Sedetevi comodi, rilassatevi mentre sorseggiate un drink fresco, magari sotto l’ombrellone, e iniziate a leggere il secondo post dedicato alla mia “Not Celebrating Birthday Wishlist”, il nuovo appuntamento quotidiano che accompagnerà The Fashion Commentator fino al 10 Agosto, data del compleanno che il sottoscritto non ha nessuna voglia di festeggiare.
Vediamo se attraverso questo viaggio immaginario tra “vorrei ma non posso”, “quando rinascerò ricco…” e “quando sarò grande…”, riuscirò addirittura a cambiare idea su un eventuale party dei 29 anni.
Ieri abbiamo iniziato alla grande ripescando dall’archivio alcuni pezzi iconici di Tom Ford per Gucci, oggi proseguiamo con un altro dei miei chiodi fissi: LA CASA.
Premetto subito che da architetto e collezionista compulsivo di libri, opere d’arte grafica e oggetti d’epoca, avere una casa ariosa, spaziosa e ben illuminata è requisito imprescindibile per essere anche solo considerata abitazione.
Una casa a Firenze
Al momento l’ideale sarebbe un appartamento di 120mq posto all’ultimo piano di un palazzo signorile con ascensore e portierato nel cuore di Firenze. Termosingolo, salone doppia altezza con soffitti affrescati o a cassettoni, due bagni, due camere da letto (una per me e una per gli ospiti), cucina abitabile e la vera chicca: una terrazza di almeno 30 mq affacciata sui monumenti nella quale accogliere gli ospiti sia d’estate che d’inverno.
Questo ovviamente è il sogno da wishlist nel caso mi dovessi limitare al territorio natio.
Palazzo Corsini – Firenze
Palazzo Medici Riccardi – Firenze
Hotel Villa Cora – Firenze
Una casa a New York
Se poi invece dovessi spostarmi all’estero, sceglierei senza alcuna ombra di dubbio un attico in piena Manhattan con affaccio su Central Park, di quelli che vedo quotidianamente nella newsletter di Architectural Digest e puntualmente cancello pur di non sentire la bile che sale per l’invidia nei confronti dei proprietari. Pareti vetrate affacciate sulla giungla cittadina di una delle metropoli più vive al mondo, che incorniciano loft di almeno 200mq in cui opere d’arte contemporanea si fondono con mobili antichi, icone del modernariato e gli ultimi ritrovati del minimalismo.
L’appartamento di Giancarlo Giammetti a New York
Il mio vero sogno per la wishlist
Però, se proprio devo dirla tutta, ripensandoci bene, per quest’anno direi che non mi posso lamentare in quanto a case.
Infatti, oltre ad esser tornato a vivere da solo, dallo scorso Agosto 2015, per lavoro sono diventato una sorta di inquilino fisso di Villa Il Roseto a Fiesole, ovvero la casa-studio dell’architetto Giovanni Michelucci. Una gemma incastonata in una delle colline che dominano la città di Firenze, che ospita l’intera produzione dei suoi mobili artigianali dagli anni 20 agli anni 80 del Novecento, mischiandosi alle opere d’arte di colleghi e amici artisti cui spesso affidava la realizzazione degli apparati decorativi per le sue architetture.
La casa-studio di Giovanni Michelucci a Fiesole
Lavorare in un posto del genere è un vero privilegio e forse il desiderio che dovrei esprimere, più che un attico in Piazza Duomo o a New York, sarebbe quello di poterci lavorare il più a lungo possibile, continuando così a provare quotidianamente quella sensazione di stupore come la prima volta in cui ho varcato quella soglia.
Alessandro Masetti – The Fashion Commentator
Mi piace molto questo countdown/wishlist e condivido sia il look alla Tom Ford 2004, sia la fissazione per la casa, figurati. La mia natura, che a tempo debito non ho saputo assecondare, sarebbe stata sicuramente da architetto d’interni.
Detto questo, appoggio tutte le tue aspirazioni in fatto di case, ma più che l’attico di Giammetti – di un lusso troppo dichiarato per i miei gusti – la vera perla è proprio la casa di Michelucci. Bellissima!
Sei fortunato a frequentarla tanto spesso per lavoro, ma anche la Fondazione è fortunata ad averti. Se è tuo desiderio, ti auguro di continuare a lavorarci il più a lungo possibile, te lo meriti, Ale 🙂
Bhp case da sogno totale direi!
Chi non vorrebbe viviere in questi posti magnifici!??!
Però la prima era conquista è vivere da soli, davvero non me ne rendevo conto prima!
Stupendo anche il tuo luogo di lavoro!
Si che ho un tappeto identico a quello del Michelucci?!?!
XOXO
Cami
Paillettes&Champagne