In questi giorni ci siamo divertiti a leggere e immaginare le conseguenze di una lunga lista di sogni per la Not Celebrating Birthday Wishlist. Case (o meglio dire regge), abiti (interi armadi prego!), oggetti hi-tech (super oggetti), ma oggi in verità mi basterebbe una cosa molto semplice, e sicuramente impossibile da realizzare: una cena e un abbraccio.
Con oggi sono passati 3 anni precisi da quando mio padre è morto.
Un nervo scoperto della mia vita che ogni qual volta viene toccato si trasforma in una lacrima che difficilmente riesco a soffocare.
Avevamo un rapporto particolare, vivevamo nella stessa città, ma ci vedevamo al massimo una o due volte al mese per cenare insieme a mio fratello e aggiornarci su come stesse andando l’università, i viaggi legati al blog e i programmi per il futuro. Mentre cucinava, discorrevamo di politica e spesso ci scontravamo sullo scenario ereditato da finti perbenismi radical chic, per poi finire con le aspirazioni future di noi figli.
Come ho scoperto solo successivamente, quando parlava di me a colleghi o amici diceva sempre che nella vita me la sarei cavata e avrei fatto ciò che desideravo perché sono sufficientemente spietato per reagire a questo mondo, a questa società.
Vorrei potergli dire che la spietatezza, quella vera, quella che ti fa tagliare dal cammino le cose (e le persone) inutili, forse l’ho imparata proprio dopo la sua morte improvvisa. La spietatezza, infatti, ha generato quell’intraprendenza che mi ha portato a realizzare molti dei sogni professionali, in barba a caste e istituzioni infestate da cariatidi che mi hanno sempre detto no, finché non le ho superate!
Ogni volta che ho raggiunto un traguardo in questi tre anni, come per istinto ho sempre afferrato il telefono e scorso la rubrica per cercare la voce “Babbo” in modo da annunciargli, pieno di soddisfazione, la nuova impresa; aspettandomi, come sempre, le sue urla di gioia per l’entusiasmo.
Realizzare che quella voce non c’è più, mi fa’ pensare che cambierei volentieri questi anni con un’ultima cena in cui parlare fino a notte fonda di tutto quello che è successo e succede da quando non c’è più; per poi salutarlo con un fortissimo ultimo abbraccio.
Sì, direi che questo è il miglior desiderio che potrei inserire oggi nella mia wishlist.
Ma questa volta cucinerei io!
Alessandro Masetti – The Fashion Commentator
Un abbraccio…..
Lucia
Sarebbe fiero di te, anzi lo è!
XOXO
Cami
Paillettes&Champagne