«Il soggetto è l’accessibilità al tempo del Covid. L’installazione ci parla di questo momento difficile in cui la cultura è negata al pubblico e si vuole mettere le persone in contatto con l’arte, l’arte pubblica».
Arturo Galansino, direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi
Quando ero studente non avrei mai fotografato un edificio con persone nella scena, ma dopo anni di lavoro tra scritti e disegni di Michelucci questa mia predilezione per la perfezione della sola forma si è notevolmente affievolita, favorendo la ricerca della dimensione umana dell’architettura.
Ecco perché della “Ferita” dell’artista JR a Palazzo Strozzi non ho trovato consono postare sui social media una foto a scena vuota. Il bello di questa istallazione, che con il crollo di un muro apre i luoghi della cultura, è proprio il senso di aggregazione alla quale ci invita.
Le persone, infatti, si fermano e occupano fisicamente la strada alla ricerca del punto prospettico perfetto, ripopolando la città per qualche momento. Le paure del periodo lasciano spazio alla voglia di godersi l’arte e casualmente capita di farlo insieme ad altre persone, condividendo sguardi, pensieri e sensazioni per qualche secondo.
Di questi tempi, rivedere la vita nelle strade, grazie all’arte, è una gran cosa.
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