi, si passa ai pattern decorativi degli accessori fortemente caratterizzati dagli orientalismi, per poi concludere nella grande sala degli armadi, dove sono disposte le originali interpretazioni dei materiali classici secondo il Pucci-pensiero, miste alle innovazioni tessili del marchese, prima tra tutte, l’Emilioform.
Speculare all’archivio, la sezione del Talent Center dove quest’anno studenti provenienti da Polimoda e Central Saint Martins si sono cimentati nella realizzazione in tempo reale di nuove stampe e del loro posizionamento su modelli, per realizzare una piccola capsule collection con la supervisione di sarte e modellisti dell’azienda.
A concludere il percorso il progetto “Sciarpa Interactive” di Pauline Saglio, ex studente ECAL che ha sviluppato un impianto speciale con cui rendere interattivi i foulard icona del brand attraverso luci e suoni, stimolando una Pucci experience coi fiocchi… pardon, con le stampe!
Alessandro Masetti – The Fashion Commentator